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Fungo Reishi: cosa dice la scienza sulle sue proprietà anti-age, anti-stanchezza e pro-difese

Il Reishi, noto come “fungo dell’immortalità”, è sempre più popolare sui social e nei negozi di integratori. Influencer e appassionati di benessere lo presentano come un rimedio naturale capace di rafforzare le difese immunitarie, ridurre la stanchezza e contrastare l’invecchiamento. Ma quanto c’è di vero in queste promesse? La scienza conferma davvero gli effetti attribuiti al Reishi, o si tratta solo di una moda del momento? 

Con il contributo esperto di:
articolo di:
10 novembre 2025
Reishi

I funghi sono sempre più apprezzati, non solo per le loro qualità gastronomiche, ma anche per le presunte proprietà salutistiche. Quello che fino a pochi anni fa era un fenomeno di nicchia, è oggi un interesse (anche economico) in forte crescita, alimentato dalla comunità di influencer fatta di farmacisti, nutrizionisti, ma anche personal trainer, cuochi e sostenitori delle medicine alternative. Tutti raccontano entusiasti i presunti benefici di questi “super-funghi”, tanto che dalle cucine, si sono spostati sugli scaffali di farmacie ed erboristerie sotto forma di integratori. Tra i più discussi c’è sicuramente il Ganoderma lucidum, conosciuto anche come Reishi, ma si parla molto anche di Shiitake, Cordyceps, Chaga e tanti altri. Ma quanto c’è di vero nelle proprietà salutistiche di questi funghi? Quanto ciò che dicono gli influencer in camice bianco è davvero supportato da studi e ricerche? In questo articolo analizziamo cosa promettono produttori e sostenitori, cosa emerge dagli studi disponibili e quali precauzioni è bene considerare prima di assumere questi integratori. Torna all'inizio

Reishi, Shiitake, Cordyceps: cosa e quali sono i “funghi funzionali”

Una volta noti come funghi medicinali, i cosiddetti “funghi funzionali” sono funghi i cui estratti conterrebbero sostanze con presunti benefici per la salute. Tra i più noti c’è il Reishi (Ganoderma lucidum) ma si parla molto anche delle proprietà dei funghi Shiitake, Maitake, Cordyceps, Hericium erinaceus e Chaga. Il fascino del Reishi e degli altri funghi funzionali affonda le radici in Oriente, dove da secoli sono ritenuti una fonte di salute e longevità. Il Reishi veniva tradizionalmente usato in Cina sotto forma di decotto o polvere essiccata per trattare tosse, insonnia, palpitazioni, vertigini e ulcere gastriche. La sua fama si basa sulla presenza di diverse sostanze con azione antiossidante, in grado di proteggere cellule e DNA da stress ossidativo, infiammazione e invecchiamento precoce, da cui è poi derivato il mito del “fungo della longevità”. 

Oggi, questi funghi sono noti anche in Occidente, soprattutto grazie a vari influencer che ne esaltano i presunti effetti sulla salute dai propri profili social, non senza un interesse commerciale. Sul mercato i funghi funzionali si trovano infatti prevalentemente all’interno di integratori alimentari, in varie forme: capsule, polveri, tisane, barrette e anche di “caffè”. Si possono comprare in erboristeria, farmacia, parafarmacia o nei negozi di alimenti bio e benessere, online. Tutti questi prodotti vantano le più disparate proprietà: dal potenziare le difese immunitarie al ridurre la sensazione di fatica e stress, dal fermare l’invecchiamento cellulare alla prevenzione del cancro. Ma quanto c’è di vero in queste affermazioni?   Torna all'inizio

Stress, cancro, invecchiamento: le promesse dei social

Sui social gli integratori di funghi medicinali vengono presentati come imprescindibili alleati del benessere. In particolare, il Reishi (Ganoderma Lucidum) viene celebrato per le sue proprietà antitumorali, anti-invecchiamento, di supporto al sistema immunitario e soprattutto per essere un “adattogeno”, cioè di avere la capacità di aiutare l’organismo a gestire meglio stress fisico e mentale, migliorando energia e prestazioni. Per queste ragioni, il Reishi è apprezzato anche in ambito sportivo, come supporto per energia e resistenza fisica. Spesso gli integratori associano il Reishi ad altri funghi funzionali:  

  • la Criniera di Leone (Lion’s mane) che sarebbe utile per memoria e concentrazione; 
  • il Cordyceps, anch’esso come supporto per aumentare energia e resistenza; 
  • Chaga, Maitake, Shiitake e Agaricus, per il loro contributo al benessere delle difese immunitarie e dell’apparato cardiovascolare. 

Un insieme di proprietà affascinanti, che ne hanno alimentato la popolarità online. Purtroppo, però, queste promesse non hanno alcuna chiara conferma scientifica. 

Funghi funzionali e proprietà salutistiche: prove solo preliminari 

Le affermazioni fatte a mezzo social o sui siti che vendono integratori di Reishi o di altri funghi sono troppo precoci, in quanto la gran parte delle prove a supporto delle proprietà di questi funghi, deriva da ricerche di laboratorio che non hanno ancora avuto conferma da studi sull’uomo. Si tratta di un passaggio fondamentale, tuttavia trascurato dalla comunicazione commerciale: ciò che funziona su un vetrino o su una cavia non è detto funzioni anche per l’uomo.  

Gli studi in vitro o su cavie hanno effettivamente mostrato proprietà interessanti: gli estratti di questi funghi o delle loro spore, a contatto con cellule o somministrati a cavie, hanno modulato le difese immunitarie, ridotto l’infiammazione e contrastato lo stress ossidativo (da cui, un possibile effetto anti-age e antitumorale). Altri esperimenti suggeriscono un possibile beneficio sul metabolismo dei lipidi (colesterolo, trigliceridi) o del glucosio nel sangue. Ma per poter affermare con certezza che il Reishi apporti reali vantaggi alla salute umana – e soprattutto, per capire quali dosaggi siano sicuri ed efficaci – servono studi clinici rigorosi e ampi, vagliati da pari e pubblicati su riviste scientifiche affidabili.  Al momento, questi studi sono assenti e le proprietà del Ganoderma lucidum e degli altri funghi funzionali restano perlopiù promesse.  

Ganoderma lucidum e proprietà anticancro 

Il mito delle proprietà anticancro di questo fungo sembra provenire da studi sull’uomo in cui l’aggiunta del Reishi a chemioterapia o radioterapia è risultata associata a una maggiore regressione tumorale. Si tratta però di dati provenienti da studi di bassa qualità, condotti con metodologie non rigorose, su pochissimi pazienti (meno di 400) e dai risultati contrastanti: sono queste le valutazioni della revisione di studi del gruppo Cochrane nel 2016 che ha preso in considerazione tutti i dati clinici sulle proprietà anticancro del Reishi pubblicate fino a quel momento. Se da un lato l’associazione con le terapia antitumorali ha mostrato benefici, dall’altro l’assunzione del solo Reishi non ha dato alcun vantaggio e in nessun caso è stata valutata l’effettiva sopravvivenza dei pazienti nel lungo periodo.  

Le potenzialità del Reishi sono state valutate anche in altre situazioni  — come il miglioramento della debolezza nelle pazienti con tumore al seno o il sollievo dei disturbi urinari nell’ipertrofia prostatica benigna — ma le evidenze restano ancora troppo deboli per confermare un reale beneficio per i pazienti. 

Più in generale, ad oggi non risultano esserci prove sufficienti per pronunciarsi a favore dell'utilizzo di qualsiasi fungo medicinale in ambito oncologico

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Effetti collaterali del Reishi e interazioni coi farmaci

Gli integratori a base di funghi possono provocare effetti collaterali o interagire con i farmaci. Per questo è importante assumerli con prudenza e, in caso di terapie farmacologiche in corso, consultare sempre il medico. 

L’assunzione di estratti di fungo Reishi è generalmente considerata sicura, ma non priva di rischi. Tra gli effetti indesiderati segnalati in letteratura medica ci sono nausea, disturbi digestivi, sudorazione, insonnia, maggiore bisogno di urinare, problemi al fegato (rari), ipoglicemia e cali di pressione (attenzione, quindi, a chi già soffre di ipotensione). L’assunzione di dosi elevate può aumentare il rischio di sanguinamento, soprattutto nei soggetti con disturbi della coagulazione, come la trombocitopenia (bassi livelli di piastrine). Per la stessa ragione, andrebbe sospeso prima di un intervento chirurgico. In gravidanza o allattamento, meglio evitarne l’uso, in quanto non si hanno dati di sicurezza.  

Interazioni con farmaci e situazioni a rischio 

Il Reishi può interagire con diversi farmaci e non è adatto a tutti: 

  • se si prendono antipertensivi va assunto con prudenza, perché può ulteriormente abbassare la pressione arteriosa. 
  • l’uso insieme ad anticoagulanti o antinfiammatori (come warfarin, eparina o ibuprofene) può aumentare il rischio di sanguinamento, poiché il Reishi può rallentare la coagulazione del sangue;
  • il Reishi sembra interferire anche con farmaci antidiabetici e con i chemioterapici, ma servono ulteriori verifiche.  

L’uso di reishi può anche alterare i risultati di alcuni esami di laboratorio, come quello per il marcatore tumorale CA72-4. 

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Attenzione alla qualità degli integratori a base di funghi

La sicurezza dipende anche dalla qualità del prodotto. L’assenza di standardizzazione rende difficile valutare la qualità di questi prodotti, che è influenzata da pratiche di coltivazione, di produzione degli estratti e di conservazione. Anche i dosaggi possono variare significativamente tra produttori, e persino tra lotti dello stesso produttore. L’acquisto da canali non ufficiali, come siti esteri o piattaforme online non autorizzate, può comportare rischi aggiuntivi: dosaggi non dichiarati correttamente, sostanze non indicate in etichetta.  Questa variabilità non ha solo effetti sulla sicurezza, ma anche sull’efficacia. Gli integratori in commercio non sono necessariamente preparati come quelli usati negli studi. Sono tante le variabili in gioco: dalle parti di fungo usate, all’estrazione, alla titolazione in sostanze attive. I risultati ottenuti da un certo estratto non è detto si verifichino con estratti di altro tipo. detto questo, come abbiamo visto, mancano prove di una reale utilità per qualsiasi tipo di preparato.   Torna all'inizio

Domande frequenti

Rispondiamo ai dubbi più frequenti sul Reishi.

Caffè ai funghi: fa bene a memoria ed energia?

Ad oggi non c’è alcuna prova che questi caffè (che non sono altri che preparazioni che uniscono funghi macinati - spesso Reishi in polvere - e caffè solubile) siano utili per la memoria, per la stanchezza o per la salute in generale. Ne ci sono prove che il caffè ai funghi sia più salutare del normale caffè, i cui potenziali benefici sono invece sufficientemente provati

Ganoderma lucidum e benefici per la pelle: cosa c’è di vero?

Il Reishi (Ganoderma lucidum) viene definito “fungo della bellezza” per i presunti effetti anti-age. È vero: l’estratto di reishi è ricco di sostanze antiossidanti che, in teoria, potrebbero contrastare stress ossidativo e infiammazione, processi coinvolti nell’invecchiamento cutaneo. Tuttavia, mancano studi a sostegno di queste affermazioni: i benefici per la pelle non sono stati dimostrati nell’uomo, né riconosciuti dall’Agenzia Europea per la sicurezza alimentare (EFSA). 

Il Reishi funziona davvero contro stress e stanchezza?

Secondo l’EFSA, che verifica che le affermazioni sugli effetti benefici delle sostanze alimentari, non ci sono prove scientifiche sufficienti per affermare che il Reishi stimoli o rafforzi l’organismo in situazioni di affaticamento. Per questo motivo, non ha autorizzato i “claim” secondo cui il reishi aiuterebbe l’organismo in caso di stanchezza o esaurimento. 

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IL CONSIGLIO DELL'ESPERTA
Sonia Mazzamurro - Biologa
Il Reishi e gli altri funghi cosiddetti “funzionali” non sono prodotti miracolosi. I presunti effetti su sistema immunitario, invecchiamento, cancro e stress, spesso esaltati sui social, non trovano al momento una chiara conferma scientifica. Chi desidera comunque provare un integratore a base di funghi dovrebbe prima confrontarsi con il proprio medico, soprattutto in caso di terapie farmacologiche o patologie croniche.