Buoni pasto buone notizie dalla Finanziaria: il valore esentasse passa da 8 a 10 euro
La legge di Bilancio attualmente in discussione in Parlamento prevede un innalzamento del valore dei buoni elettronici per i quali sia aziende che lavoratori hanno agevolazioni fiscali; dal 2026 potrebbe arrivare a 10 euro. Una buona notizia per i lavoratori per i quali i buoni pasto sono una integrazione importante delle loro entrate mensili.
I buoni pasto rappresentano per molti lavoratori un’importante integrazione al reddito mensile che permette loro di acquistare beni e servizi alimentari nei negozi convenzionati. Oggi, la maggior parte dei buoni è in formato elettronico (ma esistono anche quelli cartacei) ed è regolamentata in maniera precisa: hanno una data di scadenza e un limite di utilizzo (massimo 8 buoni alla volta per pagamento).
Questo sistema è apprezzato anche dai datori di lavoro che godono di agevolazioni fiscali. Negli ultimi anni, però, sono emerse alcune criticità relative alle commissioni di incasso che gli esercenti dovevano pagare. Problema parzialmente risolto dalla legge sulla concorrenza 2024 che ha introdotto un tetto del 5%.
Le nuove regole hanno previsto due momenti diversi di entrata in vigore: dal 18 dicembre 2024 per gli esercenti che a quella data non avevano alcun accordo con gli emittenti. Per tutti gli altri il tetto alle commissioni è scattato dal 1° settembre 2025.
Buone notizie per i lavoratori nel 2026
Nel testo attualmente in discussione al Senato la Legge di Bilancio riporta una buona notizia per i lavoratori. Infatti, c’è uno specifico articolo che prevede un innalzamento del valore del buono elettronico entro cui, sia aziende che lavoratori, hanno agevolazioni fiscali.
Oggi accade che, fino ad 8 euro per ogni buono elettronico, l’azienda può dedurre il suo valore dal suo reddito di impresa. Inoltre, per il lavoratore un buono elettronico entro gli 8 euro è esentasse.
Agevolazioni fiscali che nel 2026, se l’articolo della Finanziaria venisse confermato, sarebbero previste fino a 10 euro per ogni buono elettronico.
Una buona notizia per i lavoratori per i quali i buoni pasto rappresentano una integrazione molto importante del loro reddito mensile.
Come funziona il mercato dei buoni pasto
Il settore dei buoni pasto coinvolge quattro principali attori:
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i datori di lavoro, che forniscono i buoni come servizio sostitutivo della mensa, beneficiando di agevolazioni fiscali;
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le società emittenti, che producono i buoni e definiscono le convenzioni con gli esercenti;
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gli esercenti, che accettano i buoni come pagamento di beni e servizi, e per riscuoterne il valore devono pagare delle commissioni di incasso oggi fissate per legge ad un massimo del 5%;
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i lavoratori, che ricevono i buoni dal datore di lavoro e desiderano utilizzarli come ritengono più opportuno per gli acquisti di beni alimentari.
È necessaria una riforma
Siamo convinti che serva una riforma del settore. Il limite del 5% alle commissioni e spese per gli esercenti va nella giusta direzione di una maggiore accettazione del buono pasto. Ma si tratta comunque di commissioni più alte di quelle mediamente pagate da un esercente per accettare un pagamento digitale. Le frizioni non saranno eliminate totalmente. Visto che i buoni pasto rappresentano una componente importante del reddito delle famiglie italiane, siamo convinti che occorra agevolare il più possibile il loro utilizzo. Il sistema attuale avvantaggia quasi esclusivamente le società emittenti, lasciando esercenti e lavoratori in una posizione di svantaggio. Per affrontare questi problemi, Altroconsumo ha proposto una riforma radicale del sistema, chiedendo che l’importo equivalente ai buoni pasto venga direttamente integrato nella busta paga dei lavoratori. La petizione lanciata sul tema ha già raccolto oltre 53 mila firme.
Nel frattempo, però accogliamo con favore l’innalzamento del valore entro cui aziende e lavoratori beneficeranno di agevolazioni sui buoni pasto, che pure abbiamo chiediamo con la nostra petizione.
Il valore degli 8 euro risale al 2020 e nel frattempo il potere di acquisto dei lavoratori si è ridotto del 10%. Apprezziamo dunque l’intervento in Finanziaria che va nella direzione giusta di incremento delle entrate per i lavoratori. I buoni pasto sono usati da 3,5 milioni di lavoratori e rappresentano da qualche tempo una componente importante delle entrate mensili delle famiglie che li usano non solo per pagare la pausa pranzo ma anche per acquistare beni alimentari. Proprio per questo motivo la facilitazione proposta in Legge di Bilancio su questo strumento è ottimale per dare sostegno al bilancio familiare. Ci auguriamo che sia confermata nella versione finale della Finanziaria.
