Pensioni: a dicembre niente conguaglio del 2024
Per quest’anno niente conguagli per l’adeguamento Istat sulle pensioni, né a dicembre né a gennaio. Il Ministero del Lavoro ha valutato corretta la stima fatta a gennaio scorso che prevedeva l’aumento del 5,4% per il 2024: quindi nessun ulteriore importo verrà riconosciuto ai pensionati. Ecco come funziona l'adeguamento automatico e perché i pensionati rimarranno a bocca asciutta.

Negli ultimi anni, con il cedolino della pensione di dicembre, era solito arrivare il conguaglio per l’adeguamento definitivo delle pensioni per l’anno in corso; l’andamento dell’inflazione, infatti, ha ultimamente richiesto il ricalcolo delle percentuali precedentemente calcolate, e costretto l'Inps ad anticiparne l’erogazione che di norma arriva a gennaio. Per quest’anno però i pensionati rimangono a bocca asciutta, vediamo perché.
Adeguamento automatico: come funziona
L’adeguamento automatico delle pensioni è quel meccanismo che prevede la rivalutazione annua delle pensioni in base all’andamento dell’inflazione e che dovrebbe proteggere le pensioni dalla perdita di potere d’acquisto adeguandone l’importo al costo della vita. Questo meccanismo, in gergo tecnico si chiama perequazione automatica e l’aumento legato all’inflazione che viene riconosciuto a inizio anno è considerato “provvisorio” per poi esser rivisto a fine anno ed eventualmente conguagliato. Per il 2024 però, le stime fatte a novembre 2023 per un aumento del 5,4% sono risultate corrette e non è necessario riconosce altro ai pensionati.
L'ultimo conguaglio, a dicembre 2023
Per farvi capire meglio il meccanismo, vi riportiamo l’esempio dello scorso anno. Infatti, in base alla variazione percentuale che si era verificata negli indici dei prezzi al consumo forniti dall’Istat il 3 novembre 2022, il Ministro dell’economia e delle finanze Giorgetti aveva firmato il decreto con il valore dell’adeguamento automatico provvisorio per il 2023 pari al 7,3%. L’adeguamento è definito come provvisorio perché è stato corrisposto da gennaio 2023 ma viene ricalcolato come definitivo a fine anno e, infatti, l’adeguamento totale spettante è dell’8,1%.
Di fatto quindi, nel cedolino della pensione di dicembre 2023 e nella tredicesima è stata conguagliata la differenza dello 0,8% spettante per ogni mese del 2023.
Facciamo un esempio: una pensione di 1.000 euro lordi al mese a dicembre 2022 ha visto crescere il proprio importo di 73 euro lordi come adeguamento provvisorio per il 2023, a dicembre ha ottenuto altri 8 euro moltiplicati per i mesi da gennaio a dicembre. Pertanto, il cedolino di dicembre contiene circa 96 euro lordi di conguaglio, mentre la tredicesima è salita a 1.081 euro.
Nel 2025 l’aumento è dello 0,8%
A gennaio arriva l’aumento che è stato calcolato nella percentuale dello 0,8%. Questo valore è provvisorio per il 2025, perché entro il 20 novembre il Ministero del Lavoro dovrà valutare se questa percentuale sia congrua oppure no ed eventualmente procedere con l’erogazione del conguaglio a gennaio 2026 o, qualora la differenza fosse molta e si reputasse importante mantenere il potere d’acquisto dei pensionati entro limiti accettabili verrebbe anticipato a dicembre 2025.
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