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Fotovoltaico: da maggio addio ai vantaggi dello "Scambio sul posto". Cosa è meglio fare?

Solo gli impianti fotovoltaici che risulteranno allaciati alla rete elettrica nazionale entro il 29 maggio 2025 potranno richiedere (entro il 26 settembre) l'accesso al meccanismo di compensazione definito Scambio sul posto (Ssp), più vantaggioso per i consumatori. E quelli che già funzionano con questo sistema, non potranno rinnovare la convenzione se dalla prima sottoscrizione sono passati 15 anni. Resta l'opzione del meccanismo chiamato Ritiro dedicato (Rid). Quali sono le differenze tra i due sistemi e cosa conviene fare?

Con il contributo esperto di:
articolo di:
14 marzo 2025
Pannelli fotovoltaici con operaio su un tetto

Ancora poche settimane e poi non sarà più possibile accedere allo Scambio sul Posto (Ssp), il meccanismo che per anni ha consentito ai proprietari di un impianto fotovoltaico di compensare l’energia immessa in rete con quella prelevata in altri momenti, quando la produzione è più bassa o assente (ore serali).

La scadenza è stata fissata al 29 maggio 2025. Entro questa data chi sarà riuscito ad allacciare il proprio impianto fotovoltaico alla rete elettrica (si dice che l'impianto "entra in esercizio") potrà ancora accedere al servizio di Scambio sul Posto. La richiesta di accesso al meccanismo Ssp non potrà essere presentata oltre il 26 settembre 2025. I tempi sono molto stretti, per chi non dovesse farcela non resta che aderire al meccanismo di Ritiro dedicato (Rid). Inoltre, è bene sapere che l'allaccio alla rete elettrica è un'operazione che avviene con il supporto del distributore di energia (non la fa l'installatore dell'impianto), e che bisogna mettere in conto un mese di tempo da quando si fa la richiesta

 A differenza dello Scambio sul posto, il Ritiro dedicato non prevede compensazione tra energia immessa e prelevata: tutta l’energia in eccesso viene venduta, mentre quella che si acquista dalla rete viene pagata normalmente. Ma come funzionano effettivamente i due sistemi? Quali i pro e i contro? E cosa succede agli utenti che hanno in essere un contratto di Ssp? Ecco tutte le risposte.

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Cos'è lo Scambio sul posto e come funziona

Lo Scambio sul posto è un meccanismo che consente a chi produce energia con un impianto fotovoltaico di immettere nella rete l'energia non autoconsumata e di prelevarla in un momento successivo. Il Gestore dei servizi energetici (Gse) compensa economicamente questa energia, riducendo la spesa in bolletta. In pratica, è come se la rete elettrica funzionasse da "batteria virtuale".

In altre parole, l'energia prodotta dai pannelli solari che non viene consumata subito (da elettrodomestici e altro) viene immessa nella rete elettrica nazionale, cioè ceduta al Gse. Di sera o quando i pannelli non producono abbastanza (in inverno o col brutto tempo) si attinge alla rete elettrica parzialmente compensando quella che le abbiamo ceduto. Se questa non basta, si pagherà il fabbisogno elettrico in più. Se invece la quantà di energia ceduta è maggiore di quella consumata, si ha diritto a un credito, che viene pagato tramite bonifico dal Gse.

Lo scambio sul posto è quindi un meccanismo che consente ai produttori di energia da fonti rinnovabili (come il fotovoltaico) di immettere in rete l’energia non autoconsumata e di ricevere una compensazione economica. Il Gse calcola la differenza tra il valore della componente energia immessa e quella prelevata dalla rete. Le altre componenti come la distribuzione per esempio e le tasse non rientrano in questo calcolo. Il contributo in conto scambio restituisce parte del valore economico dell’energia immessa, tenendo conto dei prezzi zonali e di una quota variabile.

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Cos'è il Ritiro dedicato?

Nel regime di Ritiro dedicato, il Gestore dei servizi energetici (Gse) remunera l'energia elettrica immessa in rete, quindi quella prodotta dal proprio impianto ma non autoconsumata, attraverso pagamenti con cadenza mensile.

A differenza dello scambio sul posto, qui non c’è compensazione tra energia immessa e prelevata: l'utente vende tutta l’energia in eccesso prodotta dal proprio impianto fotovoltaico e la paga normalmente quando la compra dalla rete.

Come viene remunerata l'energia che si cede al gestore? L'utente può scegliere tra Prezzo minimo garantito (Pmg) e Prezzo zonale orario (Pzo). La convenienza dipende principalmente dal proprio consumo di energia e dalle specifiche dell’impianto fotovoltaico.

Prezzo minimo garantito

È un prezzo fisso che viene garantito dal Gse per l'energia immessa in rete, a prescindere dall’andamento del mercato. Nel 2025 il Prezzo minimo garantito (Pmg) è stato stabilito in 4,64 centesimi di euro per kWh.

È conveniente se non ci si vuole preoccupare delle fluttuazioni dei prezzi di mercato e si preferisce avere una certa stabilità nel guadagno derivante dalla vendita dell'energia prodotta.

Prezzo zonale orario

Il Prezzo zonale orario (Pzo) cambia in base alla zona geografica e all’ora del giorno. Questo significa che se l'energia che si immette in rete viene venduta nelle ore in cui il prezzo è più alto, si può guadagnare di più.

È una buona opzione per gli impianti che producono molta energia nelle ore in cui il prezzo di mercato è elevato. Tuttavia, il rischio è che il prezzo può anche scendere, quindi l'andamento delle ore di mercato è imprevedibile.

Qual è la scelta migliore?

Se l’impianto fotovoltaico produce molta energia che non si consuma direttamente e si preferisce la certezza di un prezzo stabile, il Prezzo minimo garantito potrebbe essere la scelta migliore.

Se invece si possono monitorare i prezzi e si ritiene che il proprio impianto produca energia nelle ore con alti prezzi di mercato, il Prezzo zonale orario potrebbe offrire guadagni più elevati, ma con un po’ più di variabilità.

Un altro fattore da considerare è il comportamento di consumo: se si consuma gran parte dell’energia prodotta dall’impianto (ad esempio utilizzando l’energia di giorno quando l’impianto è attivo), non si ha un impatto significativo dalla vendita dell’energia. Quindi, la scelta potrebbe dipendere più dalla previsione di immissione in rete e dalla propensione al rischio, comunque molto contenuto, se l’impianto ha una potenza modesta.

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Differenze tra Scambio sul posto e Ritiro dedicato

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La fine dello Scambio sul posto: cosa cambierà?

Le convenzioni di Scambio sul posto (Ssp) con una durata inferiore a 15 anni continueranno a essere valide fino al raggiungimento della scadenza naturale. Secondo le disposizioni attuali, le convenzioni Ssp non possono essere rinnovate oltre i 15 anni dalla data di prima sottoscrizione. Pertanto, se il tuo contratto è ancora all'interno di questo periodo, continuerai a beneficiare del meccanismo di Scambio sul posto fino al compimento dei 15 anni.

Chi ha superato tale limite passa automaticamente al Ritiro dedicato, e dovrà scegliere il tipo di remunerazione dell'energia in eccesso che immette nella rete, cioè tra Prezzo minimo garantito (Pmg) e il Prezzo zonale orario (Pzo).

Autoconsumo collettivo e comunità energetiche rinnovabili

Massimizzare l'autoconsumo dell'energia prodotta  (concentrando la maggior parte dei consumi elettrici nelle ore di sole) può aumentare il risparmio sulla bolletta elettrica, poiché l'energia utilizzata direttamente ha un valore superiore rispetto a quella venduta al Gse. Non essendo più possibile accedere allo Scambio sul posto, diventa ancora più importante allineare produzione e consumi a livello temporale (cioè l'autoconsumo istantaneo di quanto prodotto dal proprio impianto).

Se invece l’impianto viene condiviso da più utenti che si trovano nello stesso edificio o condominio, entra in gioco l’autoconsumo collettivo. In questo caso la remunerazione avviene secondo regole simili a quelle delle Comunità energetiche rinnovabili (Cer).

Un'alternativa interessante è rappresentata dalle Comunità energetiche rinnovabili (Cer) vere e  proprie. In questo caso gruppi di utenti condividono l'energia prodotta da impianti rinnovabili locali, beneficiando di incentivi specifici e ottimizzando l'uso dell'energia prodotta.

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Lo Scambio sul posto conviene ancora nel 2025?

Per chi allaccerà alla rete elettrica nazionale il proprio impianto oltre il 29 maggio 2025 non sarà più possibile accedere allo Scambio sul posto. Chi ha invece un impianto con un’anzianità di servizio inferiore ai 15 anni, può tranquillamente proseguire fino appunto al termine dei 15 anni. Per un impianto domestico il sistema dello Scambio sul posto è più conveniente rispetto il sistema del Ritiro dedicato. Questo perché il calcolo considera appunto lo scambio fra energia prodotta e immessa e fino alla soglia del proprio consumo. Per cui il consumatore è maggiormente tutelato nella remunerazione rispetto alla mera vendita nella rete elettrica della propria produzione in eccesso.

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