IDEM
Che cos’è l’IDEM?
L’IDEM, acronimo di Italian Derivatives Market, è stato per oltre trent’anni il mercato regolamentato di Borsa Italiana dedicato alla negoziazione dei contratti derivati. Il termine derivati indica quegli strumenti finanziari il cui valore “deriva” da un’attività sottostante, come un’azione, un indice o una valuta.
In particolare, sul mercato IDEM si negoziavano opzioni su singoli titoli azionari e contratti futures su indici di borsa italiani, tra cui il più noto è stato il contratto future sull’indice FTSE MIB. Questo è un accordo standardizzato che consente di comprare o vendere, in una data futura, il valore dell’indice principale della Borsa Italiana (il FTSE MIB) ad un prezzo stabilito oggi. Non comporta il possesso reale delle azioni, ma solo la regolazione della differenza di valore tra il prezzo concordato e quello effettivo dell’indice alla scadenza.
In quanto mercato regolamentato, l’IDEM garantiva elevati standard di trasparenza, compensazione e garanzia, elementi fondamentali per assicurare l’integrità delle negoziazioni e la tutela degli investitori.
Come funzionava
Il funzionamento del mercato IDEM era basato su regole precise, definite da Borsa Italiana S.p.A., la società che ne gestiva la piattaforma. Le negoziazioni avvenivano in modalità elettronica, con un sistema d’asta continua che permetteva di incrociare in tempo reale le proposte di acquisto e vendita.
Gli strumenti derivati trattati sull’IDEM si dividevano in due categorie principali:
- Contratti futures, come il FTSE MIB future, che obbligavano le parti a scambiare un certo sottostante (per esempio l’indice azionario) a una data futura e a un prezzo stabilito oggi.
- Opzioni su singoli titoli azionari e su indici, che invece conferivano il diritto, ma non l’obbligo, di acquistare o vendere il sottostante entro una certa data.
Ogni contratto future o opzione era standardizzato per scadenze, quantità e modalità di regolamento, in modo da rendere il mercato liquido e accessibile.
Le controparti delle operazioni erano sempre garantite da una controparte centrale, inizialmente la Cassa di Compensazione e Garanzia (CC&G). Questo meccanismo di compensazione e garanzia eliminava il rischio di insolvenza, perché la CC&G si interponeva tra acquirente e venditore, assicurando che ciascuno rispettasse i propri impegni.
In questo modo, anche investitori non istituzionali potevano accedere al mercato dei derivati italiani in un contesto strutturato e vigilato.
Da cosa è stato sostituito
Nel corso del tempo, il panorama dei mercati finanziari europei si è evoluto rapidamente. Le fusioni tra piattaforme, la spinta alla digitalizzazione e l’armonizzazione normativa a livello europeo hanno portato alla nascita di nuovi sistemi integrati di negoziazione.
A partire dal 2023, il mercato IDEM è stato progressivamente integrato nel nuovo mercato dei derivati di Euronext, a seguito dell’ingresso di Borsa Italiana S.p.A. nel gruppo Euronext. Il nuovo sistema, denominato Euronext Derivatives Milano, ha preso il posto dell’IDEM mantenendone l’essenza, ma adottando una struttura tecnologica e organizzativa comune agli altri mercati derivati europei del gruppo.
Di fatto, l’IDEM non è “scomparso” nel senso stretto del termine, ma è stato trasformato in un nuovo mercato con regole e infrastrutture armonizzate.
Il passaggio dall’IDEM a Euronext Derivatives Milano ha comportato diverse conseguenze per gli operatori, gli intermediari e, indirettamente, per gli investitori.
Sul piano operativo, il nuovo mercato utilizza una piattaforma tecnologica condivisa con le altre sedi Euronext, favorendo una maggiore integrazione dei flussi di negoziazione europei. Questo consente una più ampia base di partecipanti e, potenzialmente, una migliore liquidità degli strumenti trattati.
Dal punto di vista della compensazione e garanzia, il ruolo di controparte centrale è ora svolto da Euronext Clearing (nuova denominazione della Cassa di Compensazione e Garanzia). Anche in questo caso, l’obiettivo è quello di rendere più efficiente e uniforme la gestione del rischio, rispettando le normative europee sui mercati regolamentati.
Per gli investitori, la trasformazione ha significato principalmente un cambio di piattaforma e di denominazioni, ma non una modifica sostanziale nelle tipologie di prodotti disponibili. Gli strumenti finanziari offerti continuano a essere negoziati in un contesto sempre regolato e vigilato.