Momenti di successo per il BitCoin, ma quanto è energivoro?

Minare i BitCoin comporta consumi elettrici assai elevati.
Minare i BitCoin comporta consumi elettrici assai elevati.
Spesso il BitCoin è paragonato all’oro. Ci sono alcune analogie: anche solo il fatto che l’attività di creazione di nuovi BitCoin si chiami “mining”, minare rende un po’ conto di queste analogie. Estrarre l’oro dalle miniere ha dei costi oggi stimati mediamente tra i 1.200 e i 1.300 dollari l’oncia (è una media, ovviamente dipende da produttore a produttore). Un costo importante è l’impronta energetica dell’estrazione dell’oro di cui si leggono diverse stime. Secondo alcune di queste (Mining energy consumption 2021 di Engeco, Australia) estrarre un’oncia troy di oro (circa 31 grammi) comporta circa 4 GJ di sforzo energetico, ossia 1,12 mWh (il consumo di una famiglia di due persone per sei mesi). Per ottenere i consumi globali il dato va ovviamente moltiplicato per tutto l’oro estratto ogni anno che sono poco meno di 100 milioni di once.
Anche il BitCoin ha dei costi importanti e in questo campo la misura è fatta dall’università di Cambridge che tiene aggiornato il suo Cambridge BitCoin consumption electricity index che trovi qui (https://ccaf.io/cbnsi/cbeci) e che dice per esempio che il 18 marzo la domanda stimata era di 19 GWh, peraltro con una certa incertezza perché la forchetta di stima è assai ampia. Si tratta, comunque di un consumo di 168 tWh annui, cioè suppergiù il consumo di elettricità che fanno in un anno 110 milioni di egiziani, più della metà dei consumi italiani nell’arco di 12 mesi.
La ripartizione mondiale vede il 38% della potenza di calcolo impegnata egli Usa, il 21% in Cina (nonostante i divieti a partire dal 2021), ma anche un 13,2% in Kazakhstan, 6,5% in Canada e 4,7% in Russia, Paesi con buone riserve energetiche e bassi costi. Conta il fatto anche di avere climi freddi (che impongono meno costi di raffreddamento dei server) e magari risorse sostenibili. Per questo se in Italia è fatto solo lo 0,11% del mining globale, le assai meno popolate Svezia e Norvegia sono davanti al Bel Paese con quote rispettivamente del 0,84% e dello 0,74%. Il dato globale è, tra l’altro in crescita, dagli 89 tWh del 2021 si è saliti a 95,5 nel 2022 e a 121,1 nel 2023 e come abbiamo visto anche il 2024 sembra lanciato verso una situazione energivora.
A questo punto si potrebbe pensare che tramite questi dati si può ottenere un’idea del “costo di produzione” dei BitCoin come una somma del costo dell’energia e dell’uso dei computer che “minano” i BitCoin e, pertanto, avere un dato economico fondamentale sulla cui base prevedere almeno un range in cui si possono muovere i prezzi dei BitCoin. La realtà, però, è ben più complessa, perché è la domanda di BitCoin in un certo senso va a influenzare i costi di produzione. Se la domanda è alta (per esempio perché il BitCoin è stato accettato nei salotti buoni della finanza e ora tutti corrono comprarlo), il prezzo sale. Prezzi alti attirano nuovi minatori di BitCoin sul mercato. Più minatori significano più potenza computazionale (in gergo hashrate), che in teoria potrebbe accelerare i tempi di produzione dei BitCoin, ma il meccanismo è studiato perché il numero di BitCoin minati sia costante nel tempo (10 minuti per minare un blocco di BitCoin, cioè una unità del registro che contiene dati del BitCoin). Pertanto, perché resti costante nel tempo quando aumenta la potenza di calcolo, occorre che i calcoli si facciano più complessi e faticosi, ma calcoli più complessi richiedono l’impiego attrezzature informatiche più costose e quindi spingono in alto costi. Quindi in un certo senso il costo di produrre BitCoin è anche influenzato dal prezzo finale, oltre che da quello dell’energia. Ciò rende molto arduo dare nel tempo un valore al BitCoin basato sul suo costo. E ciò spiega anche perché per i BitCoin non esistono molti altri strumenti di valutazione che stimare indirettamente la forza della domanda (giacché l’offerta, in numero, è fissa e preordinata). Il valore del BitCoin è puramente convenzionale, un po’ come accadeva per i Tulipani in Olanda alcuni secoli fa. Per questo accanto agli amanti delle criptovalute c’è sempre chi teme che le cose non andranno sempre così bene.
ALCUNE UNITÀ DI MISURA… |
Un'oncia troy (t oz) equivale a 31,1034768 grammi. |
Il joule (J) è l'unità di misura dell'energia, del lavoro e del calore. Il gigajoule (GJ) equivalente a 1.000.000.000 joule. |
Il wattora (Wh) è l'unità di misura dell'energia elettrica (potenza elettrica di un watt mantenuta per un'ora). Il kilowattiora corrisponde a 1.000 Wh. Il megawattora (Mw/h) corrisponde a 1.000 kWh, il gigawattora (gWh) sono 1.000 mWh, il terawattora (tWh) sono 1.000 gWh. |
1 kilowattora equivale a 3 600 000 Joule. |
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