Euro digitale: l’evoluzione del denaro di domani

L'euro digitale non è una stablecoin e funzionerà in modo diverso, anche offline.
L'euro digitale non è una stablecoin e funzionerà in modo diverso, anche offline.
Quando qualche giorno fa la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha annunciato che l’euro digitale sarà “pronto nel 2027”, non si è trattato di un colpo di scena, ma del naturale approdo di un percorso iniziato anni fa. Già dal 1° novembre 2023 la Bce ha avviato una fase di preparazione biennale con obiettivi chiari. Durante il 2024 e la prima metà del 2025, la BCE ha confermato che tutti i traguardi sono stati rispettati. L’obiettivo finale è che, tra il 2026 e il 2027, l’infrastruttura e l’app ufficiale siano pronte per la distribuzione graduale in tutta l’area euro, subordinata all’approvazione definitiva del Parlamento e del Consiglio europeo.
Questa preparazione non è solo tecnica, ma anche politica. La Bce dialoga costantemente con il Consiglio dell’UE e il Parlamento europeo, per garantire che la normativa che disciplinerà l’euro digitale tuteli sia la privacy dei cittadini sia la stabilità finanziaria, temi sensibili per qualsiasi innovazione monetaria.
Che cos’è l’euro digitale e cosa cambierà nella vita quotidiana
L’euro digitale non è una criptovaluta, né una “moneta alternativa” propriamente detta, soprattutto non è una stablecoin: è la versione elettronica dell’euro fisico, emessa direttamente dalla Banca Centrale Europea. In pratica, rappresenta denaro della banca centrale in formato digitale, utilizzabile da tutti i cittadini, le imprese e le pubbliche amministrazioni. Come le banconote, sarà privo di rischio e universalmente accettato in tutti i Paesi dell’area euro. In termini semplici, sarà come avere contanti nel portafoglio, ma in un’app o in una carta elettronica. Si potrà aprire un “portafoglio digitale” presso la propria banca o ufficio postale, ricaricandolo con fondi da un conto bancario o anche con contanti depositati allo sportello. Da lì si potranno effettuare pagamenti in negozio, online o tra privati – istantanei, gratuiti e sicuri. Tra le funzioni più importanti:
Uso online e offline: sarà possibile pagare anche senza connessione internet, ad esempio durante un blackout.
Accessibilità universale: l’app ufficiale della BCE sarà progettata per essere inclusiva, adatta a persone con disabilità o competenze digitali limitate.
Gratuità delle funzioni di base: non ci saranno commissioni per le operazioni quotidiane.
Privacy simile al contante: nelle transazioni offline solo mittente e destinatario conosceranno i dati dell’operazione, garantendo un anonimato paragonabile a quello delle banconote.
La tecnologia dietro l’euro digitale: sicurezza, resilienza e rischi
Il cuore tecnologico del progetto si chiama DESP – Digital Euro Service Platform: una piattaforma unica che permetterà a banche, istituzioni e cittadini di scambiare euro digitali in modo istantaneo e sicuro. Il sistema non si basa su blockchain come le criptovalute di cui si parla in questa sezione, ma su un’infrastruttura centralizzata ad alta affidabilità, progettata per garantire prestazioni elevate e compatibilità con gli standard europei di sicurezza. Ogni dettaglio tecnico è oggetto di sperimentazioni e test: il “digital euro app”, ad esempio, viene sviluppato con l’obiettivo di uniformare l’esperienza utente in tutti i Paesi e in tutte le app dei prestatori di servizi di pagamento. L’uso sarà semplice, con pochi passaggi e senza necessità di competenze informatiche avanzate. Una sfida importante è l’operatività offline. La BCE sta studiando un sistema in grado di eseguire transazioni anche in assenza di rete o corrente elettrica, attraverso un ambiente sicuro, programmabile e resistente ai tentativi di manomissione. Ciò richiede componenti hardware dedicati (chip crittografici, moduli di sicurezza) che conservino in modo sicuro le chiavi digitali degli utenti. Questo approccio garantisce continuità dei pagamenti anche in caso di emergenza. Sul fronte della sicurezza informatica, la BCE adotta standard elevatissimi: tutti i dati saranno protetti da crittografia avanzata e l’Eurosistema non potrà collegare direttamente le transazioni a persone specifiche, garantendo una distinzione tra identità e operazioni. Tuttavia, come ogni innovazione digitale, il progetto presenta rischi:
Cyberattacchi: la BCE prevede protocolli di risposta rapida e test di resilienza.
Frodi e disintermediazione: limiti ai saldi detenibili nei portafogli digitali eviteranno che cittadini spostino interamente i risparmi fuori dalle banche tradizionali.
Privacy e trasparenza: la sfida sarà bilanciare il diritto alla riservatezza con la necessità di prevenire il riciclaggio o il finanziamento illecito.
La filosofia generale è che il sistema rimanga pubblico nella governance, ma aperto all’innovazione privata, consentendo alle banche e ai prestatori di servizi di integrare l’euro digitale nelle proprie soluzioni, garantendo interoperabilità e concorrenza.
L’impatto per i piccoli investitori
Se per i consumatori l’euro digitale cambierà il modo di pagare, per i risparmiatori e gli investitori rappresenterà un nuovo equilibrio tra sicurezza e rendimento. L’euro digitale, infatti, non sarà uno strumento di investimento: non genererà interessi e avrà un limite massimo detenibile, pensato per evitare che le persone lo usino come deposito alternativo ai conti bancari. Tuttavia, la sua esistenza potrà influenzare l’intero sistema finanziario europeo.
In primo luogo, offrirà un rifugio sicuro per la liquidità: in tempi di crisi, i cittadini potranno trasferire somme limitate in euro digitali, sapendo che si tratta di moneta della Bce, priva di rischio di fallimento. Questo potrebbe accrescere la fiducia generale nel sistema bancario, analogamente a come il contante garantisce oggi la stabilità psicologica dei risparmiatori.
In secondo luogo, la maggiore efficienza dei pagamenti ridurrà i costi per le famiglie e le imprese: meno commissioni, tempi più rapidi, operazioni immediate anche tra Paesi diversi. Per i piccoli investitori, ciò significa anche un ecosistema finanziario più integrato, dove i servizi fintech potranno costruire soluzioni innovative – dai microinvestimenti ai pagamenti automatizzati – basate su un’infrastruttura pubblica europea.
Infine, la BCE auspica che l’euro digitale possa stimolare l’inclusione finanziaria: permettendo a chi oggi non ha un conto bancario di accedere gratuitamente a un portafoglio digitale, anche attraverso carte fisiche o dispositivi semplici. Per molti cittadini vulnerabili o anziani, questo rappresenterà un passo decisivo per partecipare alla vita economica digitale senza essere esclusi.
Un passo storico, ma prudente
L’euro digitale non sostituirà il contante – lo affiancherà. L’obiettivo dichiarato della BCE è mantenere la libertà di scelta nei pagamenti, assicurando che ogni cittadino possa decidere se usare banconote, carte o euro digitali. Nel 2027, quindi, potremmo avere nei nostri portafogli due versioni della stessa moneta: una fisica e una digitale, entrambe garantite dalla BCE.
Il progetto è ambizioso: vuole preservare la sovranità monetaria europea in un mondo dominato da piattaforme private globali, ma anche offrire ai cittadini uno strumento moderno, sicuro e gratuito per vivere nel nuovo ecosistema dei pagamenti digitali.
Se il contante ha segnato il Novecento, l’euro digitale sarà probabilmente il volto monetario dell’Europa del XXI secolo: una moneta pubblica, accessibile e pensata per tutti, dal piccolo commerciante alla famiglia che risparmia, dal giovane imprenditore digitale all’anziano che fa la spesa al mercato.
Bibliografia:
ECB, Progress on the Preparation Phase of a Digital Euro – Third Progress Report (2025)
ECB, FAQ on the Digital Euro (aggiornato al 16 luglio 2025)
ECB, SPACE – Study on the Payment Attitudes of Consumers in the Euro Area (2022)
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