Si conclude il 13 dicembre con un epilogo tragicomico la mia avventura con IKEA. Dico si conclude, perché francamente non penso di investire più per l'arredo e lo sviluppo della mia casa.
Ho ordinato letto e armadio, elementi ovviamente essenziali per il mio trasloco. Prima consegna: convoglio i miei impegni lavorativi, chiedo un permesso e mi organizzo al millimetro per la consegna pattuita nella forchetta oraria 9-12. Arriva il fatidico giorno, 2 dicembre: nessuna telefonata, nessun avviso. Inizio a contattare il servizio clienti durante la mattina che a sua volta contatta la logistica. Niente, nessuna notizia. Solo intorno alle 13:30, largamente passate le 12:00, si palesa il trasportatore che senza neanche scusarsi propone (quasi pretendendo) la consegna della merce. Ovviamente, avevo già impegni inderogabili e dunque non si è potuta effettuare. Inizio un altro pellegrinaggio di telefonate al Servizio clienti; mi propongono un buono da 30 euro e la riprogrammazione con la promessa che mi avrebbero contattato. Sorpresa: nessuna telefonata o contatto. Insisto e telefono io, mi viene accordata la data del 13 dicembre nella medesima forchetta oraria: 9-12. Ulteriore sorpresa: il 13 dicembre, nonostante abbia nuovamente convogliato i miei impegni lavorativi e quotidiani e chiesto un permesso, dopo il solito pellegrinaggio di telefonate, mi viene comunicato che «prima o poi, in mattinata la logistica si farà sentire» e ovviamente a che ora? Ben oltre le 12:00, alle 13:15. I trasportatori, per di più, propongono il montaggio (in black, ca va sans dire) e un po' stufi, si mettono a cercare un elemento mancante nel loro furgone contenente di tutto. Un quarto d'ora interminabile: danno la colpa a IKEA, secondo i trasportatori gli operatori IKEA non avrebbero consegnato quel pezzo. Rendo noto che i pacchi mi sono stati consegnati aperti, pieni di impronte di scarpe e sporchi. Nel frattempo, desolato, dal centralino IKEA mi viene proposto un indennizzo che verrà calcolato e all'interno del calcolo, a loro dire, sarà oggetto di conteggio: l'ospitalità da me domandata dunque le soluzioni d'appoggio temporanee, gli impegni lavorativi e il permesso andati in fumo, le telefonate, il ritardo della consegna e il relativo atteggiamento dei trasportatori, vogliamo metterci anche la benzina? Continuo a chiedere lumi e mi viene proposto un buono da poco più di 60 euro per tutto, no: non è uno scherzo.
Ho scritto più email e nessuna risposta. Ecco, la realtà di IKEA «attenta» e «su misura» del cliente. Davvero deluso. Promesse, promesse, poi nulla. Ho lasciato la mia e-mail e nessun contatto. Mi avrebbero richiamato, dissero (promessa fatta per circa quattro o cinque telefonate) e nessun contatto. E perché mai? Semplicemente per un ritardo di ben due settimane della consegna di un letto e un armadio, condito da un pezzo mancante che ho dovuto ritirare io in negozio. Ripeto, costretto a posticipare il mio trasferimento nel nuovo appartamento, cercando soluzioni di appoggio con annessi e (disagi) connessi mi vedo “omaggiare” di un ristoro di ben 69€. Ma dico, davvero? Ciò includerebbe: permessi lavorativi, telefonate, benzina, soluzioni di appoggio/ospitalità, e-mail e il ritardo… in più, ciliegina: cartone d’imballaggio calpestato, rotto e confezioni aperte. Bella realtà, IKEA, vero? Grazie per l’attenzione. Spero in un vero e concreto contatto.