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Guida ai buoni pasto, come funzionano e come utilizzarli

Il buono pasto (o ticket) è un titolo di pagamento che l'azienda può erogare al proprio dipendente come servizio sostitutivo della mensa. Il suo valore è predeterminato e può essere speso sia durante la pausa pranzo, come effettivo pagamento del pasto, oppure per l'acquisto di prodotti alimentari presso gli esercizi che lo permettono, come i supermercati. Ecco come funzionano per l'azienda, per il lavoratore che li utilizza e per l'esercente.

Con il contributo esperto di:
10 maggio 2024
Pagamento con buoni pasto

Per via dei loro vantaggi fiscali, i buoni pasto sono molto apprezzati sia dalle aziende che dai lavoratori, anche se sempre più spesso non vengono accettati dagli esercenti, per via delle alte commissioni di incasso. Ma come funzionano le regole sui buoni pasto e quali sono i vantaggi per aziende e lavoratori? Abbiamo provato a fare chiarezza.

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Che cosa sono i buoni pasto?

I buoni pasto sono un titolo di pagamento che può essere emesso sia in forma cartacea (con il cosiddetto carnet) sia in forma elettronica (attraverso una carta di pagamento con microchip). Hanno una data di scadenza oltre alla quale non possono più essere accettati dalle attività commerciali, riportata sul buono cartaceo o indicata sullo scontrino quando vengono caricati sulle tessere quelli elettronici. Possono essere utilizzati per pagare nei negozi convenzionati con la società che li emette, siano essi ristoranti, pizzerie, trattorie, bar, take away, fast food, gastronomie, supermercati e ipermercati oppure artigiani e agriturismi. Sono uno strumento che piace sia alle aziende (sono deducibili al 100%) sia ai lavoratori, perché non contribuiscono ad alzare il reddito imponibile.

Per sapere se uno specifico negozio accetta i vostri buoni pasto potete controllare le vetrofanie esposte sulle vetrine o vicino alla cassa. Quasi tutti gli emittenti hanno anche dei servizi online che permettono di localizzare gli esercenti convenzionati che accettano quei buoni pasto.

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Quanti lavoratori ricevono i buoni pasto?

Stando ai dati di Anseb (Associazione Nazionale delle Società Emettitrici dei Buoni pasto), sono circa 3,5 milioni i lavoratori che oggi usufruiscono dei buoni pasto. Gli esercizi convenzionati sono circa 170mila e sono 100.000 i datori di lavoro che riconoscono i buoni pasto ai loro collaboratori.

Le principali società emettitrici di buoni pasto:

  • Edenred (Ticket Restaurant, Buon Chef) 150.000 affiliati e 100.000 aziende clienti. È leader del mercato
  • Sodexo 100.000 affiliati e 8.100 aziende clienti per i marchi Pass Lunch Card Lunch Tronic Lunch Time e Ristomat
  • Day (Day buoni pasto e Day Tronic) 110.000 affiliati e 16.000 aziende clienti
  • Satispay 70mila esercenti convenzionati accettano Satispay e, quindi, i buoni pasto
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Buono pasto cartaceo o elettronico?

Dal 2015 in avanti i buoni cartacei sono stati gradualmente sostituiti da quelli elettronici.

Per i lavoratori il passaggio dal buono cartaceo alla card porta diversi vantaggi. I buoni sono caricati sulla card senza dovere necessariamente passare al ritiro in azienda; si riduce la possibilità di furto/smarrimento e di utilizzo da parte di malintenzionati, visto che ogni card prevede una specifica procedura per il furto/smarrimento con il blocco della stessa e l'emissione di una nuova carta con la valorizzazione dei buoni smarriti. C’è infine un vantaggio fiscale per cui i lavoratori che hanno buoni elettronici si ritroveranno qualche centesimo in più in busta paga. Le regole di utilizzo sono identiche a quelle dei buoni pasto cartacei.

I vantaggi ci sono anche per gli esercenti, grazie alla gestione più rapida della contabilizzazione dei buoni elettronici, che avviene elettronicamente, e quindi alla possibilità di avere il pagamento dalla società emittente in minor tempo ed alla riduzione del rischio di furto/smarrimento dei buoni pasto cartacei.

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Come si possono utilizzare i buoni pasto

Per quanto riguarda l'utilizzo dei buoni pasti, gli ultimi cambiamenti risalgono al 2017, quando un decreto del Mise (122/2017) ha modificato le regole introducendo la possibilità di cumulo ed aumentando le possibilità di utilizzo.

Secondo le vecchie regole, infatti, il buono era non cumulabile né frazionabile. Il concetto di non frazionabilità resta: è per questo motivo che il buono deve essere usato per intero e non è previsto un resto in denaro, anche se è lasciata la possibilità agli esercenti di riconoscere un resto fittizio (buono) utilizzabile successivamente nello stesso luogo.

Sulla cumulabilità invece le nuove norme hanno introdotto importanti novità. Se è vero che molti esercizi commerciali, in questi anni, avevano avviato in autonomia iniziative volte a consentire ai clienti di utilizzare più buoni in una sola volta (ad esempio per fare la spesa), ora la legge stabilisce esplicitamente che i buoni sono cumulabili fino ad un massimo di 8. Un passo in avanti che però penalizza ancora i lavoratori che hanno buoni di importo più basso. Sarebbe stato meglio prevedere un importo massimo di spesa, più che un limite numerico.

Per chi prepara o consuma il proprio pasto a casa, c’è la possibilità di usare il buono pasto per pagare la spesa al supermercato. Le nuove norme del 2017 hanno anche aumentato la lista degli esercizi commerciali in cui è possibile usare i buoni pasto. Infatti oltre alla somministrazione di alimenti e bevande la legge ora parla anche esplicitamente di cessione di prodotti alimentari pronti per il consumo e dunque anche prodotti alimentari acquistati al supermercato, da imprese artigiane (ad esempio un pasticciere), ed include anche la vendita di prodotti da parte di imprenditori agricoli e coltivatori diretti, agriturismo e ittiturismo, ma anche la vendita al dettaglio di prodotti alimentari da parte di aziende industriali (gli spacci aziendali).

Riguardo alla detassazione per i lavoratori, i buoni pasto cartacei non sono tassati fino ad un importo di 4 euro per buono, mentre il valore non tassato dei buoni elettronici è di 8 euro per buono. Il legislatore ha deciso di incentivare l’uso delle card di buoni elettronici.

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Come funzionano i buoni pasto per gli esercenti

Ogni qualvolta gli esercenti procedono all’incasso di un buono pasto presso la società emettitrice, sia esso cartaceo o elettronico, pagano alla società delle commissioni di incasso. Le commissioni per gli esercenti sono molto alte e raggiungono anche il 15%: significa pagare 1,05 euro di commissioni su un buono del valore di 7 euro. È per questo motivo che le convenzioni non sono tante e sempre più esercenti smettono di accettare i buoni pasto. Un problema su cui si è più volte detto di voler lavorare, senza però arrivare a misure concrete.

Un altro problema è che non esiste un Pos unico per l’uso dei buoni elettronici. Il sistema dei buoni pasto elettronici, così come quello dei buoni pasto cartacei, è infatti frammentato con diversi operatori presenti sul mercato. Ogni società emittente buoni ha in pratica il suo lettore Pos. Per cui ogni esercizio commerciale, per poter garantire l’accettazione di tutti i buoni pasto elettronici, dovrebbe avere diversi lettori di card, uno per ogni società emettitrice.

Insomma, un sistema che fa acqua da tutte le parti con problemi di accettazione e di commissioni, ed è per questo che chiediamo di eliminare i buoni pasto con una petizione per mettere quei soldi direttamente in busta paga, senza perdere i vantaggi fiscali

Se vuoi anche tu poter avere soldi in busta paga al posto del corrispettivo in buoni pasto, sostieni la nostra richiesta al governo firmando la petizione. Più siamo, più la nostra voce sarà forte. Finora abbiamo raccolto più di 41 mila firme.

FIRMA LA PETIZIONE.

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