Rassegna macro settimanale
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La settimana appena trascorsa è stata dominata dalle decisioni e dai segnali provenienti dalle principali banche centrali mondiali, tutte accomunate da un atteggiamento improntato alla cautela. Dopo un lungo ciclo di rialzi, le istituzioni monetarie scelgono ora di osservare con attenzione gli effetti della stretta sul credito e sull’economia reale, in un contesto di inflazione in rallentamento ma non ancora pienamente sotto controllo.
In Gran Bretagna, la Bank of England ha mantenuto invariato il tasso al 4%, pur riconoscendo che l’inflazione del 3,8% rappresenta probabilmente il picco, ha preferito attendere ulteriori dati prima di procedere con la riduzione dei tassi, attesa per dicembre. La Reserve Bank of Australia ha mantenuto i tassi fermi al 3,6%, adottando una posizione “vicina alla neutralità” secondo il governatore. In Canada, invece, la Bank of Canada ha optato per un nuovo taglio dello 0,25%, portando il tasso al 2,25%. La decisione, motivata dall’impatto negativo dei dazi statunitensi, riflette la necessità di sostenere un’economia che mostra segni di rallentamento. La Banca Nazionale di Polonia ha confermato la propria linea espansiva, riducendo per la quinta volta nel 2025 il tasso di riferimento al 4,25%. In Brasile, la Banca centrale ha mantenuto il tasso al 15% per la terza volta consecutiva.
Parallelamente alle decisioni monetarie, la settimana ha offerto anche importanti aggiornamenti sui fronti dell’inflazione. In Indonesia, i dati indicano una domanda interna in lieve rallentamento, ma un’economia ancora resiliente grazie ai consumi e agli investimenti pubblici e privati. In Corea del Sud, l’inflazione è tornata a salire lievemente a ottobre, un segnale che potrebbe spingere la Banca centrale a mantenere un orientamento vigile. In Svizzera, i prezzi sono rimasti praticamente stabili, confermando un contesto di inflazione sotto controllo e di grande solidità macroeconomica. In Polonia, i dati di ottobre hanno confermato un ulteriore calo dei prezzi, in linea con l’azione espansiva della banca centrale. In Turchia, invece, l’inflazione rimane su livelli molto elevati, intorno al 30%, ma mostra timidi segnali di rallentamento dopo mesi di crescita sostenuta. Infine, la Banca centrale del Messico (Banxico) ha deciso di ridurre il tasso d’interesse dello 0,25%, portandolo al 7,25%. Questa mossa era ampiamente attesa, mentre si riscontra un approccio più prudente per il futuro.
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