La settimana delle obbligazioni: non c'è solo Trump, ma anche molto altro

La settimana delle obbligazioni
La settimana delle obbligazioni
La settimana è stata monopolizzata dalle elezioni presidenziali Usa e dagli effetti immediati che la vittoria di Trump ha avuto sui mercati e su quelli che potranno avere le sue future decisioni. Parlando di quest’ultime, puoi approfondire il tema su rendimenti, obbligazioni… con l’analisi che trovi qui. Nella stessa settimana è arrivata anche la riunione della Banca centrale Usa, che come da attese ha tagliato i tassi dello 0,25%. La maggiore attenzione è stata però concentrata sulle conseguenze dell’elezione di Trump sulla Fed.
In generale la settimana è stata contraddistinta certamente dai guadagni del dollaro (+0,9%), ma anche da una sostanziale debolezza dell’euro rispetto a tutte le valute – come puoi vedere dall’andamento qui sotto dei diversi prodotti.
COME SONO ANDATI I PRODOTTI
IL RESTO DEL MONDO
Nel resto del mondo ci sono state altre Banche centrali che si sono riunite – in tutto quattro. La Banca centrale norvegese ha mantenuto i tassi fermi al 4,5% e per tutto il 2024 non taglierà i tassi – eventualità di cui parlava già da diverse riunioni. Tassi fermi anche per la Banca centrale australiana, che addirittura non esclude nulla: potrebbe anche alzare i tassi.
Chi li ha alzati, come da attese, è stata la Banca centrale brasiliana, con un’inflazione che rimane sopra l’obiettivo e subisce ulteriori pressioni al rialzo, tanto che i tassi saranno alzati anche nella prossima riunione. C’è stato però anche chi ha tagliato: si tratta della Bank of England, che però si sta muovendo con molta cautela.
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