La settimana delle obbligazioni: nuovi equilibri e quali bond acquistare

La settimana delle obbligazioni
La settimana delle obbligazioni
La settimana appena trascorsa è stata densa di riunioni di Banche centrali. Se tutti gli occhi erano puntati sulla Federal Reserve americana, nel mondo ci sono state riunioni anche di altri Istituti, non solo dei Paesi di cui ti consigliamo delle obbligazioni. Per esempio, ci sono novità per la Norges Bank e la Bank of Japan, ma anche tra i Paesi emergenti, come Brasile e Indonesia o ancora, nel Vecchio continente, nel Regno Unito. Le decisioni non sono state sempre scontate: c’è chi ha saputo anche sorprendere.
CHI HA SORPRESO
Nel novero di chi ha sorpreso c’è, in parte, la Fed, che ha deciso di tagliare i tassi dello 0,5%: una decisione che stando alle attese di mercato era possibile, ma non certa. Molti osservatori consideravano più probabile un taglio dello 0,25%, alla luce dei dati sui prezzi usciti due settimane fa e dei timori su come si sarebbe potuta leggere una riduzione così ampia nel costo del denaro in ottica di stato di salute dell'economia americana. Alla fine, però, il cosiddetto taglio jumbo è arrivato e ha inciso sui mercati: il dollaro ha conosciuto una settimana negativa, dato il taglio più ampio rispetto a quello effettuato dalla Banca centrale europea. I mercati ora si attendono con certezza un altro taglio sia nella riunione di novembre, sia in quella di dicembre. Ma di quanto saranno questi tagli? Il mercato non esclude che in una delle due riunioni ci possa essere un altro taglio dello 0,5%. Al momento, dunque, la certezza è che il taglio della Fed della scorsa settimana non è stato un caso isolato, ma è il primo di una serie che continuerà nel 2024 e anche in parte nel 2025. Spunti di investimento sui bond in dollari, e non solo, li trovi qui.
Chi ha totalmente sorpreso i mercati, invece, è la Banca centrale indonesiana. Le attese erano per un taglio dei tassi nell'ultimo trimestre di questo 2024, lasciando prima ridurre il costo del denaro alla Federal Reserve e solo successivamente intervenendo con un taglio sul proprio costo del denaro. Nella riunione della scorsa settimana, invece, la Bank of Indonesia ha preso in contropiede i mercati tagliando i tassi di interesse dello 0,25% già in questa riunione, anche con un giorno di anticipo rispetto alla Fed. Con un'inflazione ampiamente sotto controllo e una maggiore attenzione all'andamento dell'economia, a Jakarta hanno evidentemente ritenuto possibile anticipare i tempi. Non cambia il nostro consiglio sulle obbligazioni in rupie indonesiane: non acquistare.
CHI, COME DA ATTESE, È STATO FERMO
I mercati si aspettavano una conferma del costo denaro in Norvegia al 4,5%, ma iniziavano a sperare in un'apertura su un possibile taglio dei tassi a fine dicembre. Dopotutto, gli ultimi dati sull’inflazione hanno mostrato un carovita in rallentamento e anche più delle attese. La Norges Bank ha, però, optato per lo statu quo. La Banca centrale norvegese ha, infatti, mantenuto i tassi fermi al 4,5% e ha detto che rimarranno su questi livelli fino alla fine dell'anno. Tuttavia, ha anche aggiunto che il momento di allentare la politica monetaria si sta avvicinando. Dunque, il taglio dei tassi è previsto per il 2025: prima, non se ne parla.
Anche la Bank of Japan (BoJ) ha deciso di mantenere i tassi invariati allo 0,25%, come era stato ampiamente atteso dal mercato, ma per quanto riguarda le future mosse ha fatto capire che la possibilità di un ulteriore rialzo dei tassi di interesse in questo 2024 ancora esiste. La BoJ ha, infatti, rivisto al rialzo le sue stime sulla spesa dei consumatori, un motore chiave della crescita economica; inoltre, l’inflazione, escludendo il cibo fresco, è aumentata ad agosto del 2,8% rispetto all'anno precedente, accelerando dal 2,7% di luglio, mentre i costi dei prodotti alimentari sono ulteriormente aumentati. In un contesto del genere, un ulteriore rialzo dei tassi potrebbe effettivamente essere necessario. Se dovesse arrivare, però, non sarà a ottobre e questo per due motivi. Primo: non ci sarebbero ancora dati dall'economia sufficienti per essere sicuri che un ulteriore rialzo sarebbe giustificato. Secondo: la concomitanza con le elezioni in Giappone.
La Banca centrale inglese, la Bank of England, non ha sorpreso i mercati e ha mantenuto i tassi fermi al 5%. I mercati hanno, però, dovuto rivedere in parte le loro attese sulle mosse future: se prima erano convinti di un livello del costo del denaro più basso dello 0,5% a fine 2024, quindi con tassi al 4,5%, ora non sono più certi di due tagli nelle prossime riunioni. Sono certi di un solo taglio: il secondo è considerato probabile, ma non certo. La Banca centrale inglese ha, infatti, detto che sarà in grado di ridurre gradualmente i tassi nel tempo, ma per farlo è importante che l'inflazione resti bassa e non bisogna in nessun modo essere precipitosi nel tagliare i tassi troppo o troppo velocemente. Le obbligazioni in sterline continuano a non essere consigliate.
CHI, COME DA ATTESE, HA ALZATO
Il fatto che la Banca centrale brasiliana potesse alzare i tassi di interesse nella riunione della scorsa settimana era conclamato. Dopotutto, i dati provenienti dall'economia, sia in termini di attività economica sia in termini di prezzi, mostravano un surriscaldamento e pressioni inflazionistiche che iniziavano a pesare non solo sui dati, ma anche sulle aspettative di inflazione. L'Istituto brasiliano non ha potuto fare altro che optare per un rialzo dello 0,25% dei tassi.
Tuttavia, non si è fermata al solo aumento dei tassi. A livello comunicativo il messaggio è stato molto aggressivo: possiamo dire che la Banca centrale brasiliana è tornata ad essere “falco” nella gestione della politica monetaria. È stato, infatti, detto chiaramente che sono previsti ulteriori rialzi sulla base delle aspettative di crescita e inflazione resilienti. I bond in real restano, comunque, da mantenere.
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