Parliamo ancora di tassi al 10% col Crowdfunding

Qualche punto di rendimento percentuale in più non deve farvi dimenticare che il crowdfunding non deve mai impiegare più che una piccola parte dei vostri risparmi.
Qualche punto di rendimento percentuale in più non deve farvi dimenticare che il crowdfunding non deve mai impiegare più che una piccola parte dei vostri risparmi.
Tra gli articoli più letti tra quelli che abbiamo dedicato al crowdfunding nelle ultime settimane ci sono questo in cui raccontavamo dei tassi elevati del crowdlending (il prestito tramite crowdfunding), e quest’altro articolo in cui parlavamo dei tassi elevati del crowdfunding immobiliare. Segno che l’idea di prestare soldi a tassi elevati fa abbastanza gola a tutti.
Non dovete comunque preoccuparvi di saltarci su di corsa per evitare di perdere le occasioni. Nel momento in cui scriviamo, solo guardando ai siti Crowdlender e Ener2crowd, vediamo già ben sei offerte attive e qualcun’altra in arrivo. Insomma, non ne dovrebbero mancare neanche in futuro. Vero è che i tassi d’interesse dell’eurozona sono destinati a scendere prima o poi, ma è anche vero che come vi abbiamo detto in passato, tra l’illiquidità degli investimenti in crowdfunding e il rischio di credito, comunque molto più elevato, i rendimenti hanno buoni motivi per restare comunque superiori di diversi punti percentuali rispetto a quelli di un comune BTp anche nei prossimi tempi. E qualche punto di rendimento percentuale in più non deve farvi dimenticare che il crowdfunding non deve mai impiegare più che una piccola parte dei vostri risparmi.
A rassicurare gli animi, se si fa una breve ricerca in Google notizie con le parole chiave “truffe crowdfunding” compaiono come notizie recenti solo alcuni casi di presunte truffe per donazioni online a favore delle vittime delle alluvioni in Emilia. Un tema che non riguarda certamente gli investimenti, ma la beneficenza. Questo è assai confortante e contribuisce a non infangare il buon nome del crowdfunding. Tuttavia, proprio perché le cose stanno andando bene, occorre tenere a mente alcune regole che, in tempi tranquilli si tendono normalmente a dimenticare.
La prima regola è di controllare sempre che la piattaforma di crowdfunding su cui intendete operare sia nell’apposito registro UE. Da novembre 2023, infatti, il crowdfunding è normato con regole europee (le trovate qui https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX:32020R1503) e qui all’articolo 14 si prevede un registro europeo tenuto dall’Esma.
L’Esma, per intenderci è l’autorità europea per la finanza e i mercati, una sorta di Superconsob sovrastatale, prerequisito per un mercato unico degli strumenti finanziari. Il registro di cui vi parliamo si trova al seguente link: https://registers.esma.europa.eu/publication/.
Per scoprire se la società di cui vi servita è presente potete usare la funzione cerca usando la parola chiave. Noi abbiamo provato a usarla e non sempre il risultato ci è saltato all’occhio. Per cui per fare meglio il consiglio è di cliccare sulla sinistra in basso la scritta “MiFID/UCITS/AIFMD/EUSEF/EUVECA/ECSPR entities” che dà accesso ai vari registri tenuti dall’Esma, e poi selezionare nel menu a tendina a sinistra della pagina che vi comparirà sotto la voce “Entity type” l’ultima riga dove sta scritto “European crowdfunding service provider”. Da lì, se ne conoscete la sede di registrazione potete scegliere “Home member state” e fare la vostra ricerca negli elenchi.
La sede di registrazione in genere è presente nella contrattualistica della società che vi offre il servizio di crowdfunding. Per esempio, per www.ener2crowd.it basta cliccare in basso su “Legal” e poi su contratto servizi e nelle prime righe del contratto troverete “autorizzata ad operare come Crowdfunding Service Provider…” con tanto di data e numero di autorizzazione.
Se andate sul sito dell’Esma e fate la ricerca che vi abbiamo detto, indicando “Italy” alla voce “Home member state” lo trovate effettivamente scorrendo l’elenco alla terza pagina in alto. Per un esempio con una società estera vi rimandiamo a questo nostro articolo in cui abbiamo verificato la sede irlandese di una società angloamericana che offre l’opportunità di aderire a campagne di crowdfunding.
Regola banale, la ripetiamo anche spesso, ma altrettanto spesso temiamo che ci sia chi non lo fa. Come abbiamo detto sopra i tassi elevati in questo campo sono la norma per una serie di motivi. Uno è il rischio. Siamo di fronte a microprogetti. A chi prestate i vostri soldi? Chi ve li ripaga? Con quali garanzie? Dovete esserne consapevoli, il crowdfunding è un mondo interessante, ma richiede competenza. Inoltre, visto che il crowdfunding è una forma di investimento illiquido: occhio ai tempi previsti per riavere indietro il denaro. Se pensate di poterne avere bisogno prima... evitate!
La cosa buona del lending crowdfunding è che bastano spesso 50 o 200 euro per investirci. In questo modo anche con pochi soldi, pensiamo a 5.000 euro, è possibile suddividere i vostri investimenti in più progetti. A volte potrebbero offrirvi tassi più alti se investite cifre più elevate. Non fatevi ingolosire troppo: se non potete diversificare su più progetti non ne vale la pena. Se andate sui siti di lending crowdfunding e scorrete i progetti ormai chiusi potete vedere che sono decine e potete immaginare che probabilmente altrettanti ne arriveranno nei mesi futuri.
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