Sugar tax: nuovo rinvio, si parte nel 2026

Pubblicato il 23 giugno 2025
Federico Cavallo
Federico Cavallo Responsabile Relazioni esterne di Altroconsumo

Ennesimo rinvio per la sugar tax che il Consiglio dei Ministri ha deciso ora di far partire il 1 gennaio 2026. Potrebbe essere un primo passo nella lotta contro l'obesità, che così tanto incide sui costi del SSN. Tuttavia, c'è dibattito sulla sua efficacia.

Federico Cavallo
Federico Cavallo Responsabile Relazioni esterne di Altroconsumo
BICCHIERE PIENO DI CUBETTI DI ZUCCHERO E RAGAZZA CHE BEVE DALLA CANNUCCIA

È notizia del 20 giugno che il Consiglio dei Ministri ha deciso per un ennesimo rinvio della sugar tax che dunque dovrebbe partire il 1° gennaio 2026. Il condizionale è d’obbligo visto che siamo all’ottavo rinvio. Apprezziamo la sugar tax, che consideriamo un primo passo nella lotta contro l’obesità che tanto incide sui costi del nostro SSN.

Ma la sugar tax è davvero utile? O come qualcuno commenta in queste ore è solo un provvedimento di facciata? Vari studi, in realtà, tra cui alcuni dell’OMS, dimostrano che lavorando sulla tassazione di cibi e bevande zuccherate si può avere un evidente effetto positivo sull’obesità e quindi sulla salute di adulti e di bambini.

Sempre l’OMS raccomanda di non superare i 25 grammi di zuccheri aggiunti al giorno e suggerisce l'introduzione di tasse sulle bevande zuccherate come parte di un approccio integrato per promuovere la salute. La sugar tax italiana colpisce, per come è stata introdotta dalla Finanziaria per il 2020, le bevande edulcorate, non anche i cibi edulcorati. Ma è un primo importante passo. Siamo convinti che la sugar tax possa avere effetti sul consumo di bevande zuccherate e quindi sulla salute dei cittadini soprattutto più giovani.

Peraltro, in Parlamento è in discussione proprio in questi giorni una proposta di legge che riguarda la lotta all’obesità e che prevede anche dei percorsi di prevenzione ad iniziare dalla scuola. Ma le risorse sono poche. D’altra parte, per avere degli effetti duraturi quando si parla di educazione alimentare, servirebbe un piano concreto di azioni decise e su più fronti; tra le altre veicolare parte delle entrate fiscali derivanti da questa tassa per fare formazione ed informazione sistematica per adulti e bambini su obesità e sana alimentazione, rendere più economici i cibi più sani con agevolazioni fiscali ad hoc, introdurre limiti alla pubblicità per i più piccoli, ed infine una collaborazione vera tra consumatori ed industria per avere prodotti migliori. Tutti aspetti su cui è importante un lavoro congiunto di Autorità, legislatore, aziende e consumatori.