Hai venduto in perdita? Spunti per gestire le minusvalenze
Vendere in perdita: cosa fare dopo?
Vendere in perdita: cosa fare dopo?
Investire comporta il rischio di vendere in perdita. Anche investendo in maniera adeguata e corretta, in ottica di diversificazione, non si elimina il rischio di perdere sui propri investimenti. La diversificazione è fondamentale per ridurre il rischio di perdita sul valore dell'intero portafoglio investito. Questo significa che si investe in maniera diversificata per fare in modo che il saldo netto tra i singoli investimenti in guadagno e i singoli investimenti in perdita sia in positivo. Anche un investitore con un portafoglio con un'ottima performance potrà avere degli investimenti in perdita. È quindi una situazione che sarà sempre presente in chiunque investe. Ma cosa fare quando, anche di malavoglia e con dispiacere, si vende una posizione in perdita? Le opzioni sul tavolo sono diverse.
L'istinto è quello di cercare di recuperare quanto è stato perso e magari anche il più in fretta possibile. Il primo errore da non fare è farsi prendere dalla voglia di recuperare velocemente quanto è stato perso. Questo, infatti, potrebbe portare a prendere delle decisioni di investimento sbagliate oppure eccessivamente rischiose con il risultato, magari, di generare ulteriori perdite. L'altro aspetto fondamentale è ricordarsi che l'ottimizzazione fiscale è una strategia importante per il proprio portafoglio, perché consente di aumentare il rendimento netto degli investimenti che sono in guadagno sfruttando perdite pregresse, ma deve sempre essere subordinata all'ottimizzazione di portafoglio. Detto in altri termini: se si vuole recuperare assolutamente entro i quattro anni della durata delle minusvalenze la perdita patita con un investimento, non bisogna scegliere automaticamente il prodotto che ci consente o che riteniamo possa consentirci di recuperare in quattro anni quella perdita.
L’idea di fondo e di partenza è: quanto abbiamo avuto di rimborso dall’investimento in perdita deve rientrare nell'ottica di portafoglio. Si reinveste su soluzioni che sarebbero comunque state scelte replicando il portafoglio. A quel punto, lavorando all’interno di questo perimetro, si possono inizare a vagliare le diverse soluzioni.
Se si vogliono acquistare delle obbligazioni, non si devono scegliere degli zero coupon – non sono adatti, ma obbligazioni con una cedola molto bassa e con un prezzo molto basso e con una scadenza allineata a quella delle minusvalenze. Bisogna poi sceglierli in euro, se si va su altre valute si hai il rischio cambio e quindi non si ha quindi la certezza di essere in guadagno. Ovviamente, bisogna fare attenzione a non superare però la dose ottimale che calcoliamo in portafoglio per le obbligazioni.
Un'altra alternativa potrebbe anche essere quella di rinuncia alle minusvalenze. Questa è una soluzione che molti non sono disposti ad accettare, ma la citiamo perché consente di presentare un ragionamento alternativo, altrettanto valido dal punto di vista finanziario. Se ci sono opportunità su investimenti di lungo periodo, o comunque superiore ai quattro anni delle minusvalenze, in grado di generare un rendimento tale che non solo ci consente di recuperare quanto abbiamo perso, ma anche guadagnare qualcosa in più, alla fine ci si ritroverà con un capitale superiore pur non avendo beneficiate delle minusvalenze. In questo caso si può allora inserire in portafoglio un’obbligazione anche con cedole con scadenza 7 anni, quella che consigliamo per i bond in euro. Le cedole dei bond non sono compensabili, ma se la somma di esse, dopo 7 anni, ha colmato tutta la perdita pregressa e anche qualcosa in più, l’obiettivo è stato comunque raggiunto.
Come terza possibilità, c’è quella di sfruttare un prodotto fiscalmente efficiente: i certificate. Attualmente ne consigliamo due (li trovi qui e qui) che offrono cedole compensabili. Il livello della cedola è differente ed il motivo risiede in un diverso livello di rischio dei due sottostanti; non sono, quindi, dei perfetti sostituti gli uni degli altri (puoi approfondire qui). Questi sono degli strumenti che ti consigliamo di utilizzare per compensare le tue minusvalenze. Attenzione al metodo con cui le banche compensano le cedole, se al momento dello stacco o al momento della conclusione dell'investimento – puoi approfondire qui.
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