In settimana, i dati macroeconomici sono arrivati quasi interamente dalla zona euro e dagli Stati Uniti.
Nella zona euro, i dati preliminari sul PMI di giugno hanno deluso i mercati, rafforzando le preoccupazioni sul rischio stagnazione per l’area, già sollevate dal Fondo Monetario Internazionale. In questo contesto, tuttavia, l’indice IFO ha sorpreso positivamente, mostrando un inaspettato ottimismo tra le imprese tedesche. Sempre in tema di fiducia, a giungo in Italia cresce quella delle imprese, scende quella dei consumatori.
Negli Stati Uniti, i dati macroeconomici non sono stati particolarmente incoraggianti: il PIL è stato rivisto al ribasso e i dati sui consumi si sono rivelati deboli.
Capitolo banche centrali: in Turchia, i tassi d’interesse sono stati lasciati invariati, mentre in Norvegia e Svezia le rispettive banche centrali hanno proceduto a un taglio dei tassi.