Facciamo una premessa: è sempre molto difficile valutare un investimento in diamanti, e questo già non va a favore di questo investimento. A differenza dell’oro per cui un lingotto vale l’altro (ma già per le monete se non sono fior di conio abbiamo da valutare anche il loro livello di usura) ogni gemma preziosa ha le sue caratteristiche e può differire dalle altre gemme. Ricordiamo che le caratteristiche da incrociare per valutare un diamante sono 4: Carat (il peso, man mano che cresce il valore del diamante cresce più che proporzionalmente). Color (il colore che va dalle tonalità gialle all’incolore, e i più preziosi sono i più trasparenti). Clarity (la purezza, meno imperfezioni ci sono e più vale). Cut (taglio, qui si varia molto, ma il brillante rotondo è più facile da usare per chi investe).
I prezzi sono calati
Superata questa difficoltà che già di per sé dovrebbe indurre a prudenza, c’è il fatto che ultimamente i prezzi dei diamanti stanno andando maluccio. Chi fosse interessato ai dettagli dei prezzi può andare a studiarseli su una delle bibbie del diamante: https://rapaport.com/. Noi ci limitiamo a segnalare che in una intervista appena pubblicata si parla di crollo della domanda di diamanti naturali negli Usa e della sempre più forte concorrenza di quelli sintetici (noi ne avevamo parlato un anno fa qui). Ma anche della “morte” (sic) del mercato cinese dei diamanti. Il che non deve stupire visto quello che abbiamo detto sull’andamento del settore lusso in Cina (ne parliamo qui, ma già a luglio ne avevamo parlato qui anticipando diverse tematiche). Nel complesso si parla di ottimismo per il commercio di diamanti naturali di alta qualità, ma se andiamo a vedere anche altre fonti c’è comunque preoccupazione.
Cosa dice il maggior produttore di diamanti del mondo
Come molti sanno De Beers è un colosso del settore minerario diamantifero fondato da Cecil Rhodes nel 1888, rappresenta un gruppo di imprese ed è un po’ il punto di riferimento del settore. La società non è quotata, ma è in mano in larga parte al colosso quotato Anglo American. Siamo, quindi andati a vedere che ha detto Anglo American questa estate al momento della presentazione dei suoi conti al secondo trimestre, parlando di De Beers e dei diamanti.
“Il mercato dei diamanti grezzi ha iniziato a mostrare alcuni segnali di miglioramento nel primo trimestre; tuttavia, nel secondo trimestre, le condizioni commerciali si sono nuovamente deteriorate in modo abbastanza sostanziale. Il mercato cinese è stato molto debole poiché la spesa per beni di lusso si è indebolita e, sebbene la domanda dei consumatori statunitensi sia stata ampiamente stabile, i rivenditori sono ancora cauti quando si tratta di scorte. Mentre la biforcazione della domanda di diamanti creati in laboratorio continua e mentre l'India registra tassi di crescita impressionanti, tutti i segnali puntano verso una ripresa della domanda nel medio termine, ma per ora dobbiamo intraprendere ulteriori azioni. Ecco perché, come abbiamo evidenziato nel nostro aggiornamento operativo del secondo trimestre la scorsa settimana, ci siamo allineati con i nostri partner di produzione per ridurre la produzione di altri 3 milioni di carati a supporto della gestione del capitale circolante.”
(per la presentazione completa: https://www.angloamerican.com/~/media/Files/A/Anglo-American-Group-v5/PLC/investors/investor-presentations/anglo-american-2024-interim-results-presentation-transcript.pdf)
Cerchiamo di leggere tra le righe: bene, ma non benissimo Anglo American conta di tagliare la produzione per sostenere i prezzi, i diamanti industriali mordono i freni. La situazione non sembra brillante.
Che fare?
I diamanti restano uno splendido bene per chi ama la gioielleria, ma per quel che riguarda l’investimento preferiamo continuare a preferire l’oro, perché sono difficili da maneggiare, la tecnologia permette di riprodurli facilmente ponendo una ipoteca sul lungo periodo (per l’oro non esiste la pietra filosofale, invece) e al momento anche i produttori non sono entusiasti.