Il BitCoin (25.929 dollari alle 18.15 del 14/3/23), dopo un momentaneo calo lo scorso venerdì intorno a quota 20.000 dollari (era nei dintorni dei 25.000 dollari il lunedì) è salito ai massimi degli ultimi sei mesi superando soglia 26.000 dollari nonostante le
notizie bancarie che provengono dagli Stati Uniti e che dipendono proprio dal mondo tecnologico e delle criptovalute. Che sia andata così è solo un’apparente contraddizione. Che il mondo delle criptovalute, dopo il successo degli scorsi anni sia da qualche tempo sotto tono è un dato di fatto. Tuttavia, che il BitCoin per prosperare abbia bisogno di un mondo delle criptovalute forte e in crescita non è affatto scontato. Il BitCoin in sé non è più una semplice mosca cocchiera della tecnologia che rappresenta, ma oramai è considerato un valore in sé anche come investimento e può essere talora usato in ottica di diversificazione all’interno di portafogli finanziari.
Ma perché è salito? Il motivo è lo stesso del perché è sceso così tanto l’anno scorso: i tassi Usa. La salita dei tassi Usa ha drenato interesse dal BitCoin (di per sé divenuto sempre meno interessante dei titoli del tesoro Usa). La crisi bancaria in corso sta facendo pensare a molti investitori che la Fed non potrà più andare avanti con l’aumento dei tassi promessi. Quindi viene meno uno dei motivi che tenevano il BitCoin sotto scacco. C’è, quindi, da correre a comprare BitCoin a man bassa? No, non abbiamo cambiato idea sulle criptovalute. Anche se sembra esserci una logica alle spalle di questo rimbalzo del BitCoin, non è l’unico elemento che determina il suo andamento. Resta comunque un prodotto volatile e rischioso, le cui prospettive, almeno fino all’avvicinarsi del
prossimo halving rimangono incerte. Discorso analgo vale per l’Ethereum che ha parimenti guadagnato in questi giorni. In più l’Ethereum si appresta a un aggiornamento (Shaghai è il nome) che al di là degli aspetti tecnici complessi legati all’attività di
staking potrebbe avere secondo gli operatori esiti opposti sulle quotazioni, uno rialzista (si stimolerà l’uso del BitCoin), uno ribassista (molti potranno sfruttare questa opportunità per disimpegnare Ethereum attualmente impegnati e immetterli sul mercato). Insomma, anche qui siamo di fronte a novità che potrebbero spiazzare un piccolo investitore a digiuno di informatica. Nel dubbio, meglio restare alla larga. A chi proprio volesse scommettere sulle criptovalute continuiamo a dire di preferire prodotti finanziari quotati (una
rassegna la trovi qui), visti
i recenti scandali, sono più sicuri rispetto a un acquisto diretto, anche se non garantiscono affatto di non uscirne con le ossa rotte; tra questi meglio preferire quelli che diversificano su più criptovalute (sullo Xetra ce ne sono ben dieci).