Pensioni minime, a luglio arrivano aumenti e arretrati
Sarà di quasi 600 l'assegno mensile per le pensioni minime di chi ha più di 75 anni. A luglio arrivano gli aumenti dovuti con tutti gli arretrati a partire da gennaio 2023. Per le integrazioni al minimo invece rimane la soglia dei 563 euro, e occorre considerare anche la situazione familiare: l'integrazione varia, infatti, in base ai redditi individuali e coniugali. Ecco quali pensioni sono integrabili e come fare i calcoli.
- contributo tecnico di
- Tatiana Oneta
- di
- Roberto Usai

L’integrazione al trattamento minimo è stata introdotta nel 1983 per tutelare i pensionati che hanno maturato il diritto alla pensione, ma il cui importo è inferiore a un determinato livello di reddito che lo Stato fissa annualmente come minimo per garantire una vita dignitosa. Pertanto, se la pensione è al di sotto di questa soglia, il pensionato ha diritto ad una integrazione, cioè ad arrivare almeno alla pensione minima, che è anche presa come base di riferimento per calcolare diversi altri limiti di reddito relativi al mondo previdenziale.
Quando arrivano gli aumenti delle pensioni minime?
Come vedremo nel paragrafo successivo, a causa dell’inflazione, l’importo degli aumenti dati dall’adeguamento automatico delle pensioni nel 2023 e nel 2024 è piuttosto generoso rispetto al passato. Tuttavia, sebbene gli aumenti decorrano da gennaio 2023 o successivamente per chi ha maturato il diritto alla pensione nei mesi scorsi, ancora nessuno ha visto il cedolino della pensione adeguarsi agli incrementi stabiliti.
Con una circolare l’Inps ha stabilito che con la mensilità di luglio verranno corrisposti gli aumenti e recuperati tutti gli arretrati spettanti.
Quanto aumentano le pensioni minime nel 2023?
Per il 2022, il trattamento minimo era di 525,38 euro al mese, ma grazie alla perequazione automatica e all’ulteriore maggiorazione prevista con la manovra di bilancio, i nuovi importi per il 2023 ammontano:
- a 599,82 euro per chi ha almeno 75 anni;
- a 572,20 euro mensili per chi ha meno di 75 anni.
Infatti, se l’indice di adeguamento automatico delle pensioni per il 2023 porta ad un innalzamento degli importi del 7,3%, la manovra di bilancio riconosce solo per il 2023 un ulteriore 6,4% per i pensionati che hanno più di 75 anni e percepiscono la pensione minima di vecchiaia, per chi è sotto questa soglia anagrafica la maggiorazione è dell’1,5%.Queste ulteriori maggiorazioni non sono considerate però nella base di calcolo per il riconoscimento di tutte le prestazioni collegate al reddito riconosciute ai pensionati.
Nel 2024 è prevista una ulteriore rivalutazione, rispetto a quanto verrà fissato con gli adeguamenti automatici, del 2,7%.
Come si calcola l'integrazione al minimo
La pensione minima di vecchiaia è il riferimento per capire se le altre pensioni debbano esser integrate per raggiungere questa soglia. Tuttavia, per il 2023 viene presa in considerazione la pensione minima di 563,74 cioè considerando solo l’adeguamento automatico rispetto al 2022 e non le integrazioni riconosciute dallo Stato
Per ottenere l’integrazione al minimo, si considerano i redditi individuali o quelli coniugali. Infatti, a seconda della situazione personale familiare del pensionato, i criteri per il calcolo dell’integrazione al minimo spettante possono variare.
1) Pensionato non sposato
Se il pensionato non è sposato o è separato, il limite di reddito per ottenere interamente l’integrazione è di 7.328,62 euro annui nel 2023. Per chi percepisce un reddito superiore, ma inferiore a 14.657,24 euro nel 2023, è prevista l’integrazione parziale. Oltre a questo limite non spetta alcuna integrazione.
ESEMPIO: se un pensionato ha un reddito di 4 mila euro e una pensione di 100 euro, può ottenere l’integrazione al minimo in misura piena, cioè 563 euro al mese. Se il reddito fosse di 9.000 euro e la pensione di 200 euro mensili, avrebbe diritto solo all’integrazione parziale, che viene calcolata sottraendo il reddito al massimale (14.657-9.000) e dividendo per 13 mensilità, in questo modo si ottengono 435 euro mensili, l’integrazione al minimo porta quindi la pensione totale a 563 euro al mese.
2) Pensionato coniugato
Se il pensionato è sposato, ai fini del calcolo dell’integrazione al minimo si considerano i redditi coniugali, ma occorre verificare se la pensione abbia decorrenza antecedente al 1994 oppure successiva. Nel primo caso, i redditi coniugali non vengono considerati e ci si basa sui redditi individuali. Nel caso in cui la pensione decorra successivamente al 1994, devono esser soddisfatte due condizioni:
- il beneficiario non deve superare i 14.657,24 euro nel 2023 di reddito annuo individuale;
- i redditi coniugali non devono superare 4 volte il trattamento minimo nell'anno di riferimento. Per il 2023 pertanto il limite massimo di reddito coniugale è di 29.314,48.
Per i soli pensionati che sono andati in pensione nel 1994, il limite di reddito coniugale è pari a 5 volte il trattamento minimo. Attenzione però, perché l’importo spettante di integrazione al minimo, è il minore che risulta dal confronto tra il reddito individuale e quello coniugale rispetto a quello conseguito.
Quali redditi sono esclusi dal calcolo
Ai fini del calcolo dei redditi individuali o coniugali non sono considerati:
- i redditi esenti da Irpef (pensioni di guerra, rendite Inail, pensioni degli invalidi civili, trattamenti di famiglia…);
- la pensione da integrare al minimo;
- il reddito della casa di abitazione;
- gli arretrati soggetti a tassazione separata come il TFR.
Quali pensioni sono integrabili
Sono integrabili al minimo tutte le prestazioni previdenziali, comprese le indirette come la reversibilità erogate dall’Inps, dai fondi speciali per i lavoratori autonomi, dai fondi esclusivi e sostitutivi dell'assicurazione generale obbligatoria ad eccezione della pensione supplementare.
Inoltre, l’integrazione al minimo non si applica alle pensioni liquidate esclusivamente con le regole del sistema contributivo cioè per chi ha iniziato a lavorare dal 1° gennaio 1996 o ha esercitato l'opzione al sistema contributivo. Chi ha aderito ad opzione donna invece, può richiedere l’integrazione.