Guida ai buoni pasto, come funzionano e come utilizzarli
Il buono pasto (o ticket) è un titolo di pagamento che l'azienda può erogare al proprio dipendente come servizio sostitutivo della mensa. Il suo valore è predeterminato e può essere speso sia durante la pausa pranzo, come effettivo pagamento del pasto, oppure per l'acquisto di prodotti alimentari presso gli esercizi che lo permettono, come i supermercati. Ecco come funzionano per l'azienda, per il lavoratore che li utilizza e per l'esercente.
Per via dei loro vantaggi fiscali, i buoni pasto sono molto apprezzati sia dalle aziende che dai lavoratori. I problemi di accettazione che hanno avuto in passato si sono ora ridotti grazie alle novità legislative entrate in vigore nel corso del 2025. Ma come funzionano le regole sui buoni pasto e quali sono i vantaggi per aziende e lavoratori? Abbiamo provato a fare chiarezza.
Torna all'inizioChe cosa sono i buoni pasto?
I buoni pasto sono un titolo di pagamento che può essere emesso sia in forma cartacea (con il cosiddetto carnet) sia in forma elettronica (attraverso una carta di pagamento con microchip o una app). Hanno una data di scadenza oltre alla quale non possono più essere accettati dalle attività commerciali, riportata sul buono cartaceo o elettronico. Possono essere utilizzati per pagare nei negozi convenzionati con la società che li emette, siano essi ristoranti, pizzerie, trattorie, bar, take away, fast food, gastronomie, supermercati e ipermercati oppure artigiani e agriturismi. Sono uno strumento che piace sia alle aziende (sono deducibili dal reddito di impresa al 100%) sia ai lavoratori, perché non contribuiscono ad alzare il loro reddito imponibile.
Per sapere se uno specifico negozio accetta i vostri buoni pasto potete controllare le vetrofanie esposte sulle vetrine o vicino alla cassa. Quasi tutti gli emittenti hanno anche dei servizi online o sulle loro app che permettono di localizzare gli esercenti convenzionati che accettano quei buoni pasto.
Torna all'inizioQuanti lavoratori ricevono i buoni pasto?
Stando ai dati di Anseb (Associazione Nazionale delle Società Emettitrici dei Buoni pasto), sono circa 3,5 milioni i lavoratori che oggi usufruiscono dei buoni pasto. Gli esercizi convenzionati sono circa 150.000 e sono 100.000 i datori di lavoro che riconoscono i buoni pasto ai loro collaboratori.
Le principali società emettitrici di buoni pasto sono:
- Edenred (Ticket Restaurant, Buon Chef) 150.000 affiliati e 100.000 aziende clienti. È leader del mercato
- Sodexo 100.000 affiliati e 8.100 aziende clienti per i marchi Pass Lunch Card Lunch Tronic Lunch Time e Ristomat
- Day (Day buoni pasto e Day Tronic) 110.000 affiliati e 16.000 aziende clienti
- Satispay 200mila esercenti convenzionati accettano Satispay e, quindi, i suoi buoni pasto
Buono pasto cartaceo o elettronico?
Dal 2015 in avanti i buoni cartacei sono stati gradualmente sostituiti da quelli elettronici.
Per i lavoratori il passaggio dal buono cartaceo alla card porta diversi vantaggi. I buoni sono caricati sulla card o sulla app senza dovere necessariamente passare al ritiro in azienda; si riduce la possibilità di furto/smarrimento e di utilizzo da parte di malintenzionati, visto che ogni card o app prevede una specifica procedura per il furto/smarrimento con il blocco della stessa e l'emissione di una nuova carta con la valorizzazione dei buoni smarriti o l’attivazione con nuove credenziali di accesso alla app. C’è infine un vantaggio fiscale per cui i lavoratori che hanno buoni elettronici si ritroveranno qualche centesimo in più in busta paga. Le regole di utilizzo sono identiche a quelle dei buoni pasto cartacei.
I vantaggi ci sono anche per gli esercenti, grazie alla gestione più rapida della contabilizzazione dei buoni elettronici, che avviene elettronicamente, e quindi alla possibilità di avere il pagamento dalla società emittente in minor tempo ed alla riduzione del rischio di furto/smarrimento dei buoni pasto cartacei.
Torna all'inizioCome si possono utilizzare i buoni pasto
Per quanto riguarda l'utilizzo dei buoni pasti, gli ultimi cambiamenti risalgono al 2017, quando un decreto del Mise (122/2017) ha modificato le regole introducendo la possibilità di cumulo ed aumentando le possibilità di utilizzo.
Secondo le vecchie regole, infatti, il buono era non cumulabile né frazionabile. Il concetto di non frazionabilità resta: è per questo motivo che il buono deve essere usato per intero e non è previsto un resto in denaro, anche se è lasciata la possibilità agli esercenti di riconoscere un resto fittizio (buono) utilizzabile successivamente nello stesso luogo.
Sulla cumulabilità invece le nuove norme hanno introdotto importanti novità. Se è vero che molti esercizi commerciali, in questi anni, avevano avviato in autonomia iniziative volte a consentire ai clienti di utilizzare più buoni in una sola volta (ad esempio per fare la spesa), ora la legge stabilisce esplicitamente che i buoni sono cumulabili fino ad un massimo di 8. Un passo in avanti che però penalizza ancora i lavoratori che hanno buoni di importo più basso. Sarebbe stato meglio prevedere un importo massimo di spesa, più che un limite numerico.
Per chi prepara o consuma il proprio pasto a casa, c’è la possibilità di usare il buono pasto per pagare la spesa al supermercato. Le nuove norme del 2017 hanno anche aumentato la lista degli esercizi commerciali in cui è possibile usare i buoni pasto. Infatti oltre alla somministrazione di alimenti e bevande la legge ora parla anche esplicitamente di cessione di prodotti alimentari pronti per il consumo e dunque anche prodotti alimentari acquistati al supermercato, da imprese artigiane (ad esempio un pasticciere), ed include anche la vendita di prodotti da parte di imprenditori agricoli e coltivatori diretti, agriturismo e ittiturismo, ma anche la vendita al dettaglio di prodotti alimentari da parte di aziende industriali (gli spacci aziendali).
Riguardo alla detassazione per i lavoratori, i buoni pasto cartacei non sono tassati fino ad un importo di 4 euro per buono, mentre il valore non tassato dei buoni elettronici è di 8 euro per buono. Il legislatore ha deciso di incentivare l’uso delle card di buoni elettronici.
Torna all'inizioCome funzionano i buoni pasto per gli esercenti
Ogni qualvolta gli esercenti procedono all’incasso di un buono pasto presso la società emettitrice, sia esso cartaceo o elettronico, pagano alla società delle commissioni di incasso. Fino a qualche mese fa le commissioni per gli esercenti erano molto alte, in alcuni casi anche oltre il 20%: significa pagare 1,60euro di commissioni su un buono del valore di 8 euro. È per questo motivo che ci sono stati dei seri problemi di accettazione dei buoni Un problema su cui si è più volte detto di voler lavorare, e che ha trovato una buona soluzione con la Legge sulla concorrenza del 2024 che ha introdotto un limite del 5% alle commissioni e alle spese che l’esercente deve pagare all’emittente.
Questo tetto pensiamo che possa essere un buon segnale di cambiamento anche se comunque non risolverà del tutto i paletti di accettazione del buono pasto. Per questp chiediamo con una petizione https://www.altroconsumo.it/azioni-collettive/buoni-pastoche il corrispettivo dei buoni pasto sia messo direttamente in busta paga mantenendo le stesse agevolazioni fiscali previste per i buoni.
Se vuoi anche tu poter avere soldi in busta paga al posto del corrispettivo in buoni pasto, sostieni la nostra richiesta al governo firmando la petizione. Più siamo, più la nostra voce sarà forte. Finora abbiamo raccolto più di 53 mila firme.
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