Farmaci scaduti si possono ancora assumere? Cosa fare dopo la scadenza
Spesso ci accorgiamo di avere in casa farmaci scaduti proprio nel momento in cui ne abbiamo bisogno. Ma in questi casi possiamo ugualmente assumerli senza correre rischi? Vediamo quali sono le regole e come conservare i medicinali in sicurezza.

Spesso ci accorgiamo di avere in casa farmaci scaduti proprio nel momento in cui ne abbiamo bisogno. Che fare allora: possiamo chiudere un occhio e assumerli ugualmente oppure corriamo dei rischi? Vediamo cosa significa data di scadenza, quali sono le regole e le eccezioni, se si possono usare farmaci scaduti ed i casi in cui è meglio non farlo. Inoltre proveremo a dare alcuni consigli per conservare in maniera corretta i farmaci ed altri per prevenire l’accumulo di farmaci scaduti.
Torna all'inizioCosa significa "data di scadenza"
Come tutti sappiamo, i farmaci hanno una data di scadenza. Si tratta di quei numeri o lettere che vediamo riportati in genere insieme al lotto del prodotto. In particolare è obbligatorio per legge che sul confezionamento esterno (vale a dire la scatola esterna) ma anche sul confezionamento primario (come il blister delle compresse, il flacone dello sciroppo o il tubo della crema) siano indicati (con parole o numeri) il mese e l'anno di scadenza. Se non viene specificato il giorno, la data di scadenza è l’ultimo giorno del mese indicato. Anche nei foglietti illustrativi c’è un riferimento alla data di scadenza: infatti solitamente viene riportata la frase “Non usi questo medicinale dopo la data di scadenza" che è riportata sul blister/flacone/tubo e sulla scatola.
Ma che significato ha la data di scadenza che troviamo sul medicinale e come viene calcolata? Dobbiamo pensare alla data di scadenza come a una garanzia del produttore per il farmaco. Vuol dire che se abbiamo conservato il farmaco correttamente (nel suo contenitore originale, in un luogo fresco, asciutto e al riparo dalla luce o seguendo le istruzioni che potrebbero essere presenti sull'etichetta o sul foglietto illustrativo) l'azienda promette che sarà sicuro ed efficace fino a quella data. Ma come fanno a stabilire quella determinata data? Viene definita con quelli che sono chiamati studi di stabilità cioè dei rigorosi test in condizioni normali di temperatura e umidità ma anche in condizioni di “stress” con temperatura e umidità elevate o differenti situazioni di luce e pH. Questi studi seguono delle linee guida internazionali. L’azienda deve mostrare tutti i risultati dei suoi test quando procede con la richiesta di autorizzazione all’immissione in commercio del farmaco all’ente competente (come l’Agenzia Italiana del Farmaco o l’Agenzia Europea del Farmaco). Generalmente questo periodo di validità ha una lunghezza che va dai 2 ai 5 anni dal momento in cui è stato prodotto il farmaco.
Torna all'inizioÈ sicuro usare farmaci scaduti?
Come abbiamo detto, la data di scadenza di un farmaco è la data fino alla quale l’azienda produttrice garantisce la sicurezza, la stabilità e l’efficacia del farmaco sulla base di studi scientifici. Questo è il motivo per cui sia il produttore che le istituzioni come l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) o il Ministero della Salute raccomandano di rispettare questo limite. È importante notare però che, sebbene i farmaci possano perdere un po' di efficacia dopo la data di scadenza, non diventano improvvisamente inefficaci o pericolosi.
Molti studi suggeriscono che i medicinali potrebbero resistere più a lungo di quanto pensiamo. Sono diverse, infatti, le ricerche che indicano che la quasi totalità del principio attivo (più del 90 o 95% della quantità di partenza) si conserva (e il farmaco quindi rimane potente) spesso mesi e a volte anni dopo la data di scadenza. Un esempio è la valutazione che periodicamente fa la Food and Drug Administration (FDA) sulla riserva di farmaci conservati dal Dipartimento per la Difesa da utilizzare per proteggere la popolazione in caso di eventuali emergenze. In particolare hanno scoperto, analizzando più di 3mila lotti di farmaci, che 9 volte su 10 il farmaco era ancora stabile e funzionante dopo la data di scadenza. Ciò ha significato la possibilità di estendere il periodo di validità di questi farmaci di almeno un anno ed in media di 5 anni e mezzo. Questo è rassicurante: se conservati correttamente e nella loro confezione integra (come è stato fatto dal governo USA), i farmaci molto spesso continuano a funzionare anche dopo la data di scadenza, almeno per un anno e spesso fino a 5 anni dopo.
Anche studi più piccoli hanno trovato risultati simili. Ad esempio alcuni ricercatori si sono imbattuti in una farmacia in medicinali scaduti da molti anni (da 28 a 40 anni prima) ed hanno scoperto che circa 9 su 10 potevano essere considerati ancora efficaci. Per quanto riguarda invece l'idea che i farmaci scaduti possano causare reazioni avverse, anche gravi, dovute alla degradazione di alcuni componenti, vale la pena notare che questo è incredibilmente raro per i farmaci attualmente in commercio.
Eccezioni e Considerazioni Specifiche
Come detto, le ricerche disponibili ci dicono che 9 volte su 10 non c'è un calo del principio attivo ed il medicinale quindi mantiene le sue caratteristiche di efficacia anche a distanza di molti mesi o anni dalla data di scadenza indicata sulla scatola. Bisogna però specificare alcune eccezioni.
- Alcuni farmaci hanno maggiori probabilità di perdere le loro proprietà più rapidamente, soprattutto se esposti ad alte temperature: stiamo parlando di liquidi come colliri, iniettabili o sciroppi. Sono poco stabili anche quei medicinali che bisogna mescolare con acqua per creare una sospensione prima di poterli usare (come alcuni antibiotici) o i farmaci che devono essere conservati in frigorifero (come alcuni colliri). I farmaci in formulazioni solide (come compresse o capsule), invece, tendono ad essere più stabili anche dopo la data di scadenza.
- Ci sono poi farmaci che potrebbero essere rischiosi da assumere dopo la data di scadenza. Questi sono di solito quelli che sono considerati salvavita, come l'insulina (in caso di iperglicemia nei pazienti diabetici), l'adrenalina (in caso di shock anafilattico in pazienti allergici) o la nitroglicerina (in caso di crisi di angina pectoris). Se questi farmaci non sono potenti come dovrebbero essere, potrebbe essere pericoloso per la vita dei pazienti in quanto potrebbero non riuscire nel contrastare la situazione di emergenza. Tuttavia, anche in questo caso ci sono delle eccezioni. Ad esempio, uno studio ha esaminato le penne per l’autosomministrazione dell’adrenalina e ha concluso che, sebbene la quantità di adrenalina diminuisca nel tempo, è comunque meglio avere una penna di adrenalina scaduta che nessuna se ci si trova in un'emergenza ed è tutto ciò che si ha.
- Dobbiamo anche fare attenzione ai farmaci che hanno un "indice terapeutico ristretto". In questi casi anche una piccola variazione della quantità di principio attivo che si assume potrebbe rendere il farmaco inefficace o causare seri problemi. Esempi di questi tipi di farmaci includono alcuni anticoagulanti, farmaci anticonvulsivanti e farmaci per la tiroide.
Conservazione dei farmaci: un fattore chiave
La modalità con cui conserviamo i farmaci è un fattore che può influenzare la stabilità della formulazione e quindi la qualità e l’efficacia di quello che andremo ad assumere. La data di scadenza stabilita dal produttore infatti fa riferimento alla confezione chiusa e conservata correttamente. In linea generale, come suggerito anche dal Ministero della Salute, i farmaci dovrebbero essere conservati in luoghi freschi (al di sotto dei 30°C), asciutti ed al riparo dalla luce per evitare alterazioni dovute a umidità, luce e temperature elevate. Andrebbero dunque evitati armadietti in bagno o cucina che sono spesso i luoghi più umidi della casa, ma anche vicinanza a fonti di calore come termosifoni o elettrodomestici o finestre esposte al sole. Quando si è in viaggio, i farmaci non dovrebbero essere lasciati in macchina quando non è acceso il condizionamento.
Bisogna inoltre leggere sempre sul foglietto illustrativo la sezione “Come conservare il medicinale” per verificare se bisogna usare delle particolari accortezze. Le frasi che si possono trovare sono ad esempio: non conservare al di sopra di 30 °C; non conservare al di sopra di 25 °C; conservare tra 2 °C e 8 °C; non congelare nè mettere in frigorifero; sotto zero - conservare nel freezer. Alcuni medicinali, infatti, come le insuline o alcuni colliri, vanno tenuti in frigorifero. Altri medicinali invece cambiano la loro modalità di conservazione a seconda che siano stati aperti o siano ancora chiusi: ad esempio i flaconi di sospensione di antibiotici, una volta preparati con l’aggiunta di acqua devono essere tenuti in frigo; altri, come alcune insuline o alcuni inalatori, devono essere tenuti in frigo prima dell’apertura ma successivamente possono essere conservati a temperatura ambiente per un certo periodo di tempo.
Un altro aspetto importante da considerare è che, per alcune tipologie di farmaci, l'apertura delle confezioni può non rendere più valida la data di scadenza indicata. Anche questa avvertenza è riportata sul foglietto illustrativo. Si tratta ad esempio di colliri, sciroppi, pomate, formulazioni che possono essere usate solo per un certo periodo dopo che sono state aperte.
La conservazione corretta del farmaco garantisce la stabilità durante il periodo di validità ma spesso, come abbiamo scritto sopra, è stato dimostrato che farmaci conservati correttamente mantengono la loro efficacia anche dopo la scadenza per almeno un anno. C’è da considerare però che alcune variazioni nella corretta conservazione potrebbero non danneggiare irreversibilmente il medicinale. Ad esempio alcuni piccoli studi hanno dimostrato che anche farmaci esposti a sbalzi di temperatura o umidità e conservati al di fuori della confezione integra, hanno preservato più del 90% del loro principio attivo per molti anni dopo la data di scadenza (addirittura per 30 anni in casi di compresse o capsule di paracetamolo o ibuprofene).
Prevenire l'accumulo di farmaci scaduti
Per diminuire l’eventualità di dover buttare scatole di farmaci scaduti, in linea di massima si dovrebbero acquistare solo i farmaci che realmente servono e gestire al meglio quelli che già si hanno in casa. Ecco alcuni consigli.
Evitare di fare scorte
Frasi come “perché potrebbe servire in futuro”, “potrei averne bisogno nel caso avessi quel disturbo”, “il collega mi ha detto che l’ha aiutato molto” “ho visto la pubblicità in televisione” non sono un buon criterio per acquistare un farmaco: ricordiamoci che in caso di future o eventuali necessità di salute potremo in ogni caso acquistare i farmaci nelle farmacie, presidi comodi distribuiti su tutto il territorio che ognuno di noi può raggiungere facilmente solitamente in pochi minuti. Inoltre, soprattutto nelle grandi città, sono spesso aperte anche nei weekend, ma in ogni caso c’è sempre la disponibilità di una farmacia di turno dove comprare i farmaci in caso di urgenza. Se abbiamo necessità di un medicinale con ricetta, si può contattare il proprio medico di base o pediatra o, di notte (tra le ore 20 e le ore 8) e nei giorni festivi e prefestivi, la guardia medica.
Valutare bene prima di acquistare
Quando si comperano dei farmaci che sono disponibili in diverse confezioni che possono contenere diverse quantità di dosi di farmaco, conviene fare una valutazione prima di procedere con l’acquisto. Se infatti spesso si risparmia scegliendo la scatola con un numero di dosi maggiore, è anche vero che è maggiore il rischio di doverla buttare non ancora terminata una volta scaduta. Se ad esempio, ci serve un collirio lubrificante da usare in maniera sporadica e lo usiamo solo noi in tutta la famiglia, è meglio optare per scatole che contengano un numero inferiore di dosi e magari chiedere al farmacista la scatola con la data di scadenza più lontana prima di acquistare il prodotto.
Controllare di non avere già il farmaco
Prima di acquistare un farmaco, sia sotto ricetta che di automedicazione, controlliamo a casa se lo abbiamo già o se ne abbiamo uno equivalente o uno simile. Può capitare infatti che il medico ci prescriva ad esempio un antibiotico o un antiinfiammatorio che abbiamo già in casa. È bene sempre quindi controllare cosa si ha facendo attenzione anche ad eventuali equivalenti o generici del farmaco prescritto. Per essere sicuri di assumere il farmaco giusto si può chiedere conferma al medico o al farmacista o controllare l’equivalenza sulla nostra banca dati farmaci. Se ci serve un farmaco di automedicazione ad esempio per il mal di testa e vorremmo comprare un Moment, possiamo controllare se a casa o in borsa ne abbiamo già una scatola o se abbiamo un suo equivalente come un Nurofen o Buscofen oppure se abbiamo un medicinale simile che può servirci per superare il fastidio come un Okitask o un Enantyum.
Conservare i farmaci nelle loro confezioni originali
Questo ci garantisce che sia visibile e controllabile la data di scadenza di quel farmaco. Spesso infatti ci fa comodo tagliare il blister delle compresse e infilarne mezzo nella tasca della borsa in modo da avere le compresse sempre a disposizione quando servono. Tutto molto comodo e pratico ma poco sicuro: spesso da porzioni di blister non si riesce a capire di quale farmaco si tratti e nemmeno la sua data di scadenza.
Scrivere sulla scatola la data di apertura
Segnare la data sulla scatola dei medicinali che possono essere usati solo per un certo periodo di tempo dopo la prima apertura è buona norma, ad esempio in caso di creme, sciroppi, gocce ad uso orale, colliri. In tal modo possiamo avere un controllo del tempo passato dalla prima apertura e valutare se lo si può ancora tenere o lo si deve buttare.
Controllare periodicamente (indicativamente una o due volte all’anno) i medicinali che abbiamo a casa.
Fate attenzione a controllare tutti i posti in cui potremmo aver messo i farmaci: dal classico armadietto/scatola/beauty case alla borsa che usiamo tutti i giorni fino alla valigia con cui siamo andati in vacanza o alla borsa dei pannolini del bambino. A questo punto bisogna controllare le date di scadenza, mettere da parte i medicinali scaduti e portarli negli appositi contenitori per lo smaltimento. Nel caso in cui invece non siano scaduti ma vi siano ad esempio più confezioni diverse dello stesso farmaco o di farmaci appartenenti alla stessa categoria terapeutica (ad esempio 2 antiinfiammatori, 2 antiacidi o 2 colliri lubrificanti) assicurarsi che vengano usati prima quelli con scadenza più vicina ad esempio mettendoseli nella borsa da lavoro che usiamo tutti i giorni.
Portare in viaggio solo lo stretto necessario
In caso di viaggi è bene non fare scorte inutili di farmaci ma acquistare e portare con sé solo lo stretto necessario. Il nostro consiglio è quello di portarsi un solo farmaco che sia utile sia per dolore che per febbre (come quelli a base di ibuprofene), un farmaco per il prurito che possa servire in caso di punture e scottature, un farmaco antidiarroico e un farmaco antiemetico. Se si soffre di patologie croniche o in caso di esigenze particolari (come allergie) bisogna attrezzarsi per avere la quantità di farmaco necessaria a coprire il periodo fuori casa.
Torna all'inizioFarmaci non scaduti che non servono
Può capitare di trovare a casa, nel classico armadietto/scatola dei medicinali che ognuno di noi ha, delle confezioni di farmaci che non usiamo più. Ad esempio il medico può aver cambiato la nostra terapia, oppure siamo guariti e non ne abbiamo più bisogno, oppure è morto il nonno e ci ha lasciato una borsata di medicinali che assumeva. Cosa fare? Innanzitutto bisogna controllare la data di scadenza. Se è già stata superata o mancano pochi mesi a quel momento è necessario buttare i farmaci negli appositi contenitori avendo cura però di destinare alla raccolta differenziata ciò che può essere differenziato (ad esempio le scatole esterne di cartone o i foglietti illustrativi nei bidoni per la raccolta della carta).
Se invece la data di scadenza non è ancora stata superata, a chi dare o dove portare i farmaci non scaduti? I farmaci validi non scaduti possono essere donati ad alcune organizzazioni a livello locale o nazionale (come ad esempio Banco Farmaceutico o Farmaco Amico). La raccolta, spesso svolta direttamente nelle farmacie o in presidi delle ASL, segue specifiche regole. Infatti i farmaci in genere devono avere una scadenza di almeno 6/8 mesi, essere conservati nella loro confezione integra, non essere farmaci che richiedono la conservazione in frigo, non essere farmaci appartenenti ad alcune categorie (come quelli ospedalieri o stupefacenti).
In questo modo si fa del bene sia all’ambiente, poiché si creano meno rifiuti, sia alla società, poiché i farmaci raccolti vengono destinati a enti caritativi che li donano a persone che ne hanno bisogno ma non possono acquistarli.
Torna all'inizioDomande frequenti
Rispondiamo ai dubbi più comuni sui farmaci scaduti.
Cosa succede se prendo un farmaco scaduto per errore?
È difficile dare un’unica risposta a questa domanda. Come abbiamo visto sopra, spesso i farmaci scaduti continuano a mantenere le loro condizioni di efficacia e sicurezza. Pertanto spesso il farmaco scaduto assunto per errore funziona nella stessa maniera di un farmaco non scaduto ed è altrettanto sicuro. Altre volte invece il farmaco può funzionare di meno in quanto parte del principio attivo si è trasformata e non è più presente in alta quantità nella forma efficace. Tutto ciò può dipendere da molte variabili come il tempo passato dalla data di scadenza (più tempo è passato dalla data segnata sulla confezione più è probabile che il farmaco non sia efficace), dal tipo di prodotto (ad esempio le forme farmaceutiche solide tendono a conservarsi meglio di quelle liquide), dalla modalità di conservazione (se non si sono seguite le indicazioni classiche di conservazione e quelle indicate sul foglietto illustrativo è più probabile che il farmaco abbia subito una alterazione e non sia più efficace e sicuro). In rarissimi casi il farmaco scaduto potrebbe dare delle problematiche poiché si possono formare dei prodotti di degradazione tossici o a cui si è allergici.
Come faccio a sapere se un farmaco è ancora efficace?
Per essere certi che un farmaco sia ancora efficace bisognerebbe analizzarne il contenuto in laboratorio. Ognuno di noi a casa non può saperlo con certezza. Se però si notano, a prescindere che sia scaduto o meno, delle variazioni nell’aspetto ad esempio nel colore o nella consistenza o un odore o sapore inusuale, è probabile (a meno che non sia indicata come eventualità nel foglietto illustrativo) che vi sia stata una alterazione nel farmaco e quindi conviene non assumerlo poiché potrebbe non funzionare più come prima.
Posso conservare farmaci in frigorifero per farli durare di più?
Di per sé non è necessario conservare i farmaci in frigorifero a meno che non sia indicato nel foglietto illustrativo o ci si trovi in climi molto caldi. Il frigo permette sì una temperatura più bassa rispetto all’esterno ma è in genere più umido. Tenendo in considerazione che i farmaci dovrebbero essere conservati in condizioni fresche e asciutte bisogna valutare l’opportunità di trasferire il farmaco in frigo solo se le condizioni esterne sono meno favorevoli.
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