Gentile sig. Castellani,mi trovo costretta a scriverle con molta delusione e rammarico, dopo la risposta aziendale istituzionale, che mi è pervenuta tramite la responsabile del negozio di Verona (sig.ra Simona) presso il quale ho acquistato l’abito che trova in allegato (il mio in realtà è lo stesso ma senza maniche, purtroppo non lo trovò sul sito) e con il quale ho avuto un “problema”.Senza tante altre premesse, Io le pongo una domanda: “lei è così certo di realizzare dei capi dove artigianato e tecnologia si sposano dando vita a degli abiti di ottima qualità”? Il motivo per il quale glielo chiedo è perchè mi ritrovo ad avere un capo che non è possibile lavare in nessun modo, come da etichetta, e che a questo punto io ritengo usa e getta. Il problema nasce quando un consumatore acquista un abito in tessuto e non viene avvisato con il megafono che lo potrà usare una volta perchè non lo potrà lavare.Le spiego l’accaduto.Ho indossato lunedì per la prima volta l’abito che peraltro ho macchiato e portandolo in pulitura scopro con stupore che non si puó lavare. Peraltro se è vero che un abito è in tessuto anche questo sito parla di etichette e di indicazioni di lavaggio (https://www.tessutietendaggipanini.it/blog/materiali-tessili-caratteristiche-e-classificazione/) e non di “non lavaggio”. Comunque, mi reco presso il vostro negozio di Verona e sempre con maggior stupore mi viene risposta dalla sig.ra Simona che in azienda dicono che l’etichetta è a norma. La mia perplessità è: “a norma di che?” Ma al di là che forse si intendeva rifermi a norma di legge, e questo è tutto da provare, lei quando acquista un abito in tessuto, per antonomasia non crede che in qualche modo si dovrebbe poter lavare e non sentirsi dire: “provi con lo smacchiatore a secco ma non verrà pulito”? E poi, lei spenderebbe 250 euro per un capo che non puó lavare parlando ancora bene del brand lo stesso brand che conclama di essere all’avanguardia per il connubio tecnologia ed artigianato per la realizzazione di capi di ottima qualità? Non so lei, ma la mia risposta è sicuramente “No.Ritornando a noi, fossi stata avvisata con precisione che stavo acquistando un abito monouso, avrei ponderato la mia scelta e non sarei qui a reclamare qualora avessi deciso di prenderlo. Sinceramente credendo di aver a che fare con un’azienda seria, pensavo mi avreste quanto meno rimborsato o emesso un buono di pari importo alla mia spesa da consumare nelle vostre “boutique” previe scuse poichè veramente l’abito usa e getta è una novità che o la si annuncia o non puó passare in sordina (stavo pensando che sarebbe carino scrivere un articolo su questa news, potrebbe sfondare).Detto questo, intendevo avvisarla che mi sono rivolta all’associazione consumatori poichè non mi è rimasto che muovermi in questa direzione, sempre più delusa da un brand che si rivela essere assolutamente tutt’altro da quello che vuole far credere e che soprattutto non pensavo preferisse si arrivasse a tanto invece di fare il possibile per non deludere una cliente con tanto di valide ragioni a suo favore.Caro sig. Flavio, non vi chiedete poi, quando fate i sondaggi di soddisfazione del cliente, il perchè dei feed back negativi e non si aspetti che dalla mia bocca escano parole “buone” per voi.Cordialmente,Manuela Madinelli