Settore finanziario: che fare?

Nelle ultime settimane il panorama finanziario globale ha oscillato tra segnali di elevata redditività e l’emergere di nuove criticità, soprattutto lungo le linee geopolitiche e regolatorie.
Nelle ultime settimane il panorama finanziario globale ha oscillato tra segnali di elevata redditività e l’emergere di nuove criticità, soprattutto lungo le linee geopolitiche e regolatorie.
Le banche europee continuano a beneficiare di margini da interesse e commissioni robusti, che confermano l’area come tra le migliori pagatrici di dividendi. Non mancano tuttavia le ombre: in Germania il rallentamento della domanda industriale e le tensioni sul credito immobiliare destano preoccupazione, con vendite che hanno appesantito il comparto finanziario dopo la minaccia di nuovi dazi statunitensi: i titoli bancari sono, infatti, i più reattivi e la prospettiva di un rallentamento dell’economia li penalizza più di altri. Nonostante queste incertezze, l’attività di fusioni e acquisizioni resta sostenuta: si registrano movimenti strategici tra i principali istituti, con Unicredit che esplora opportunità di crescita sia in Italia sia all’estero, mentre i grandi gruppi francesi puntano su integrazioni verticali per difendere le posizioni nel wealth management.
Il settore assicurativo europeo ha vissuto un buon semestre dal 2019, trainato dai rendimenti obbligazionari che ha rivitalizzato i portafogli vita e ramo danni, innescando anche una vivace attività di M&A – emblematica l’operazione Aviva-Direct Line e l’interesse su Phoenix. Il rally è stato accompagnato da una crescente attenzione regolatoria: Bruxelles sembra intenzionata a procedere con “stress test” su assicuratori e fondi pensione per testarne la resilienza in scenari di forte volatilità.
Sul fronte dell’innovazione spicca il modello francese: BNP Paribas e BPCE hanno lanciato Estreem, piattaforma per i pagamenti digitali, mentre il private capital guarda con interesse al mercato pensionistico britannico, come dimostra l’acquisizione di Pension Insurance Corporation da Athora, sostenuta da Apollo.
Negli Stati Uniti il quadro è dinamico. Le principali banche hanno superato senza difficoltà gli stress test della Fed, aprendo la strada a buy-back e aumenti dei dividendi che rafforzano la narrativa sulla solidità patrimoniale. L’introduzione di nuovi dazi sui metalli da parte dell’amministrazione Trump, attualmente in discussione, potrebbe però comprimere la domanda di prestiti corporate nella seconda metà dell’anno.
Nel settore assicurativo il dibattito si accende intorno al “One Big Beautiful Bill”, che potrebbe aumentare i costi amministrativi per le compagnie esposte a Medicaid e ridurre la copertura per milioni di cittadini. – qui ne abbiamo parlato.
Il filo conduttore di queste dinamiche è la ricerca di una diversificazione difensiva. Le banche e le assicurazioni europee sfruttano ancora l’effetto tassi per rafforzare capitale e dividendi, ma accelerano la transizione verso modelli più centrati sulle commissioni in vista di un possibile ribasso dei tassi. Negli Stati Uniti la solidità regolatoria sostiene i guadagni, pur lasciando aperti interrogativi sull’impatto delle scelte fiscali e commerciali, molte delle quali sono ancora in fase di discussione.
Da entrambe le sponde dell’Atlantico la sfida resta trovare un equilibrio tra redditività e gestione dei nuovi rischi – geopolitici, climatici, tecnologici – in un contesto in cui la finanza evolve sempre più al di fuori dei bilanci bancari tradizionali, continuando però a fondarsi sulla fiducia in istituzioni solide.
In questo contesto ti ricordiamo che, secondo i dati a fine giugno la nostra valutazione delle componenti del settore a livello mondiale è alquanto positiva (vedi qui per sapere cosa significano gli indicatori in tabella).
Settore |
Giudizio |
Rischi0 |
Valutazione |
Sharpe |
|
Bancario |
Molto interessante |
*** |
+ |
MCO |
1,10 |
Servizi finanziari |
Interessante |
*** |
= |
CON |
0,92 |
Assicurativi |
Interessante |
** |
= |
COR |
1,29 |
Tuttavia ci sono anche dei ma: nei primi 6 mesi del 2025 le Borse mondiali hanno perso, in euro e tenendo conto dei dividendi, il 2,7%, a fronte di un +3,5% dei finanziari mondiali, un +6,9% delle banche mondiali e a un +3,5% degli assicurativi mondiali. Tutti trainati dai rispettivi settori in Europa che ha fatto molto più degli indici mondiali (+18,9% i finanziari, +28,3% le banche, +18,7% gli assicurativi). La corsa quanto potrà andare avanti? La domanda è lecita.
Per questo la scommessa che ti abbiamo proposto lo scorso mese di settembre (n°1572) su Spdr Msci Europe Financials (115,36 euro al 11/7; Isin IE00BKWQ0G16) un Etf che investe nel settore finanziario europeo, con una predominanza per le banche che allora valeva 86,3 euro e che poi è passato a mantieni nel n° 1594 quando valeva 104 euro, è andata molto bene.
Tutto sommato non sappiamo ancora quali saranno gli effetti della guerra commerciale che Trump sta portando avanti con l’Europa e quali saranno le conseguenze sul contesto produttivo. Per questo, visto che il settore ha corso molto e che molte nubi restano pesanti sull’economia, preferiamo confermarti il consiglio mantieni.
Mantieni anche Amundi Stoxx Europe 600 Insurance (81,9 euro al 11/3; Isin LU1834987973) che è ai massimi e che passò a mantieni nel n° 1458 quando valeva 48,22 euro e che fu consigliato nel n° 1449 quando valeva 49,88 euro.
Seguici, invece, nella sezione azioni per quanto riguarda i singoli titoli.
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