La settimana macroeconomica può essere riassunta con due parole: Banche centrali. Tra le attese per le riunioni della Bce e della Fed, previste per la prossima settimana, e quelle già tenute da altre banche centrali negli ultimi giorni, sono state infatti le decisioni sul costo del denaro a catalizzare la maggior parte dell’attenzione dei mercati.
Tra quelle che si sono riunite, la Banca centrale turca ha tagliato i tassi di interesse dell’1%, come previsto, ma ha rallentato il ritmo delle riduzioni a causa dell’aumento dell’inflazione. Altre due Banche, quella coreana e quella indonesiana, hanno deciso di mantenere i tassi fermi, anche se nel caso di quella coreana il nulla di fatto era atteso dai mercati, mentre per quanto riguarda quella indonesiana i mercati si attendevano un ulteriore taglio dello 0,25%.
Rimanendo in Asia, la crescita messa a segno dalla Cina nel terzo trimestre è la più lenta del 2025. Ci sono però anche altri dati che mostrano un'economia a due velocità, mentre in Giappone è stata eletta ufficialmente la nuova premier. Un approfondimento su chi sia, sulla sua visione economica e sulle implicazioni per gli investitori lo trovi qui.
Un altro tema centrale della settimana è stato l’andamento dell’inflazione. Il dato più importante, ovviamente, è quello degli Stati Uniti, dove i dati – pubblicati in periodo di shutdown – hanno mostrato un’inflazione inferiore alle attese, sia per l’indice generale sia per quello di fondo. Questo risultato rafforza le aspettative dei mercati di un possibile taglio dei tassi da parte della Fed nella prossima settimana.
Anche nel Regno Unito l’inflazione è risultata sotto le previsioni, aumentando le probabilità di una riduzione dei tassi da parte della Bank of England. Al contrario, in Canada il carovita ha registrato un deciso aumento a settembre, portando i mercati a ridurre le aspettative di un taglio dei tassi da parte della Bank of Canada.
Sul fronte europeo, le attese per la Bce indicano tassi fermi nella prossima riunione. Nel frattempo, i PMI di ottobre hanno superato le attese, segnalando un recupero dell’attività economica nella zona euro.