Il 2022 è stato l’anno degli Nft i (Non fungible tokens), ossia “cose digitali non fungibili”, musica, testo, immagini, documenti… fatti di bit che stanno nel web, su un computer o su una chiavetta Usb. A differenza dei normali file di musica, testo, immagini e documenti a cui siamo abituati non sono replicabili in diverse copie, ma sono oggetti unici (come un disco di vinile, un libro, un quadro, un atto notarile). Per saperne di più puoi leggerti uno degli articoli sul tema che abbimo pubblicato
come questo o
questo.
Gli Nft tuttavia non erano collegati ai BitCoin, ma ad altri asset digitali, per cui il BitCoin (47.161 dollari al 9/2), prima criptovaluta al mondo a essere lanciata, sembrava in qualche modo rimasta indietro. A inizio 2023, però, questa apparente lacuna del BitCoin è stata colmata e da allora si sono diffusi i BitCoin Ordinals che hanno caratteristiche assai simili (ma non identiche) a quelle degli Nft. Anche qui si creano degli artefatti unici che vanno a inserirsi nella blockchain (la catena di blocchi, ossia la base crittografica su cui sono costruiti i BitCoin e le criptovalute) del BitCoin dove, recentemente, è stato “ricavato dello spazio” che ha reso possibile l’arrivo di questo tipo innovazioni.
Al di là del lato tecnico, che forse interessa più gli appassionati del mondo digitale, c’è da chiedersi se è una innovazione che ha contribuito all’enorme sviluppo che il BitCoin ha avuto nel corso dell’ultimo anno e se porterà un nuovo stato di grazia alle quotazioni di questa criptovaluta.
Le risposte sono contrastanti. Da un lato è un segno di vitalità da parte di una tecnologia che ha 15 anni e che sembra non dimostrarli. E questo è positivo. Trattandosi di una novità gli Ordinals hanno poi avuto un periodo di forte interesse, ma non crediamo che siano stati la causa della crescita del BitCoin nel corso del 2023, causa che è legata più che altro all’
arrivo assai atteso di prodotti finanziari dedicati. Come nota negativa c’è chi sottolinea che aggiungere per così dire nuove funzionalità alla tecnologia del BitCoin rischia di aumentarne ulteriormente il peso in termini informatici, quindi anche di consumi energetici che sono poi il tallone d’Achille di questa tecnologia che, finora, sembra essere sfuggita agli strali di chi si occupa di emissioni sul nostro pianeta, ma che di per sé sembra molto impattante. Insomma gli Ordinals appesantiscono i BitCoin e aggiungono un rischio in più.
Anche qui, come nel caso degli Nft è importante attendere che si plachi l’effetto novità: siamo in un mondo che crea cose nuove assai in fretta, ma poi, spesso, se le divora altrettanto in fretta. Certo, oramai, sembra che il BitCoin abbia vinto tutte le sfide che gli sono state fatte, ma il rischio di alti e bassi è sempre in agguato.
Il buon padre di famiglia continui a starne alla larga. Lo speculatore dovrebbe preferire per le sue scommese prodotti finanziari quotati su mercati regolamentati per sfruttarne le regole che comunque non abbattono il rischio di crolli dei prezzi, ma almeno offrono un ambiente più tutelato.