L’era dell’e-commerce low cost è finita?
Commercio online
Commercio online
Negli ultimi anni il commercio online è cambiato in modo significativo. Dopo la forte crescita registrata durante la pandemia, il settore è entrato in una fase più stabile e meno espansiva. L’e-commerce è ormai una modalità di acquisto consolidata, ma questo non significa che continui a crescere senza limiti o senza costi. Oggi contano sempre di più la qualità del servizio, l’affidabilità dei venditori e la trasparenza delle condizioni di vendita.
Il mercato statunitense offre un punto di osservazione utile per capire questa evoluzione. Pur restando uno dei più grandi mercati al mondo per il commercio online, negli Stati Uniti la concorrenza è molto elevata e i margini di guadagno si sono ridotti. Allo stesso tempo, il commercio tradizionale continua a rappresentare la parte principale delle vendite e, in molti casi, ha saputo adattarsi alle nuove abitudini dei consumatori, puntando su servizi e presenza sul territorio.
Dal 2026 è previsto un contributo di 2 euro sui pacchi provenienti da Paesi extra-UE con valore inferiore a 150 euro – puoi approfondire qui la questione. La misura non riguarda tutti gli acquisti online, ma solo le importazioni di basso valore, e ha l’obiettivo dichiarato di coprire i costi amministrativi legati allo sdoganamento. Per i consumatori, però, significa un possibile aumento dei costi finali, soprattutto per gli acquisti effettuati su grandi piattaforme extraeuropee e un possibile disincentivo all’acquisto online con ripercussioni negative sulle società che operano nel settore.
È difficile pensare che la nuova tassa da 2 euro sui pacchi possa ridurre in modo significativo il commercio online nel suo complesso. Oggi acquistare su internet è un’abitudine consolidata e una maggiorazione di questo tipo, da sola, difficilmente spingerà le persone a rinunciare agli acquisti online.
L’effetto più evidente potrebbe invece riguardare gli acquisti di piccolo importo, soprattutto quelli effettuati su piattaforme che vendono prodotti a prezzi molto bassi e spediscono singolarmente ogni ordine. In questi casi, 2 euro in più possono incidere parecchio sul prezzo finale e rendere l’acquisto meno conveniente rispetto a prima. È quindi possibile che alcuni consumatori riducano questo tipo di spese, in particolare quelle più impulsive.
Più che frenare il commercio online in generale, la nuova tassa potrebbe cambiare il modo in cui si acquista. Alcuni consumatori potrebbero orientarsi verso venditori che spediscono già dall’Europa, altri potrebbero fare ordini meno frequenti ma più consistenti, per ridurre l’incidenza dei costi aggiuntivi. In molti casi non si smetterà di comprare online, ma si cercheranno soluzioni che evitino sorprese al momento della consegna.
Nel complesso, la tassa va letta anche come un segnale di maggiore attenzione alle regole e ai costi legati alle importazioni. Il commercio online continuerà a crescere, ma probabilmente lo farà in modo meno basato su prezzi estremamente bassi e spedizioni continue. Per i consumatori, questo significa soprattutto una cosa: informarsi meglio prima di acquistare, per capire da dove arriva la merce e quale sarà il prezzo finale da pagare.
Facciamo quindi il punto sui nostri consigli. A novembre 2021 ti avevamo consigliato l’Etf Global X e-commerce Ucits Etf (13,19 euro; Isin IE00BMH5XY61), oggi a mantenere. Dal momento del nostro cambio di consiglio, il prezzo dell’Etf è quasi raddoppiato. Ti consigliamo di mantenerlo ancora, perché, per quanto detto prima, il commercio online può darti ancora qualche soddisfazione.