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Acufene: che cos'è, come si manifesta, come prevenirlo e curarlo

L’acufene, un fastidiosissimo fischio che affligge almeno il 10% della popolazione, colpisce molto spesso i musicisti, ma non solo. Ci sono rimedi e terapie per imparare a conviverci, e accortezze per prevenirlo.

  • di
  • Beba Minna
24 giugno 2022
  • di
  • Beba Minna
donna con cuffie per ascoltare la musica

Un fischio, un sibilo o un rombo in lontananza. Lo stupore ci prende quando ci accorgiamo di essere gli unici a percepire questi rumori fastidiosi: anche se noi li udiamo chiaramente, gli altri non li avvertono. Quando questi suoni non provengono dall’esterno, ma sono solo nella nostra testa (questo non li rende, però, meno reali né meno spiacevoli), significa che siamo vittime di un acufene (conosciuto anche come “tinnito”). Non è considerato una malattia in sé, ma un sintomo, che può essere causato da una serie di condizioni, tra cui per esempio la perdita di udito e l’esposizione a rumori troppo forti. Purtroppo è molto comune: si stima che circa il 10-15% della popolazione nel corso della propria vita si debba confrontare con questo disturbo. Anche se la maggior parte delle persone riesce a tollerarne la presenza, gli acufeni possono essere causa di grande malessere, interferendo sia con il sonno sia con le normali attività quotidiane.

Un problema invalidante

I ronzii alle orecchie costituiscono un disagio più o meno importante. Si tratta di rumori fastidiosi, che possono essere continui o intermittenti. A volte possono regredire nell’arco di poco tempo, oppure possono diventare cronici. L’acufene può presentarsi in modo così violento da interferire con la qualità della vita, ostacolando seriamente le capacità di concentrazione e ripercuotendosi anche sulla qualità del sonno. L’acufene può talvolta degenerare in disturbi psicologici rilevanti: può indurre ansia, depressione, irritabilità e insonnia.

Che cosa causa l'acufene e il ronzio nelle orecchie?

Nella maggior parte dei casi non è possibile individuare le cause del fischio: non sono ancora state date risposte a tutte le domande sull’acufene. Una teoria recente attribuisce l’origine del tinnitus al sistema nervos centrale.

La principale causa degli acufeni è la perdita dell’udito; nella maggior parte dei casi è correlata all’età e tende ad aggravarsi con il passare del tempo.

Anche l’esposizione a un rumore forte, come un concerto, può danneggiare le cellule dell’apparato uditivo, questo a sua volta causa una perdita di udito e quindi può generare un tinnito; non per nulla le categorie più soggette sono i lavoratori esposti in modo continuativo al rumore elevato, come i carpentieri, i piloti, i musicisti (il rapper Caparezza nell’ultimo album ha addirittura raccontato la difficile esperienza con il suo acufene in una canzone).

Anche un tappo di cerume, può esserne una causa: la momentanea perdita di udito e l’irritazione dell’orecchio causano comparsa dell’acufene, che in questo caso di solito si risolve rimuovendo il cerume.

Possono poi esserci lesioni neurologiche, ovvero un danno a carico delle vie nervose che trasmettono l’impulso uditivo, per esempio del nervo acustico; le cause possono essere diverse, nel caso peggiore anche un tumore cerebrale.

Talvolta l’insorgenza dell’acufene può essere associata a un’otite, cioè un’infezione dell’orecchio; anche se questa viene risolta, il sintomo può comunque perdurare nel tempo.

Anche difetti dell’articolazione temporo-mandibolare, ovvero problemi nell’articolazione della mandibola, molto vicina a quella dell’orecchio, possono facilitare l’insorgenza di fischi o sibili.

Esistono infine diversi farmaci che annoverano fra gli effetti indesiderati la comparsa dell’acufene. Fra questi ci sono alcuni antibiotici (gentamicina e streptomicina), diuretici (furosemide), antidepressivi (fluoxetina), ma anche i salicilati, come l’Aspirina; in genere interrompere la terapia allontana il fischio.

Quali esami fare per l'acufene e come curarlo

Nel caso in cui il tinnitus sia percepito solo da un orecchio, cosa che potrebbe fare sospettare la presenza di malattie anche gravi, si eseguono alcuni esami, come la risonanza magnetica. Se il disturbo colpisce entrambe le orecchie, il medico - in genere l’otorinolaringoiatra - consiglia una serie di tecniche per abituare il paziente a convivere con il disturbo. È bene affidarsi a mani sicure, perché va detto che ad oggi una terapia di comprovata efficacia non esiste, ma esistono rimedi che possono migliorare notevolmente la qualità della vita del paziente. Possono poco i farmaci o gli integratori, aiutano invece la psicoterapia, le tecniche di rilassamento e la terapia del suono come la Tinnitus Retraining Therapy (TRT), ovvero l’ascolto continuativo di un rumore leggero, che distoglie il cervello dal suono “fantasma”.

I comportamenti più dannosi

Lavoratori a rischio -  Milioni di lavoratori nel mondo sono esposti a livelli di rumore che aumentano il rischio di danno acustico, in particolare alcune categorie come carpentieri o piloti. L’unico modo per difendersi è fare prevenzione, indossando dispositivi di protezione idonei in modo corretto. Per raggiungere l’obiettivo servono però programmi mirati di valutazione del rischio nel lungo periodo.

Pulire bene le orecchie - Anche la pulizia delle orecchie, se non effettuata in maniera corretta, può danneggiare l’udito. I cotton fioc non andrebbero mai usati per pulire le orecchie in profondità, semmai solo all’esterno: il rischio è di spingere il cerume, che si forma naturalmente ed esce in modo naturale, troppo in fondo verso il timpano, aumentando il rischio di infezioni e acufeni.

Adolescenti a rischio - L’esposizione prolungata all’ascolto di musica a forte volume costituisce un rischio per la salute delle orecchie. I più giovani, che passano ogni giorno ore ad ascoltare la musica in cuffia, sono in modo particolare a rischio di danneggiare l’udito e incorrere in disturbi come l’acufene. Stentano infatti a recepire i consigli su come proteggere le proprie orecchie.