Cibi a calorie negative: fanno dimagrire?
Tra i consigli proposti sul web per perdere peso, un suggerimento molto diffuso è quello di consumare cibi "a calorie negative", che cioè per essere masticati, digeriti e assimilati, richiederebbero all’organismo più energia di quanta ne apportino. Ma esistono davvero? E il consumo di questi alimenti può aiutare a perdere peso?

Dimagrire con la bacchetta magica e senza sforzo. Magari. Sarebbe il sogno di chi si mette a dieta: cibi a calorie negative, ovvero alimenti che hanno così poche calorie che, dopo averli mangiati, per metabolizzarli il corpo brucia più dell'apporto calorico del cibo stesso, con il risultato quindi di un deficit energetico. Praticamente dimagrire mangiando. In effetti basta fare una rapida ricerca in Internet per reperire facilmente elenchi di "cibi a calorie negative”. Il sedano è spesso in cima alle liste, seguito da lattuga, cetrioli, pompelmo, carote, zucchine, spinaci, broccoli, mele, pomodori, anguria, frutti di bosco. Questi alimenti condividono alcune caratteristiche: sono poveri di calorie, ricchi di acqua e di fibre. Ma esistono prove dell'esistenza di alimenti "a calorie negative"?
Cibi a calorie negative: esistono?
Se ci fermiamo alla teoria, dovremmo dire di no. La digestione - usando il termine in senso lato - comporta una spesa calorica proporzionata all’apporto calorico del pasto. Mediamente spendiamo per digestione e assorbimento il 10% delle calorie che assumiamo, percentuale che varia molto a seconda della composizione in zuccheri, proteine e grassi del pasto. La digestione di proteine comporta infatti una spesa calorica maggiore dello stesso quantitativo in zuccheri o grassi. Ma un guadagno calorico c’è sempre. Non potrebbero quindi esistere cibi la cui digestione e assimilazione comporti alla fine una spesa calorica per l’organismo. L’ipotesi in ballo, però, riguarda l’esistenza di cibi così ricchi di acqua e fibra e che apportano così poca energia da non bastare a pareggiare i costi energetici fissi della loro masticazione, digestione, assorbimento ed espulsione. Abbiamo quindi cercato studi che andassero a valutare questa ipotesi.
Che cosa dicono gli studi sull’uomo?
Di studi effettuati sull’argomento ne abbiamo trovati solo un paio. Nel 2012 ha voluto indagare sulla questione un'équipe della Oxford Brookes University, nel Regno Unito, che ha realizzato uno studio per verificare quale fosse la quantità di energia utilizzata per la digestione, l’assorbimento e la metabolizzazione di un alimento come il sedano. Gli studiosi hanno quindi servito a un gruppo di 15 donne, provenienti da una notte di digiuno, una porzione da 100 grammi di sedano fresco, rilevando che il dispendio energetico derivante dal consumo di sedano, dovuto alla sua masticazione, digestione e assimilazione, era pari all’86 % dell'apporto energetico dato dall’alimento . Le calorie realmente assimilate a seguito del consumo di sedano erano solo circa 2, un quantitativo molto esiguo, ma che tecnicamente rappresenta un surplus. Secondo questo studio, quindi, il consumo di sedano non indurrebbe un bilancio energetico negativo, perché conterebbe comunque più calorie di quante ne occorrano per scomporlo e assorbirlo nell'organismo.
Conferme anche dal drago barbuto
L’infondatezza della teoria dei cibi a calorie negative sembrerebbe confermata anche da alcuni ricercatori del Dipartimento di Scienze Biologiche dell’università dell’Alabama, che nel 2019 hanno condotto uno studio con l’obiettivo di determinare la quantità di energia utilizzata per digerire e assorbire il sedano da parte della lucertola “drago barbuto” (Pogona vitticeps) , onnivoro come l’uomo e che possiede identici meccanismi utilizzati per digerire e assimilare il cibo. In questo caso si è visto che mediamente circa il 76 % delle calorie del pasto era stato utilizzato dalle lucertole per la sua digestione. Ciò significa che gli animali avevano introdotto alla fine circa un quarto delle calorie contenute nei loro pasti interamente a base di sedano. Cioè il sedano forniva alle lucertole più energia di quanta ne servisse per digerire ed elaborare il cibo.
Dalle lucertole all’uomo: i cibi a calorie negative sono solo un mito
Gli stessi ricercatori hanno provato anche a ipotizzare quale fosse il consumo di energia che potrebbe verificarsi nell’uomo a seguito del consumo di alimenti indicati come “a calorie negative”, arrivando a stimare che le calorie assimilate dall’organismo rappresentino sempre circa il 19 - 50 % delle calorie provenienti dal cibo. Cioè se gli studi venissero condotti sulle persone, probabilmente si otterrebbe un risultato simile. Il concetto di dimagrire mangiando, quindi, non sembrerebbe trovare riscontro nella realtà.
I cibi a calorie negative possono aiutarci a perdere peso?
C’è da aggiungere che il concentrarsi su un elenco selezionato di presunti alimenti a contenuto calorico negativo può far perdere di vista il fatto che non ci alimentiamo solo di frutta e verdura. Dobbiamo cioè necessariamente introdurre altri alimenti per garantirci il giusto apporto di proteine, grassi e carboidrati. Vero è che, però, nel contesto di una dieta più ampia, alimenti come il sedano, ipocalorici e dall’alto contenuto in fibre, possono saziarci più velocemente, con conseguente riduzione del consumo di alimenti a maggior contenuto calorico, riducendo così l'apporto di calorie complessivo. Usare come snack spezza fame un cetriolo o un gambo di sedano è un’ottima scelta: contenendo molta acqua, ci si sentirà sazi con pochissime calorie. In questo senso possono aiutarci a perdere peso, perché, in combinazione con l'esercizio fisico, possono creare un deficit energetico complessivo (per perdere peso, infatti, occorre introdurre da tutti gli alimenti che consumiamo nella giornata, meno energia di quanta se ne consuma) e non perché contengano magicamente “calorie negative”.
Gli alimenti a calorie negative sono quindi un mito.
L’unica ricetta efficace e sicura per perdere peso consiste nel:
- ridurre le entrate energetiche mangiando meno, preferendo cibi a basso contenuto calorico e che saziano maggiormente come ortaggi e frutta;
- aumentare le uscite energetiche svolgendo una maggiore attività fisica, mantenendo sempre uno stile di vita attivo (per esempio, a prescindere dalla necessità di dimagrire, quando è possibile sarebbe bene camminare invece di usare l'auto, salire e scendere le scale piuttosto che servirsi dell'ascensore);
non esistono purtroppo scorciatoie: per perdere peso funziona solo la buona volontà.
E se vuoi dimagrire in maniera sana ed equilibrata, consulta il nostro speciale sulle diete da seguire e quelle da evitare.