Bagno dopo mangiato: è davvero pericoloso?
Chi di noi non ha sentito dire almeno una volta che dopo mangiato bisogna aspettare 2 o 3 ore prima di entrare in acqua, altrimenti si rischia una brutta congestione? Ma è davvero così? È rischioso tuffarsi in acqua dopo aver mangiato? Quanto aspettare prima di fare il bagno?

Alzi la mano chi non ha sentito da bambino almeno una volta la frase: "Non fare il bagno dopo mangiato". Tormentone estivo di grandi e piccini, stiamo parlando delle classiche due/tre ore di attesa sotto i raggi infuocati ad aspettare che la digestione faccia il suo corso, per evitare la temutissima “congestione”, che quando va bene causa capogiro, nausea, sudorazione fredda e crampi addominali, ma quando va male, potrebbe causare perdita di conoscenza e annegamento.
Ma è davvero utile aspettare tutto questo tempo? Fare il bagno dopo mangiato è pericoloso?
Torna all'inizioBagno dopo mangiato: bisogna davvero aspettare 3 ore?
L’indicazione di aspettare almeno due o tre ore prima di fare il bagno in acqua è in realtà priva di fondamento scientifico.
Anche se a sostenerlo sono a volte i medici stessi, la temuta “congestione digestiva” è più che altro una credenza popolare, diffusa non solo in Italia ma anche in altri paesi del mondo e con radici antiche, visto che se ne trova traccia nel manuale dei Boy Scout d’America del 1911. Al suo interno, si avvertivano i giovani nuotatori di non tuffarsi subito in acqua dopo mangiato, pena il blocco della digestione e dolorosi crampi paralizzanti. Prendendo piede, la credenza è stata declinata su base locale, forse in ragione di differenze culturali: ad esempio, i sobri anglosassoni consigliano mezz’ora di attesa. Italiani e spagnoli, buone forchette, raccomandano almeno 2 o 3 ore.
Ma davvero è tutta una bufala?
Torna all'inizioCongestione e bagno dopo mangiato: un rischio reale?
Sono varie e poco coerenti le spiegazioni sui possibili rischi di una nuotata dopo mangiato: c’è chi sostiene che il corpo, per mantenere la temperatura in acqua e sopportare lo sforzo fisico, mandi più sangue ai muscoli a discapito di stomaco e intestino, bloccando la digestione. C’è chi invece dice che la digestione va in tilt perché il troppo freddo causerebbe spasmi e malfunzionamento degli organi digestivi, se non addirittura un dannoso ristagno di sangue (cioè una congestione!) a livello di stomaco e intestino. C’è invece chi dice che a rischio crampi sarebbero i muscoli, perché il fisico è troppo impegnato nella digestione.
In realtà nessuna di queste ipotesi è stata documentata. È vero che dopo mangiato la digestione impegna l’organismo, ma il nostro corpo è in grado di gestire sia la termoregolazione sia l’attività fisica in acqua senza grossi rischi, anche dopo mangiato. A dirlo è anche la Croce Rossa Americana, che nel 2011 ha pubblicato una revisione degli studi sui rischi di mangiare prima di nuotare, decretando che sono infondati i timori di annegamento o di altri problemi significativi legati al nuoto subito dopo mangiato.
Se vogliamo dirla tutta, la fantomatica congestione è un concetto alquanto dubbio: come spiegato sul portale divulgativo della Federazione nazionale degli ordine dei medici (FNOMCEO), non solo il termine è usato in maniera impropria (stomaco e intestino non si rigonfiano di sangue come le mucose congestionate di un naso raffreddato) ma il concetto di “congestione digestiva” non è rintracciabile nella letteratura scientifica internazionale.
Torna all'inizioQuanto dura la digestione? Quanto è meglio aspettare prima di fare il bagno?
La digestione è un processo piuttosto lento. Stomaco e intestino possono impiegare poco meno di un’ora per digerire un piccolo spuntino (per esempio, un frutto), 3-4 ore per un pasto normale (un panino farcito, oppure una bistecca con insalata) e svariate ore per un pranzo abbondante (primo, secondo, contorno e dolce). Più si mangia, più il pasto è ricco di proteine e grassi, più la digestione si allunga. Le tempistiche poi variano da persona a persona, a seconda di fattori come età, stato di salute, livello di attività fisica, genetica.
Detto questo, quanto è meglio aspettare prima buttarsi in acqua?
La risposta è che non serve aspettare. Non ci sono prove che aspettare mezz’ora oppure due o tre ore dopo pasto prima di entrare in acqua eviti malesseri, o peggio, ci metta a rischio di annegamento. Se si è mangiato uno spuntino o un pasto normale, il nostro organismo non ha esigenza di attendere di aver digerito. Un piccolo pasto non impegna così tanto l’organismo da compromettere la digestione o la sicurezza in acqua. Se invece abbiamo mangiato un pasto abbondante, meglio aspettare un po’ prima di impegnarlo in una nuotata impegnativa o in tuffi dagli scogli, specie se l’acqua è fredda. Il rischio non è tanto il blocco della digestione, ma fitte a livello del diaframma, affaticamento, e reflusso. Se invece si tratta di stare in ammollo in acqua tiepida o fare giusto due bracciata, non serve aspettare nessun pericolo.
Torna all'inizioBagno dopo mangiato in tutta sicurezza
Che sia prima o dopo mangiato, il vero nemico è il freddo. Immergersi in acqua molto fredda può attivare una risposta automatica del corpo, regolata dal sistema nervoso autonomo. Da un lato, i vasi sanguigni si restringono per conservare il calore; dall’altro, il battito cardiaco può rallentare per ridurre il lavoro del cuore e limitare il consumo di ossigeno. Questo doppio effetto, se troppo intenso o sbilanciato, può mettere sotto stress il cuore e l’organismo mentre siamo in acqua, causando capogiri, svenimenti e persino rischio di annegamento. Non è quindi il fantomatico blocco della digestione a essere rischioso, quanto la risposta cardiocircolatoria al freddo.
Se si vuole evitare rischi il più possibile, ecco alcuni consigli:
- Fare pasti leggeri, per evitare a prescindere problemi di digestione, che non saranno pericolosi, ma sono di certo fastidiosi, sia in acqua, sia in spiaggia.
- Evitare gli alcolici. L’alcol aumenta il rischio di annegamento perché ha un effetto negativo su riflessi e attenzione. Un bicchiere di vino a pasto non è forse un rischio concreto da questo punto di vista, perché il pasto rallenta l’assorbimento dell’alcol, ma prima di entrare in acqua è meglio valutare se non è il caso di smaltire sotto l’ombrellone approfittando per fare un sonnellino.
- Valutare il proprio stato psicofisico. È un consiglio che vale per tutti. Uno stato psicofisico non ottimale può esporre a inutili rischi, specie se le condizioni meteo non sono buone e il mare è mosso. E la colpa non è solo dell’alcol, ma anche di alcuni farmaci o della stanchezza.
- Fare il bagno in compagnia. Se si è da soli in acqua, una piccola difficoltà può trasformarsi in qualcosa di più serio. Meglio fare il bagno con qualcuno in grado di intervenire in caso di spavento, crampi, trauma o malessere.
- Entrare in acqua gradualmente, dando tempo al corpo di abituarsi alla temperatura dell’acqua.
- Non sforzarsi troppo. In acqua è necessario dosare gli sforzi in base alle proprie capacità.