News

L'Ue rinvia lo stop alle caldaie a gas: la transizione energetica rallenta

La proposta di vietare la vendita di caldaie a gas entro il 2029, spinta dalle politiche di efficienza energetica e decarbonizzazione, potrebbe essere accantonata da Bruxelles. La proposta di revisione del Regolamento Ecodesign, se approvata dal Parlamento, rappresenta un potenziale passo indietro nella transizione ecologica, con conseguenze per i consumatori e il clima.

articolo di:
02 dicembre 2025
caldaia a condensazione

Dopo mesi di discussioni la Commissione europea  ha presentato una proposta di revisione del Regolamento Ecodesign che rischia, se verrà approvata, di cancellare lo stop  vendita delle caldaie a gas entro il 2029. L'esecutivo comunitario, infatti, ha messo in consultazione la bozza di revisione del regolamento 813/2013, il cosiddetto Ecodesign (il testo che disciplina gli standard che i prodotti immessi sul mercato devono rispettare), eliminando lo standard di efficienza previsto in origine che di fatto avrebbe messo al bando le caldaie a gas dal 2029. Questa retromarcia, frutto anche delle pressioni dei produttori, mette a rischio la tabella di marcia verso edifici a basso impatto climatico. Per i consumatori, lo slittamento significa incertezza su incentivi, costi futuri e tempi più lunghi per una vera transizione al riscaldamento sostenibile.

 
Torna all'inizio

L'iter legislativo

Fino a poco tempo fa, il dibattito su una possibile restrizione alle caldaie a gas per il riscaldamento domestico sembrava aver imboccato una direzione chiara: l’eliminazione graduale degli impianti a combustibili fossili, per favorire soluzioni più efficienti ed ecologiche. La bozza sugli standard di efficienza delle caldaie fatta circolare nel 2023, infatti, prevedeva parametri talmente performanti che di fatto metteva al bando tutte quelle a gas dal 2029, indipendentemente dalle caratteristiche tecniche.

Una prospettiva che aveva scatenato reazioni durissime in tutta la filiera del gas e che aveva portato la regolamentazione a finire in un cassetto, in attesa della nuova Commissione europea. Ora che si è insediata, la bozza è riemersa ma è stata modificata. In particolare, sono stati ritoccati pesantemente i limiti di efficienza e sono stati fissati standard tecnici molto meno stringenti che, se rimarranno tali, lasceranno sul mercato sia le caldaie a condensazione sia, addirittura, quelle tradizionali.

In altre parole, dopo vari rimaneggiamenti ha vinto una linea più morbida rispetto a quella definita nel 2023, per la quale l’obiettivo di abbandonare il gas nel riscaldamento domestico non sarà più raggiunto attraverso l'eliminazione delle caldaie dal 2029, ma sarà affidato ad altre azioni politiche e di agevolazione, previste dalla direttiva generale "Case green" che prevede soltanto lo stop alle nuove installazioni di caldaie a gas nelle nuove costruzioni o negli edifici in ristrutturazione dal 2040. Nel frattempo in Italia, dal 1° gennaio 2025 sono stati eliminati gli incentivi fiscali per l’installazione di una caldaia a gas. 

Torna all'inizio

Cosa cambia (o non cambia) per chi ha o vuole installare una caldaia a gas

Quello che resta invariato e cosa aspettarsi

  • Se hai già una caldaia a gas in casa, non sei obbligato a sostituirla: il divieto (dal 2040) riguarda solo nuove installazioni o impianti in edifici ristrutturati.
  • Dal 1° gennaio 2025, però, sono cessati gli incentivi fiscali per l’installazione di caldaie a gas.
  • Se nel futuro opterai per un nuovo impianto, sarà probabilmente più conveniente (incentivi compresi) una soluzione di riscaldamento alternativa: pompe di calore, caldaie “ibride” o sistemi a fonti rinnovabili. 

Incertezza normativa, costi più alti e indecisione

L’abbandono dell’ipotesi di un bando al 2029 rende instabile la prospettiva a medio termine: chi sta pensando di cambiare caldaia potrebbe rimandare la decisione, in attesa di regole più chiare.

Le alternative ecologiche, come le pompe di calore, spesso comportano investimenti iniziali maggiori rispetto a una semplice caldaia a gas, e richiedono valutazioni su spazio, isolamento e caratteristiche dell’immobile. Senza incentivi certi e regolamentazione stabile, la transizione rischia di diventare disomogenea: molte famiglie continueranno con il gas, altre adotteranno tecnologie green, rendendo difficile raggiungere gli obiettivi climatici.
 

 
 
Torna all'inizio

Cosa fare oggi: consigli pratici

  • Se la tua caldaia ha molti anni, valuta con attenzione alternative a gas prima di sostituirla: anche senza obblighi, cambiare può avere senso sotto il profilo dell’efficienza e del valore dell’immobile.
  • Informati sugli incentivi disponibili oggi, soprattutto per pompe di calore o sistemi ibridi: potrebbero rappresentare la scelta più conveniente sul medio-lungo termine.
  • Se stai ristrutturando casa o pensando di farlo, valuta da subito l’impianto di riscaldamento e prediligi soluzioni più “futuribili”: la domanda di edifici efficienti e sostenibili è destinata a crescere.
  • Monitora l’evoluzione normativa a livello Ue e nazionale: la situazione è fluida, e conoscere per tempo le decisioni può fare la differenza.
Torna all'inizio
Glass.Mapper.Sc.Fields.Image
Anna Vizzari
Public Affairs Altroconsumo
La proposta della Commissione Europea di revisione del Regolamento Ecodesign, se approvata, potrebbe cambiare la decisione sul bando delle caldaie a gas. Se verrà cancellato il divieto di commercializzazione di caldaie a gas dal 2029 si dovrà aspettare fino al 2040 per avere un divieto di installazione di caldaie a gas, come previsto dalla direttiva casa Green. Un duro colpo alle speranze di una decisa svolta verso edifici più sostenibili e, per il consumatore, incertezza e rischi di costi più alti. Se davvero vogliamo accelerare la transizione energetica, occorre che le istituzioni mantengano la rotta prefissata. Non si tratta solo di tecnologia, ma di scelte di politica energetica e tutela ambientale: ogni caldaia a gas che continua a funzionare è un’occasione persa per tagliare le emissioni, ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e modernizzare il patrimonio abitativo europeo. Per fortuna stiamo parlando solo di una proposta che ci auguriamo non riceva supporto da parte del Parlamento europeo.