Spett. ZARA
In data 04/05/2025 ho acquistato presso il vostro punto vendita di Teramo alcuni capi di abbigliamento tra cui dei pantaloni.
Il prezzo esposto sul cartellino dell’articolo risultava essere di € 25,95, come si può chiaramente vedere dalla foto, che allego alla presente in formato JPG. Tuttavia, al momento del pagamento, mi è stato addebitato un importo superiore, pari a € 29,95, come risulta dallo scontrino elettronico ricevuto tramite link SMS e di cui si allega, come da me ricevuto, in formato PDF.
Il giorno successivo all’acquisto ho provato a contattare il vostro servizio clienti per chiarimenti. L’unico modo disponibile è stato quello di interagire con l’assistenza virtuale tramite chat la quale, però, non riusciva a capire la problematica. Dopo numerosi tentativi e richieste per poter parlare con un operatore umano sono finalmente riuscito a ottenere un contatto, sempre e solo tramite chat, da un vostro "agente" che si è identificato con il nome di "Sonja", la quale ha affermato che si è trattato di un errore involontario del magazzino che ha applicato un’etichetta di un'altra nazione, chiudendo la conversazione senza darmi la possibilità di replicare ulteriormente, e sostenendo che il prezzo pagato era comunque corretto.
Desidero ricordare che, ai sensi dell’art. 13 del Codice del Consumo (D.Lgs. 206/2005), il prezzo esposto vincola il venditore.
Pertanto, chiedo il rimborso della differenza di € 4,00 e auspico un chiarimento formale su quanto accaduto con il vostro centro assistenza.
Segnalo inoltre, e concludo, che al momento dell'acquisto, non mi è stato rilasciato alcun scontrino cartaceo ma, dopo l'inserimento obbligatorio di un numero di telefono, un messaggio contenente il link dello scontrino digitale; questa modalità, rendere ancor più difficile il controllo immediato della correttezza del prezzo pagato al momento dell’acquisto.
In mancanza di un riscontro entro 15 giorni dal ricevimento della presente, non esiterò ad adire le vie legali a tutela dei miei diritti.
