Lo strano caso del BitCoin che non finì dentro un panino…
Il management di McDonald’s si è rifiutato di investire in criptovalute in una vicenda che chiama in causa Trump, la politica americana e un po’ il futuro del dollaro.
Il management di McDonald’s si è rifiutato di investire in criptovalute in una vicenda che chiama in causa Trump, la politica americana e un po’ il futuro del dollaro.
Il National Center for public policy research (https://nationalcenter.org/) un centro di ricerca di matrice conservatrice alcune settimane fa ha scritto a McDonalds in qualità di azionista per chiedere che nella prossima assemblea sia messo al voto l’investimento in BitCoin. La giustificazione addotta è che McDonalds, con immobili per poco meno di metà del patrimonio è una “società immobiliare a cui capita di vendere hamburger”. Se da un lato viene elogiata questa politica prudente, da un altro lato si spiega che non è al passo col XXI secolo e che per avere un investimento di qualità simile agli immobili bisogna ora puntare sulle criptovalute. La risposta di McDonald’s è stata un rifiuto, giustificato dal fatto che investire il denaro in cassa è gestione ordinaria e spetta al management e non va sottoposta in assemblea. Per sicurezza McDonald’s ha chiesto alla Sec (la Consob americana) se questa interpretazione è corretta. La Sec ha detto di sì e la cosa non verrà discussa in assemblea. Fin qui i fatti, ma veniamo ad alcuni elementi interessanti che sono emersi dal dibattito.
Il primo elemento interessante è che, come già accaduto per altre società (ve ne abbiamo parlato in passato, vedi a lato per i link) continua la moda di proporre le criptovalute nelle riserve sul modello di Strategy (per approfondimenti su Strategy clicca qui). Vale per gli Stati (abbiamo parlato di BitCoin nelle riserve strategiche Usa qui), vale per i privati (abbiamo parlato di BitCoin nelle riserve di Microsoft qui). C’è una forte resistenza a mettere in atto queste scelte, assai comprensibile visto che aumenterebbe il rischio dei conti della società, ma se questa resistenza dovesse venire meno, per i BitCoin e le altre criptovalute si spianerebbe la strada di una bolla.
Il secondo elemento interessante sta in alcune parole del National Center for public policy research:"quando il denaro è rotto, corrotto e può essere manomesso da politici e burocrati, come molti credono sia il dollaro statunitense, questo ha un impatto su chiunque lo utilizzi e lo risparmi. Bitcoin risolve questo problema in diversi modi, ma principalmente eliminando la necessità di un intermediario terzo affidabile e operando in modo completamente decentralizzato, in modo che Bitcoin sia in grado di garantire che l'offerta di moneta sia fissa e non possa essere manomessa. Bitcoin consente alle persone di conservare e proteggere i propri risparmi duramente guadagnati senza preoccuparsi che perdano valore nel tempo o vengano confiscati.”
Insomma, da parte della destra americana c’è, sfiducia nella moneta Fiat (cioè la moneta statale, come il dollaro), sfiducia nelle istituzioni finanziarie, timore di inflazione e timore che lo Stato possa aggredire i risparmi. Da notare che questo avviene mentre il presidente Trump attacca l’indipendenza della Fed che non starebbe abbassando i tassi (manovra che creerebbe inflazione). Al di là della forte contraddizione (temere l’inflazione e avere una politica che spinge a farla) è termometro dei timori che corrono intorno al biglietto verde.
Dal canto nostro ribadiamo che una valuta che sale e scende come il BitCoin non ci pare una cura corretta per l’inflazione. Ricordiamo che a bassa inflazione restano senz’altro valute come l’euro e il franco svizzero. Tuttavia, pensiamo che queste tendenze siano da monitorare perché se prima o poi si dovessero davvero sdoganare le criptovalute nelle riserve delle società di riflesso ci sarebbe una forte crescita dei prezzi e lo spazio per una scommessa speculativa. Parimenti se Trump dovesse riuscire a manomettere l’indipendenza della Federal Reserve, per esempio ottenendo la testa di Powell, le idee del National Center for public policy research potrebbero avere successo e portare ad acquisti di criptovalute in modo da autoavverarsi. Sarebbe un problema alla lunga, ma nel breve periodo porterebbe spazi per speculazioni mordi e fuggi. Per ora questi scenari non sembrano probabili, ma negli ultimi tempi tutto sta accelerando: stiamo a guardare.
I documenti originali oggetto di questo articolo li trovi qui: www.sec.gov/files/corpfin/no-action/14a-8/ncpprmcdonalds32825-14a8.pdf.
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