Criptovalute: l’interesse è calato?
Ethereum
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Il bilancio delle ultime due settimane per il BitCoin è una variazione del prezzo in dollari inferiore all’1%, in un contesto in cui le principali criptovalute si sono sì, mosse, ma non quanto siamo abituati a vedere nell'ambito di prodotti finanziari così volatili.
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Valore in dollari al 26/9 |
Valore in dollari al 10/11 |
Variazione |
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Stellar |
0.1137 |
0.1237 |
8.8% |
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Ripple |
0.4679 |
0.4936 |
5.5% |
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Dash |
41.43 |
41.78 |
0.8% |
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Bitcoin |
19228.1 |
19132.1 |
-0.5% |
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Litecoin |
53.44 |
52.68 |
-1.4% |
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Monero |
145.75 |
142.31 |
-2.4% |
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Ethereum |
1336.92 |
1290.65 |
-3.5% |
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Bitcoin cash |
115.9 |
111.87 |
-3.5% |
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Tezos |
1.475 |
1.37 |
-7.1% |
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Cardano |
0.4472 |
0.4005 |
-10.4% |
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Eos |
1.1824 |
1.0362 |
-12.4% |
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Ethereum classic |
28.42 |
24.21 |
-14.8% |
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I dati li trovi su www.altroconsumo.it/investi/calcolatori/convertitore-di-criptovalute#cryptoconverter |
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Di fatto nelle ultime settimane non ci sono state notizie tali da emozionare i mercati, tanto più che la grande novità di settembre, ossia il cambio di meccanismo di funzionamento dell’Ethereum, con il suo passaggio da valuta proof of work a valuta proof of stake di cui ti abbiamo parlato di recente non ha portato a grossi terremoti nel mondo delle criptovalute. Semmai, secondo alcune fonti, parte della potenza di calcolo che prima sosteneva gli scambi di Ethereum si è riversata sul BitCoin (cioè chi prima usava i computer per minare l’Ethereum ora lo fa per minare BitCoin).
Una nota che potrebbe essere interessante è che, secondo una indagine fatta da Bankrate (un servizio di comparazione americano), l’interesse per un investimento in criptovalute è sceso rispetto a un anno fa. Se prima le criptovalute erano investimenti attraenti per circa la metà dei millennials (sono i nati tra il 1981 e il 1995), oggi ne attraggono meno di un terzo. Cali analoghi di interesse ci sono nelle generazioni precedenti (oggi meno di un quinto della generazione X, i nati tra il 1965 e il 1980 si sente a suo agio nell’investire in criptovalute, un anno fa era un terzo, mentre per i baby boomers, cioè i nati tra il 1946 e il 1964 siamo scesi da circa 1 su cinque a circa 1 su dieci). Infine più di un terzo della generazione Z (rilevata per la prima volta quest’anno) appare interessato nelle criptovalute. Il dato è comunque più basso rispetto a quello rilevato per i Millennials un anno fa, ma visto che la generazione Z è composta dai nati tra il 1997 e il 2012, conferma comunque che le criptovalute sembrano comunque avere un potenziale futuro tra i più giovani, almeno stando agli ultimi (volatili) umori degli intervistati.
Sale la volatilità delle azioni: un rischio per le criptovalute?
In questo contesto di minore interesse per le criptovalute notiamo anche che la volatilità dei mercati azionari, sulla scia delle recenti notizie macroeconomiche (inflazione alta, tassi in crescita) è salita. Nel grafico puoi vedere l’indice Vix che misura la volatilità del mercato azionario Usa che dopo essere sceso a luglio ad agosto ha ripreso a salire.
Dando un'occhiata al passato vediamo che nei periodi in cui questo indice di volatilità era più elevato l’Etp Wisdomtree Crypto Market (2,51 euro, prezzi al 10/10) che investe in diverse criptovalute, non se l’è passata bene, mentre nei periodi in cui il Vix era più basso il prodotto che investe in criptovalute andava meglio. Dal punto di vista statistico l’indice Vix e l’Etp Wisdomtree Crypto Market da inizio anno hanno avuto una lieve correlazione negativa, cioè quando uno saliva l’altro tendeva a scendere e viceversa. In altri termini quando i mercati sono nervosi l'interesse per le criptovalute sembrerebbe calare.
Anche se questo fenomeno non si è manifestato con una forza incontestabile, ma solo in maniera tale da indicare una tendenza generale, ci sembra comunque un segnale interessante che va ad ulteriore conferma della prudenza con cui da tempo ti diciamo di guardare al mondo delle criptovalute suggerendoti di non investirci. In particolare pensiamo alle ultime occasioni, quando ti abbiamo mostrato che le condizioni che solitamente preludono a un boom del bitcoin non sono vicine, e quando abbiamo raccontato gli scandali di questa estate. Non dimentichiamo, infatti che il rialzo dei tassi sembra rendere meno appetibili questi prodotti in una fase in cui si può guadagnare in maniera sicura investendo, per esempio, in titoli di Stato Usa.
Per questi motivi ti confermiamo la nostra idea per cui è meglio non investire in criptovalute. Chi volesse proprio farlo dovrebbe comunque avere almeno un paio di accortezze. La prima è di farlo comunque tramite strumenti quotai su mercati regolamentati che danno un minimo di tutela in più agli investitori. La seconda è di usare un mix di prodotti in modo da diversificare su più criptovalute, giusto per fare un esempio, comprando due Etn come WisdomTree Crypto Altcoins (1,6 euro al 10/10; Isin GB00BMTP1519) che non investe né in BitCoin, né in Ethereum, ma in altre criptovalute e WisdomTree Crypto Mega Cap Equal Weight (3,31 euro al 10/10; Isin GB00BMTP1733) che investe metà in BitCoin e metà in Ethereum.
Attenzione, che ovviamente non è detto che sul breve periodo questa diversificazione sia premiante. Dal 26 luglio, quando le abbiamo citato per la prima volta questi due prodotti, il risultato è stato un -1,2% per il primo e un -1,5% per il secondo. Da inizio anno, però, il risultato sarebbe stato ben diverso: -71,7% per Crypto Altcoins e -55,9% per Crypto Mega Cap Equal Weight, quindi i soli BitCoin e Ethereum in cui investe quest'ultimo hanno retto meglio questo 2022 in rosso rispetto ad altre criptovalute. Insomma la diversificazione ha un senso perché permette di evitare di puntare solo su un cavallo, ma non significa comunque abbattere il rischio di perdere denaro che, con le criptovalute è abbastanza alto.
Per concludere... novità sul fronte regolamentare? Sì, no, nì!
Chiudiamo con un paio di notizie che travalicano il mondo della finanza, e riguardano quello delle regole del mondo dei cripto asset (cioè non solo delle criptovalute).
Prima notizia: ieri l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), un ente internazionale con sede a Parigi che si occupa di coordinare le principali economie mondiali, ha annunciato la presentazione di uno schema per uno scambio automatico di informazioni tra Paesi in tema di cripto asset. (Qui il comunicato www.oecd.org/newsroom/oecd-presents-new-transparency-framework-for-crypto-assets-to-g20.htm). In soldoni presto o tardi i principali Paesi del mondo potrebbero convergere sulle regole per scambiarsi informazioni come già fanno sui prodotti finanziari. Non si tratta di qualcosa che avverrà con impatto immediato, ma va nella direzione di riportare presto o tardi le criptovalute dal far west all’alveo della normalità istituzionale.
Seconda notizia: luogo sempre in questi giorni è stato passato alla competente commissione del Parlamento Europeo lo schema di una bozza di regolamentazione sulle attività di tipo "cripto" (qui il link https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX%3A52020PC0593) chiamato MICA (Markets in Crypto-Assets). Si tratta di un testo legislativo lungo e articolato di ben 126 articoli che dovrebbe contribuire a fare chiarezza su questo mondo. Ora questo testo non riguarda, però, le criptovalute perché va a occuparsi di tutte le “criptoattività” che non ricadono sotto la legislazione UE che disciplina i servizi finanziari. Tuttavia è un interessante segnale per capire come si potrebbero muovere i legislatori di tutto il mondo nei prossimi anni. Il far west del mondo della blockchain sembra andare incontro a una "normalizzazione" e questo, nel bene e nel male, potrebbe avere conseguenze anche sulla vivacità futura dei valori delle criptovalute.
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