L’Ethereum affosserà i semiconduttori?
Grafico
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L’Ethereum (1.328,09 dollari Usa) è la seconda criptovaluta più importante dopo il BitCoin (19.020,38 dollari Usa), legata agli smart contract (contratti intelligenti) e vista come uno degli strumenti più promettenti del futuro. Ha cambiato pelle: www.altroconsumo.it/investi/investire/criptovalute/ultime-notizie/2022/09/l-ethereum-cambia-pelle. È passata da una versione in cui erano necessari calcoli enormi per ogni transazione a una che chiede molta meno fatica, meno energia e meno computer connessi in rete. Come ogni rivoluzione, lascia vincitori (il clima, per esempio) e vinti (chi aveva costosi computer per minare Ethereum). Ora molti dei “vinti” potrebbero dedicarsi ad altre criptovalute. Molti altri potrebbero non sapere più che farsene dei loro computer. Da qui la domanda: non è che il mercato dei chip ne risentirà?
NIENTE ALLARMISMI, IL FUTURO E' ANCORA LI'
Prima considerazione, questa storia dell’Ethereum non è una novità: seppur in ritardo il cambiamento era previsto da tempo; fosse stato così importante forse se ne sarebbe parlato anche prima. È vero che le criptovalute spingono in modo importante la domanda di capacità di calcolo mondiale, ma non sono l’unica fonte. La carenza di microchip è un problema cui in molti investono da tempo (www.altroconsumo.it/investi/investire/mercati-e-valute/analisi/2022/04/microchip-sempre-piu-preziosi), ma non è destinato a scomparire in fretta. La digitalizzazione va avanti e, come ci insegna la guerra in Ucraina con l’arretratezza tecnologica della Russia, la produzione di chip sempre più evoluti e performanti resta all’ordine del giorno. Secondo un report di JP Morgan, in questa seconda metà del 2022 sarà disponibile sul mercato una maggiore quantità di microchip, ma non è detto che sia del tipo giusto da soddisfare la domanda. La nostra valutazione del settore è ancora positiva. Gli ultimi calcoli, di inizio mese, vedono attribuire al settore un giudizio pari a interessante, anche se al limite del neutro. Per intenderci: interessante spesso, ma non sempre, corrisponde a acquista e neutro spesso, ma non necessariamente, corrisponde a mantieni. A sfavore sta il rischio. Il momentum, cioè la tendenza nel tempo a crescere o calare dal punto di vista del mero andamento di Borsa (vedi a lato per questo termine e i successivi) è neutro, la valutazione è corretta, mentre l’indice di Sharpe a quota 0,96 è moderatamente positivo. C’è comunque da dire che siamo molto sotto i massimi (-41,9% in dollari, molto più delle perdite delle Borse mondiali che sono a -23% dai massimi), che il rapporto prezzo/utili è ormai a 14,4 (in linea con il 14,8 delle medie mondiali), ben al di sotto della media dal 2005 a oggi (20,2, il dato mondiale è 16,9). Dal canto suo il rapporto prezzo/valore contabile è relativamente elevato e pari a 3,7 (2,2 il dato mondiale, 2,9 la media dei semiconduttori e 1,9 la media mondiale). Il rapporto EV/Ebitda è 10, in linea con il 9,7 delle medie mondiali. Il rendimento da dividendo è 2,2% (2,6% le Borse mondiali). Insomma il settore continua a contare mediamente su buoni multipli e sul fatto che ha ripiegato molto dai massimi. Al momento ti confermiamo che puoi acquistare un Etf come iShares Msci global semiconductors (3,674 euro; Isin IE000I8KRLL9). Puoi mantenere l’Etf Lyxor Msci semiconductors (18,89 euro; Isin LU1900066033, era, invece, all’acquisto nel n° 1469) che rispetto al precedente ha un costo medio annuo lievemente più alto.
La scatola degli attrezzi
Elaboriamo il nostro giudizio sui settori sulla base di quattro pilastri. Il primo è la volatilità: più un settore è volatile, più è rischioso. Pesa per il 5% della valutazione. Il secondo è il momentum, cioè la tendenza che un settore ha mostrato negli ultimi mesi verso una buona o una cattiva performance. Pesa per il 25% della valutazione. Il terzo è la valutazione fatta rispetto a due rapporti che funzionano un po’ come fossero il prezzo al chilo delle azioni; sono il rapporto prezzo / valore contabile atteso delle azioni e il rapporto prezzo / utile atteso per azione rapportato a sua volta alla crescita annualizzata (vedi oltre). Pesa per il 35% della valutazione. Il quarto è l’indice di Sharpe, che indica la redditività marginale di un'attività ottenuta per unità di rischio. Più alto è, meglio è. Pesa per il 35% della valutazione.
Venendo agli altri elementi di confronto citati nell’articolo: prezzo/utili, prezzo/ valore contabile più sono alti più un titolo è caro (e viceversa). Lo stesso vale per EV/Ebitda. Il rapporto Enterprise Value/EBITDA è il rapporto tra il valore totale di una società e la sua redditività misurata attraverso l’EBITDA. Il valore di una società (EV) è dato da: capitalizzazione borsistica + debito – liquidità). L’EBITDA (utile prima delle componenti finanziarie, tasse, svalutazioni, ammortamenti e accantonamenti).
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