La settimana delle obbligazioni: tagli a tassi e rating

La settimana delle obbligazioni
La settimana delle obbligazioni
La notizia più importante sui mercati, non solo quelli obbligazionari, è stata il taglio del rating da parte di Fitch ai danni degli Stati Uniti. Da AAA il rating a stelle e strisce è sceso a AA+. L’eco mediatico è stato ovviamente molto forte e anche le reazioni da parte della Casa Bianca e del Tesoro Usa sono state veementi. Per gli Stati Uniti non è una novità aver perso il rating tripla A, in quanto già diversi anni fa S&P aveva provveduto a tagliarlo da AAA e AA+. Il dollaro rimane la valuta mondiale per eccellenza, i titoli di Stato Usa sono ancora utilizzati come garanzia nelle transazioni e sono ancora considerati l'attività priva di rischio dove parcheggiare i soldi. Per di più la settimana per i titoli di Stato Usa si è comunque chiusa in positivo - vedi tabella. Per questo abbiamo lasciato inalterata la nostra posizione nei portafogli sia delle obbligazioni sia delle azioni degli Stati Uniti.
Un'altra sorpresa arrivata dai mercati la scorsa settimana è stata la decisione della Banca centrale del Brasile. Le attese erano per un taglio dei tassi dal 13,75% al 13,5%, ma alla fine l'istituto brasiliano ha deciso di tagliare dello 0,5%, livellando così il costo del denaro al 13,25%. L’informazione ulteriore e nuova che è stata data è quella che in futuro ci saranno altri tagli nel costo del denaro dello stesso ammontare di quest’ultima riunione. Questa nuova prospettiva delineata dalla Banca centrale ci ha portato a rivedere i consigli sui i bond in real, allungando le scadenze consigliate per i titoli all’acquisto. Quelli che passano a mantenere non devono comunque essere venduti: le ragioni te le abbiamo spiegate qui.
Rimanendo in tema di sorprese anche la decisione di lasciare i tassi invariati da parte della Banca centrale australiana è stata una scelta inattesa: i mercati si aspettavano un ritocco al rialzo al 4,35% dall'attuale 4,10%. Dopotutto, l'economia australiana sta iniziando a rallentare e gli effetti dei passati rialzi devono ancora farsi sentire. La RBA ha deciso così di prendersi una pausa per valutare gli effetti della stretta monetaria fin qui operata; non ha comunque escluso possibili nuovi rialzi. I bond in dollari australiani non sono all'acquisto.
Dalla Cina sono invece arrivati i dati sul Pmi di manifattura e servizi. Come sta capitando oramai da diverso tempo, anche questi dati continuano a segnalare un rallentamento del colosso asiatico. I bond di yuan continuano ad essere all'acquisto.
Spostandoci in Europa, il Pil della zona euro del secondo trimestre è stato positivo e anche superiore alle attese – a differenza di quanto avvenuto per l’Italia. Questa notizia si accompagna anche alla revisione arrivata nelle scorse settimane del Pil del primo trimestre 2023, che è rimasto stagnante anziché in contrazione dello 0,1%. Ufficialmente l'economia della zona euro non ha quindi conosciuto una recessione tecnica e al momento l'attività economica, seppur in rallentamento rispetto al passato, continua ad essere positiva e ha sorpreso anche i mercati perché leggermente superiore a quanto ci si aspettava. Per quanto riguarda i bond in euro, tutto è confermato in termini di strategia, presenza in portafoglio e prodotti da scegliere.
COME SONO ANDATI I PRODOTTI |
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Xtrackers II iBoxx Eurozone Government |
0,0% |
Xtrackers II High Yield Corp. Bd 1D |
-0,5% |
Nordea 1 norwegian bond BP |
-0,9% |
Etfs long nok short eur |
0,9% |
Nordea 1 swedish short term bond |
-1,4% |
Etfs long sek short eur |
-0,3% |
iShares $ Treasury Bond 1-3yr |
0,1% |
iShares $ High Yield Corp Bond |
-0,3% |
Ubs Japan treasury 1-3y |
-1,1% |
iShares China CNY Bond ucits |
-0,3% |
HSBC GIF Brazil Bond AC USD |
-1,7% |
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