Vendite porta a porta: quali sono i tuoi diritti?

Bimby, Folletto, Tupperware: a chi non è capitato di sentirsi citofonare da uno dei venditori porta a porta di prodotti come questi. Ma come funzionano questi tipi di vendite e quali tutele ci sono per i consumatori? Facciamo chiarezza.
In tempi di crisi, le società del settore delle vendite dirette come Amway, WorWerk e Stanhome (solo per citare i nomi più conosciuti) incrementano le assunzioni di venditori anche assumendo lavoratori provenienti da settori in difficoltà. Ecco spiegato il perché, di questi tempi, le proposte commerciali dei cosiddetti “venditori porta a porta” sono in costante aumento. Sono molti allora quelli che ci chiedono come funzionano realmente e quali garanzie ha il consumatore in questi tipi di compravendite.
Le vendite fuori dai locali commerciali
Innanzitutto vale la pena ricordare che le vendite porta a porta non vanno confuse con le cosiddette "vendite piramidali" (delle quali ci siamo già occupati). Le vendite proposte a domicilio, così come quelle per strada, sul luogo di lavoro o durante un viaggio promozionale organizzato dal professionista, fanno parte delle ”vendite fuori dai locali commerciali” e sono tipi di vendita che ricevono una tutela speciale poiché ritenute particolarmente a rischio per il consumatore che viene preso alla sprovvista e senza il tempo di farsi un’idea sul prodotto che gli viene proposto.
Cosa prevede la legge
Per i contratti conclusi con queste modalità è previsto il diritto di recesso entro 14 giorni. Il recesso si applica solo quello che devi pagare è superiore alle 50 euro: se si stipulano contestualmente più contratti tra le medesime parti, il calcolo si fa sul totale di quello che il consumatore deve pagare, indipendentemente dall'importo dei singoli contratti.
Inoltre, prima che un contratto negoziato fuori dai locali commerciali sia concluso, il consumatore deve ricevere le informazioni fondamentali su supporto cartaceo, e solo se il consumatore è d'accordo, su un altro mezzo durevole (cd, dvd, ecc.). Le informazioni obbligatorie riguardano:
- le caratteristiche principali dei beni o servizi, il prezzo totale comprensivo delle imposte, le eventuali spese di spedizione, consegna o postali e ogni altro costo;
- la durata del contratto, le modalità di pagamento, consegna ed esecuzione, la data entro la quale il professionista si impegna a consegnare i beni o a prestare i servizi e, se del caso, il trattamento dei reclami da parte del professionista;
- la garanzia legale e commerciale, l’assistenza postvendita, l’esistenza di codici di condotta e di procedure per i reclami e per dirimere le controversie;
- l'identità del professionista, il suo indirizzo geografico, il numero di telefono, di fax e l'indirizzo elettronico. E se diverso anche l'indirizzo presso il quale il consumatore può indirizzare eventuali reclami;
- tutte le informazioni per esercitare il recesso, se previsto e gli eventuali costi per restituire il prodotto.
Ricordati poi che è vietato chiedere come corrispettivo cambiali che abbiano una scadenza inferiore a quindici giorni dalla conclusione del contratto o dall'acquisizione del possesso fisico dei beni. E se i beni sono stati consegnati al domicilio del consumatore al momento della conclusione del contratto, il professionista, in caso di recesso, deve ritirarli a sue spese se non c’è modo di spedirli via posta.