Quando un Etf dice addio

Il delisting, ossia l'abbandono di una Borsa da parte di un prodotto finanziario è un fatto tutt'altro che raro.
Il delisting, ossia l'abbandono di una Borsa da parte di un prodotto finanziario è un fatto tutt'altro che raro.
Può capitare che un Etf venga delistato, ossia che venga ritirato dalla Borsa su cui è quotato.
Questo è normalmente un fatto che anticipa la liquidazione dell'Etf.
La liquidazione avviene di norma quando un Etf non ha avuto un grande successo commerciale, magari perché se lo sono comprato in pochi e pertanto il suo patrimonio è relativamente piccolo. Un patrimonio piccolo comporta una maggiore incidenza dei costi fissi (per cui è difficile tenere le spese basse come promesso con questi prodotti) e talora comporta una difficoltà vera e propria nella gestione del prodotto perché riproduca fedelmente l'andamento di un mercato (troppi pochi soldi per riprodurre un indice nel caso di repliche fisiche). In questo caso si ha prima il delisting e successivamente la liquidazione. Si può quindi vendere l'Etf in Borsa prima del delisting (pagandone le spese), oppure attendere la liquidazione (ma ci può volere un poco di tempo e soprattutto c'è una incertezza sull'effettivo prezzo di rimborso, cosa che, invece, è chiara, al momento della vendita). Trovi quello che avevamo consigliato di fare con un Etf dedicato al Cile qui e con uno dedicato alle azioni del settore retail qui. In entrambi i casi la vendita ci era sembrata la cosa più saggia.
Un caso simile, di scomparsa di un Etf, ma non identico (nel senso che non abbiamo un delisting) si ha quando un Etf viene fuso in un altro quotato sullo stesso mercato. Non è, infatti, un vero e proprio delisting, nel senso che chi ha in mano un prodotto se ne trova poi in mano comunque un altro quotato. La fusione dell'Etf avviene di norma quando lo stesso gestore si ritrova a gestire più Etf gemelli, per cui non ha senso commercializzare due o più prodotti identici. Oppure (ma in casi più rari) potrebbe essere l'alternativa a liquidare un Etf piccolo che investe in un mercato simile (ma non del tutto identico) a quello di un Etf più grande. In questi casi resta in mano l'Etf nuovo. In tal caso se il nuovo Etf ha la stessa politica di gestione del precedente (e non ha costi peggiori) si può tranquillamente valutare di restare nell'Etf (in passato lo abbiamo consigliato per esempio qui a proposito di un Etf obbligazionario). Diversamente ti dovrai, invece comportare, se la fusione comporta un cambio radicale della politica del tuo Etf, nel qual caso ti conviene vendere.
In ogni caso devi leggere attentamente la documentazione e accertarti che il prodotto che hai in mano sia comunque quotato sul listino a cui hai facile accesso con la tua banca, soprattutto nel caso di prodotti quotati su più listini contemporaneamente. Non è un fenomeno che ci è capitato di vedere, ma è sempre meglio tenere un occhio aperto.
Attendi, stiamo caricando il contenuto