Pensione di reversibilità: tutto quello che c’è da sapere
Se un tuo familiare pensionato viene a mancare, puoi avere diritto alla pensione di reversibilità, cioè di fatto a ereditare la pensione del defunto. Ma chi ne ha diritto? A quanto ammonta? In quali casi non si applica?

In questo articolo
- A chi spetta la pensione di reversibilità
- Coniuge e conviventi more uxorio
- A chi non spetta la reversibilità
- I figli del defunto
- Altri familiari: genitori, fratelli, nipoti
- Comecalcolare l'importo
- Limiti di reddito e come influiscono sull'importo
- Come richiederla
- Enti presso cui presentare la domanda
- Tempi di attesa e liquidazione
- Situazioni particolari ed eccezioni
- Quando si perde la pensione di reversibilità
- Pensione di reversibilità e pensione minima
- Implicazioni Fiscali
Quando una persona muore è previsto che ai familiari sia attribuita una “pensione ai superstiti”. Per averne diritto è necessario che si verifichino alcune condizioni e siano soddisfatti determinati requisiti. In base a due differenti tipologie di trattamento, la pensione si definisce:
- di reversibilità, se il defunto percepiva già la pensione di vecchiaia o anticipata, la pensione di invalidità o di inabilità;
- indiretta, se invece non aveva ancora maturato il diritto alla pensione, ma aveva versato almeno 15 anni di contributi in tutta la vita assicurativa oppure, in alternativa, almeno 5, di cui 3 nei cinque anni precedenti al decesso.
La pensione spetta dal mese successivo alla data di morte del lavoratore, anche se la domanda viene inoltrata in ritardo, infatti vengono riconosciti gli arretrati. Con una sentenza della Corte Costituzionale sono stati rivisti i limiti di reddito personale oltre ai quali scatta la decurtazione della pensione.
Torna all'inizioA chi spetta la pensione di reversibilità
I destinatari del trattamento sono i familiari più prossimi, a cominciare dal coniuge. Figli, genitori, fratelli e sorelle possono richiedere l’accesso alla pensione di reversibilità nel caso di un familiare convivente defunto se risultavano a carico del pensionato deceduto, e che si trovano in una situazione di non sufficienza economica e di impossibilità al proprio mantenimento.
Torna all'inizioConiuge e conviventi more uxorio
La moglie o il marito superstite hanno diritto per primi alla reversibilità anche se la pensione del defunto non viene assegnata interamente al coniuge superstite, ma viene ridotta in percentuale in base a determinati criteri Se il coniuge si risposa gli viene riconosciuta un’indennità una tantum pari a una doppia annualità della pensione di reversibilità e poi non può pretendere più nulla. Se la pensione è erogata anche ai figli, al matrimonio del genitore superstite il trattamento deve essere riliquidato in favore dei figli con le aliquote previste.
Torna all'inizioA chi non spetta la reversibilità
Non sempre spetta la pensione di reversibilità, infatti, oltre alle decurtazioni dell’importo che abbiamo appena visto, se il defunto si era risposato, per l’ex-coniuge le cose si fanno più complicate. Se è titolare di un assegno di divorzio, deve rivolgersi al Tribunale per avere una quota della pensione, quantificata in proporzione alla durata d di entrambi i matrimoni. Se il titolare della pensione è il coniuge divorziato, in caso di nuove nozze perde il diritto alla pensione di reversibilità e non ha diritto all’assegno una tantum.
Torna all'inizioI figli del defunto
La pensione ai superstiti (reversibilità o pensione indiretta) riguarda anche i figli, siano essi legittimi, legittimati, adottivi, affiliati, naturali, legalmente riconosciuti, giudizialmente dichiarati o nati da precedente matrimonio dell’altro coniuge. Perché abbiano diritto al trattamento deve però verificarsi una delle seguenti condizioni. Devono essere:
- minori di 18 anni;
- studenti di scuola superiore o di corsi professionalizzanti di età compresa tra 18 e 21 anni, senza lavoro;
- studenti universitari per la durata del corso legale di studi e comunque non oltre i 26 anni di età, senza lavoro;
- inabili al lavoro di qualunque età.
Per esser considerati a carico del pensionato/lavoratore defunto I figli maggiorenni o inabili devono esser conviventi con il defunto e si devono trovare in una situazione di non sufficienza economica o di impossibilità al proprio mantenimento.
L’inizio dell’attività lavorativa del figlio inabile superstite comporta la sospensione della sua quota di pensione, qualunque sia il reddito percepito. Ad eccezione del figlio inabile che svolga un'attività con funzione terapeutica e di inclusione sociale e che il reddito non sia inferiore al trattamento minimo annuo di pensione, maggiorato del 30%.
Altri familiari: genitori, fratelli, nipoti
Quando mancano o non hanno diritto il coniuge e i figli, la pensione dei superstiti può essere riconosciuta ai genitori del lavoratore deceduto, purché abbiano almeno 65 anni, non siano titolari di pensione diretta oppure indiretta e risultino a carico del figlio alla data del decesso.
Se nemmeno i genitori ci sono oppure non possono accampare alcun diritto alla pensione, entrano in gioco i fratelli e le sorelle, purché non sposati, inabili al lavoro, non titolari di pensione e a carico del lavoratore/pensionato deceduto. Infine, la reversibilità spetta anche ai nipoti a carico di un nonno/a pensionati e che, anche se non sono stati formalmente affidati ai nonni da un giudice, non sono economicamente autosufficienti perché sono minori o inabili al lavoro e si mantengono solo grazie alla pensione del nonno/a.
Partendo dal principio che il diritto alla reversibilità sorge in modo autonomo e non per successione legittima oppure testamentaria, un’eventuale rinuncia all’eredità da parte dei superstiti non preclude il diritto a percepire la pensione.
Torna all'inizioComecalcolare l'importo
La pensione di reversibilità non viene stabilita annualmente come un importo fisso, come avviene ad esempio con la pensione minima o l’assegno sociale, ma varia in funzione della pensione percepita dal defunto, del rapporto di parentela con l’avente diritto e l’eventuale reddito dello stesso.
La percentuale della pensione di reversibilità
L’importo della pensione di reversibilità viene fissato in base alla pensione percepita dal defunto, applicando una percentuale fissa che varia in funzione del legame di parentela che unisce lo stesso con chi ha diritto a percepirla:
- coniuge da solo 60%;
- coniuge con un figlio 80%;
- coniuge con due o più figli 100%;
In assenza del coniuge le percentuali variano come segue:
- un figlio 70%;
- due figli 80%;
- tre o più figli 100%;
- un genitore 15% (30% se sono entrambi i genitori);
- un fratello o sorella 15% (30% per in caso di due fratelli o sorelle)
Pertanto, quando viene assegnata la reversibilità la quota massima che si può ottenere risulta applicando le percentuali che abbiamo visto all’ammontare della pensione del defunto.
Torna all'inizioLimiti di reddito e come influiscono sull'importo
La pensione di reversibilità fa cumulo con gli importi della pensione di reversibilità sono cumulabili con gli altri redditi del beneficiario solo quando questi non superano determinati limiti.
Se si superano i limiti di reddito stabiliti annualmente dall’Inps, la quota di pensione di reversibilità viene ridotta a eccezione del caso in cui il beneficiario faccia parte di un nucleo familiare con figli minori, studenti o inabili.
La regola generale prevede che la riduzione della pensione è del:
- nessun taglio se i redditi percepiti sono inferiori a 3 volte il trattamento minimo annuo del fondo pensioni lavoratori dipendenti;
- 25%, se i redditi percepiti sono inferiori a 4 volte il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti;
- 40%, se i redditi percepiti sono inferiori a 5 volte il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti;
- 50% se i redditi percepiti sono superiori o uguali a 5 volte il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti.
Tuttavia, la riduzione della pensione di reversibilità non può essere minore di quanto spetterebbe se il reddito personale fosse uguale al limite massimo della fascia di reddito precedente.
Con una sentenza della Corte Costituzionale è stato inoltre previsto che quanto viene tagliato dalla pensione di reversibilità, non può essere maggiore al reddito personale di chi ne ha diritto. In pratica, la parte di pensione di reversibilità che non viene riconosciuta in base ai limiti di reddito appena visti, non può in ogni caso superare il reddito del superstite.
Il trattamento minimo è la pensione minima che viene data dallo Stato tramite l’Inps, che deriva dal calcolo dei contributi versati, per garantire il “minimo vitale” al pensionato. Il trattamento minimo viene adeguato ogni anno tramite la perequazione per tener conto dell’andamento generale dei prezzi, pertanto anche i limiti per la pensione di reversibilità senza tagli variano ogni anno.
Nel 2025, il trattamento minimo annuo di pensione è di 7.844,18 euro, pertanto i limiti per ridurre la pensione di reversibilità sono i seguenti:
- fino a 23.532,54 euro nessun taglio
- per un reddito compreso tra 23.532,55 euro e 31.376,72 euro la reversibilità si riduce del 25%;
- per un reddito compreso tra 31.376.73 euro e 39.220,90 euro la reversibilità si riduce del 40%;
- per un reddito superiore a 39.220,91 euro la reversibilità si riduce del 50%.
Come richiederla
Per ottenere la reversibilità è necessario inviare una richiesta all’Inps perché non è mai automatica. La pensione di reversibilità viene riconosciuta dal primo giorno del mese successivo a quello del decesso del pensionato, a prescindere da quando viene presentata la richiesta, infatti dopo le opportune verifiche l’Inps riconosce gli arretrati.
Attenzione a non far trascorrere troppo tempo perché dopo 10 anni dal decesso decade il diritto a richiedere la reversibilità.
Documentazione necessaria
Se ci si rivolge a un professionista o a un patronato per presentare la domanda di reversibilità, occorrono diversi documenti, che possono variare lievemente a seconda della propria situazione. In linea generale il nostro consiglio è di farsi dare l’elenco della documentazione necessaria dall’ente che si occuperà della pratica, ma sicuramente nel caso di morte del coniuge avrete bisogno di:
- certificato di morte
- certificato di matrimonio
- stato di famiglia aggiornato alla data della morte
- atto sostitutivo di notorietà attestante la non avvenuta separazione legale passata in giudicato e non aver contratto nuovo matrimonio.
Enti presso cui presentare la domanda
La domanda per la pensione di reversibilità deve essere presentata online sul sito dell’Inps attraverso il servizio dedicato, loggandosi con SPID, CIE o CRS. In alternativa si può chiedere il supporto degli operatori del contact center Inps oppure ci si può rivolgere a un patronato.
Nel caso del coniuge divorziato invece primariamente bisogna rivolgersi al tribunale.
Torna all'inizioTempi di attesa e liquidazione
Presentando la domanda online i tempi di lavorazione della pratica da parte di Inps sono di 30 giorni. Rivolgendosi ai patronati o ad altri professionisti le tempistiche potrebbero cambiare, la cosa fondamentale è che in ogni caso la pensione di reversibilità viene riconosciuta con gli arretrati a partire dal mese successivo a quello del decesso.
Torna all'inizioSituazioni particolari ed eccezioni
Abbiamo visto che la pensione di reversibilità spetta, di fatto, ai parenti prossimi tuttavia la norma prevede delle eccezioni in casi particolari, come la separazione, il divorzio o nei casi di convivenza di fatto.
Pensione di reversibilità per conviventi di fatto
I conviventi di fatto non godono degli stessi diritti delle coppie eterosessuali né di quelle omosessuali che hanno sottoscritto un’unione civile. La legge Cirinnà lo aveva previsto e una circolare dell’Inps lo ha confermato: tutta la normativa relativa alla pensione di reversibilità si estende alle coppie omosessuali unite civilmente, e soltanto a loro. La pensione percepita dal partner superstite ammonterà al 60% di quella del defunto, a meno che non si superino le soglie di reddito previste.
Pensione di reversibilità per pensionati e divorziati
In caso di separazione, la pensione spetta anche al coniuge separato con gli stessi criteri previsti per il coniuge, se l’iscrizione all’INPS da parte del pensionato o del lavoratore sia avvenuta prima della separazione legale con sentenza. Il coniuge separato con addebito, inoltre, ha diritto alla pensione solo se è titolare di un assegno di mantenimento stabilito dal Tribunale competente.
Anche il coniuge divorziato ha diritto alla pensione se è titolare di un assegno di divorzio e se entrambi non si sono risposati. L’inizio della copertura previdenziale della persona deceduta deve essere antecedente la sentenza di divorzio. Inoltre, la persona che è mancata deve aver maturato i requisiti per la pensione o essere già titolare di pensione alla data della morte.
Pensione di reversibilità per figli conviventi
Per ottenere la pensione di reversibilità, i figli maggiorenni devono essere in ogni caso conviventi, e devono rispettare una delle due condizioni previste, cioè essere o studenti di scuola superiore o di corsi professionalizzanti di età compresa tra 18 e 21 anni, oppure studenti universitari per la durata del corso legale di studi e comunque non oltre i 26 anni di età. In entrambi i casi non devono avere un lavoro
Durata del diritto per i figli minorenni
Quando sono i figli minori ad ottenere la pensione di reversibilità, al compimento dei 18 anni il diritto si estingue. Tuttavia, se sono conviventi e senza un lavoro, possono continuare a riceverla se sono studenti delle scuole superiori o universitari. In quest’ultimo caso, il diritto si prescrive al compimento dei 26 anni.
Condizioni per i figli disabili
I figli disabili, per continuare ad ottenere la pensione di reversibilità senza limite, devono esser valutati come inabili al lavoro. Fino al compimento dei 26 anni di età, se non possiedono l’inabilità e studiano possono continuare a riceverla con le stesse modalità che abbiamo visto per i figli maggiorenni conviventi.
L’inizio dell’attività lavorativa del figlio inabile superstite comporta la sospensione della sua quota di pensione, qualunque sia il reddito percepito. Se però l'attività è svolta con funzione terapeutica e di inclusione sociale e il reddito non è inferiore al trattamento minimo annuo di pensione, maggiorato del 30%, la reversibilità viene mantenuta.
Quando si perde la pensione di reversibilità
Esistono diverse situazioni che possono far perdere la pensione di reversibilità che si possono ridurre a un cambiamento di situazione personale o a una variazione del reddito percepito che supera i limiti stabiliti per ottenere la pensione. In particolare, per quanto riguarda la situazione personale:
- il coniuge superstite si risposa;
- il titolare del trattamento supera lo stato di inabilità che ne rendeva possibile l’erogazione;
- i figli a carico conviventi fino ai 21 anni terminano gli studi e iniziano a lavorare;
- i figli a carico conviventi compiono 26 anni o terminano o interrompono gli studi;
- i genitori titolari ottengono un nuovo trattamento pensionistico;
- fratelli o sorelle non coniugati si sposano.
Pensione di reversibilità e pensione minima
La pensione di reversibilità influisce sull’integrazione al trattamento minimo della pensione. Infatti, la reversibilità viene calcolata tra i redditi del pensionato che vuole ottenere la pensione minima. Infatti, l’integrazione al minimo, per il 2025 viene riconosciuta interamente se si possiede un reddito inferiore a 7.844,19 euro annui, se invece il reddito è inferiore a 15.688,37 euro l’integrazione al minimo è parziale.
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