Il Bitcoin è in grande difficoltà. Come reagire?
Il BitCoin è finito per qualche attimo anche sotto quota 90.000 dollari.
Il BitCoin è finito per qualche attimo anche sotto quota 90.000 dollari.
Il prezzo del Bitcoin è sceso brevemente sotto i 90.000 dollari. Dal suo picco di 126.000 dollari a inizio ottobre, il Bitcoin ha perso quasi il 30% (vedi qui per un recente commento ai cali). Questo calo, che cancella tutti i guadagni del 2025, riflette la mancanza di fiducia nel mercato e l’avversione al rischio che si sta diffondendo in Borsa. Questo clima di nervosismo colpisce anche le azioni tecnologiche americane, dove si osservano un aumento della volatilità e prese di beneficio dopo la pubblicazione dei risultati trimestrali. Il ripiegamento del Bitcoin si accompagna inoltre a significative fuoriuscite di capitali dagli ETF Bitcoin, confermando un rinnovato atteggiamento di sfiducia da parte degli investitori nei confronti della più popolare delle criptovalute e dell’intero ecosistema crypto.
Gli investitori sono preoccupati per l’aumento delle valutazioni dei titoli legati all’Intelligenza Artificiale e alla tecnologia, arrivando a evocare un imminente crollo della Borsa. Questo nervosismo nel comparto azionario si ripercuote sugli asset più speculativi, come le criptovalute, per le quali è difficile determinare un prezzo di equilibrio (qual è il “vero” valore di una criptovaluta?). Il Bitcoin, nonostante sia presente in un numero crescente di portafogli di privati e professionisti, rimane un asset altamente speculativo. Attribuiamo questo movimento di vendite anche a fattori economici. Le dichiarazioni dei banchieri centrali americani, l’indebolimento delle aspettative di un taglio dei tassi nel breve termine e le incertezze sullo stato dell’economia statunitense hanno spinto gli investitori ad allontanarsi dagli asset rischiosi come le criptovalute.
I mercati a effetto leva amplificano fortemente le perdite. Alcune posizioni speculative sono state liquidate: ciò avviene quando gli investitori che ricorrono al prestito vedono il valore delle loro garanzie diminuire troppo rapidamente. Le piattaforme di negoziazione chiudono automaticamente le posizioni per limitare le perdite, accelerando così il calo dei prezzi. A differenza dei mercati finanziari tradizionali, il mercato delle criptovalute, in caso di forti ribassi, dipende maggiormente dalla psicologia degli investitori e dall’indice della paura, più che da elementi fondamentali. In periodi di panico, la discesa è più violenta, poiché questi asset non si basano né su un valore intrinseco solido, né sui fattori di robustezza che sostengono i corsi azionari.
Come reagire?
Le correzioni dei prezzi, per quanto possano sembrare negative a prima vista, devono essere considerate sia come un segnale di prudenza per gli investitori che hanno già registrato dei guadagni, sia come un’opportunità per rafforzare le proprie posizioni a livelli più favorevoli. Quando questi movimenti ribassisti si accompagnano a un clima di panico, molti investitori colgono l’occasione per acquistare asset a prezzi interessanti, ponendo così nuove basi per il loro portafoglio.
La strategia del DCA (Dollar Cost Averaging), che consiste nell’investire regolarmente una somma fissa nelle criptovalute, ha dimostrato la sua efficacia nel mitigare la volatilità e nel generare performance superiori nel lungo periodo. Questo metodo permette di comprare di più durante i ribassi e meno quando i prezzi sono elevati, riducendo il rischio legato alla volatilità. Poiché le criptovalute sono particolarmente instabili, non è raro che un guadagno importante svanisca in poche sedute in caso di brusca inversione. Da qui l’importanza di mettere progressivamente al sicuro i profitti quando la performance cresce. Realizzare profitti parziali (“cash out” in inglese) aiuta a proteggere il capitale, limitare l’esposizione al rischio e creare liquidità per cogliere future opportunità.
Sconsigliamo agli investitori più prudenti di sfruttare questi cali e di investire nelle criptovalute, che sono ben lontane dall’essere beni rifugio o strumenti per ridurre il rischio del portafoglio.