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Concorrenza

Concorrenza, liberalizzazioni: cosa manca nel disegno di legge

06 mar 2015

Dalle banche alle assicurazioni, dalla distribuzione dei farmaci alle comunicazioni elettroniche. Dove migliorare.

Il disegno di legge sulla concorrenza non apre alla concorrenza, né rimuove gli ostacoli allo sviluppo, a beneficio dei consumatori e del mercato: è quanto ha documentato l’organizzazione Altroconsumo oggi con una lettera-denuncia di proposte di emendamento al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, al ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi e ai presidenti X Commissione di Camera e Senato.

 

Il testo approvato dal Consiglio dei ministri il 20 febbraio scorso non propone nessuno slancio né apertura, tranne qualche novità nel settore energia.

Tradite le aspettative di liberalizzazione dei farmaci di fascia C, nessuna novità nel settore agenzie immobiliari, passi indietro in quello delle comunicazioni elettroniche, con il rigurgito di nuove penali.

 

I consumatori tornino al centro dell’agenda del Governo, puntando con coraggio a creare le condizioni per un mercato liberalizzato e dunque più efficiente, nel quale la domanda sia più attiva e trasferire valore al consumatore finale diventi vantaggio competitivo per le imprese.

 

Nel dettaglio gli interventi necessari per Altroconsumo:

  

1.    Assicurazioni e fondi pensione

Per affrontare il caro-polizze rc auto si prevede che la riduzione dei premi sia legata alla sottoscrizione da parte dell’assicurato di clausole contrattuali, non dallo sforzo concreto da parte delle compagnie di rendere più efficiente e concorrenziale il mercato. Anche gli interventi che riguardano le lesioni, quelle sopra il 9% di invalidità e le lesioni lievi, rischiano di essere punitivi verso i danneggiati rispetto a quanto avviene ora. La necessità di ridurre i premi deve coesistere con la tutela dei danneggiati.


2.    Comunicazioni

Il disegno di legge rischia di resuscitare le penali che nel settore delle comunicazioni elettroniche erano state eliminate con il decreto Bersani, poi convertito in Legge 70 del 2007. Si dice infatti esplicitamente che le spese e ogni altro onere relativo al recesso o al trasferimento dell’utenza ad altro operatore sono commisurati al valore del contratto al momento della sottoscrizione.

Parametrare i costi che dovranno sostenere i consumatori che vorranno recedere prima della scadenza del contratto “al valore del contratto stesso” rischia di far ritornare le vecchie penali e di permettere di nuovo agli operatori di recuperare non solo le spese vive ma anche il mancato guadagno commerciale rispetto a utenti che liberamente hanno deciso di lasciare l’operatore prima del termine del contratto. Il riferimento è esplicito sui contratti comprensivi di offerte promozionali nella parola “penale”, che era scomparsa dal gergo tecnico-giuridico nel settore delle telecomunicazioni. Reintrodurre le penali nei contratti di consumo nel settore delle comunicazioni elettroniche è contro gli interessi dei consumatori e contro il funzionamento di un mercato efficiente e competitivo.


3.    Servizi postali

Il disegno di legge liberalizza il servizio di notifica a mezzo postale degli atti giudiziari e delle violazioni al Codice della strada, eliminando l’esclusiva del servizio a favore delle Poste. Si sarebbe potuto e dovuto fare molto di più nel settore postale, andando a rimodellare il concetto di servizio universale e spingendosi alla liberalizzazione dell’intero settore, compreso il servizio universale, tuttora appannaggio esclusivo delle Poste.     

 

4.    Energia

La proposta di fissare una data per l’esaurimento dei regimi di Tutela è importante: determina una scadenza di fronte alla quale prendere degli impegni e mettere in atto misure necessarie a superare le distorsioni che oggi rendono il mercato libero dell’energia poco sicuro per i consumatori domestici e poco appetibile dal punto di vista di risparmi economici conseguibili. Dare una scadenza precisa rende più facile il confronto sul lavoro fatto e la verifica sul rispetto dei tempi necessari alle modifiche da adottare per rendere  il mercato più favorevole per i consumatori domestici e le PMI. Spezzare a metà la stagione termica invernale (da ottobre a marzo-aprile) non è funzionale. Inoltre si prevede un decreto che dovrebbe garantire il rispetto di alcuni diritti di base dei consumatori e di alcuni interessi dei fornitori di energia. Tutto ciò deve essere meglio articolato soprattutto nella parte riguardo la tutela del consumatore. 


5.    Servizi bancari

L’introduzione delle novità è demandata a un decreto attuativo che allungherà i tempi di effettiva applicazione. Il disegno deve risolver problemi che si trascinano da tempo e che obbligano i clienti a subire pratiche scorrette dagli operatori. È urgente specificare il momento di consegna dei preventivi assicurativi in fase precontrattuale e introdurre per il controllo degli operatori da parte delle Autorità il meccanismo del mistery shopping, unico strumento in grado di scoprire se i documenti e le informazioni arrivano veramente e in maniera corretta al consumatore. 


6.    Servizi professionali

Il provvedimento prevede la liberalizzazione  del lavoro dei notai, si amplia almeno in parte la  concorrenza allargando l’utenza  territoriale, ritoccando il rapporto tra numero di notai e abitanti della regione. Si scioglie la riserva notarile per alcune tipologie di atti per i quali era richiesta l’autentica notarile quali le compravendite immobiliari a uso non abitativo (es. box, cantine e locali commerciali di valore catastale non superiore a 100.000 euro); sarà sufficiente  l'autenticazione della sottoscrizione da parte di avvocati abilitati, muniti di polizza assicurativa pari almeno al valore del bene dichiarato nell'atto. Sfugge francamente il vantaggio per i consumatori che devono comunque pagare un professionista al posto di un altro, magari con minori garanzie. Nessuna sforbiciata ai privilegi delle lobby: il disegno di legge consegna il mercato immobiliare nelle mani di banche e assicurazioni, in tutta la filiera (compravendita, mutuo, assicurazione), eliminando le tutele per i cittadini garantite dai notai (pubblici ufficiali).La norma che consente l'ingresso di soci di capitale nelle società tra professionisti e quella che estende agli avvocati (privi del titolo del concorso pubblico) attribuzioni della funzione pubblica per autenticare vendite, donazioni e mutui (al momento di uso non abitativo e del valore catastale inferiore a 100 mila euro) crea di fatto una legittimazione per consentire a banche e assicurazioni di spartirsi il mercato immobiliare.

 

7.    Servizi sanitari

Si propongono misure che rischiano di affossare definitivamente i canali alternativi alle farmacie, come le parafarmacie e i corner dei supermercati.  Restando fisso il vincolo della pianta organica il numero di farmacie non aumenterà di molto; le società (di capitali e non) avranno più facilmente la disponibilità di fondi per acquistare quelle esistenti. Un lasciapassare alla creazione di catene di farmacie. La presenza di catene può agevolare forti promozioni su alcuni prodotti “civetta” più usati (e magari anche meno utili/efficaci/essenziali), senza costituire un reale possibilità di risparmio (ci saranno alcune catene che decidono alcuni prezzi) che può essere garantita solo in un regime di reale concorrenza.A oggi oltre il 90% dei farmaci Sop e Otc continuano a essere venduti dalle farmacie. Solo dando la possibilità alle parafarmacie e ai corner salute di vendere anche i farmaci di fascia C con ricetta produrrà linfa vitale alla concorrenza a tutto vantaggio dei cittadini. 

 

Oltre a intervenire sui capitoli di legge già nel disegno, Altroconsumo propone di allargare la norma comprendendo sia l’istituto della class action che le regole di ridistribuzione dei fondi di garanzia ex multe Antitrust. 

  • Class action 

Le oltre 100.000 preadesioni alle class action promosse da Altroconsumo in vari settori di consumo dimostrano la potenzialità dello strumento da perfezionare per portare più efficienza nel mercato, nell’interesse generale. L’azione di classe è indirettamente un prezioso strumento competitivo: stimola imprese e mercato a operare attraverso pratiche commerciali corrette e legittime per evitare ripercussioni economiche connesse a eventuali condanne al risarcimento dei danni prodotti a intere classi di consumatori. Per colmare le lacune normative Altroconsumo propone che sia inserito nel ddl concorrenza un emendamento all’art.140bis del Codice del Consumo che riguardi la legittimazione ad agire, il meccanismo dell’opt-in, l’oggetto dell’azione di classe, costi e tempi dell’azione. 

  • Revisione delle modalità di finanziamento di iniziative a vantaggio dei consumatori

Le risorse disponibili siano prioritariamente impiegate a far funzionare efficacemente gli uffici pubblici che si devono occupare dell'applicazione delle  norme a tutela del consumatore, dai controlli sulla sicurezza dei prodotti alle conciliazioni. Allocare eventuali altre risorse attraverso  veri bandi di gara che premino Ia qualità dei progetti. Gestire attività come il monitoraggio dei servizi di pubblica utilità (trasporti, energia, gas, acqua) con veri e propri contratti di servizio.