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Rifiuto reso

Chiuso Pubblico

Tipologia di problema:

Altro

Reclamo

C. B.

A: Ikea

08/09/2018

Il 30/08/2018 acquistavo presso il vs negozio di Milano Carugate un materasso matrimoniale Morgedal, fiducioso, forse troppo vista l’estrema soggettività dell’esperienza del sonno, nel marchio di “Miglior acquisto Altroconsumo” ma soprattutto consapevole che, in caso di insoddisfazione delle prestazioni, avrei potuto restituirlo come la pur ottima politica di Ikea permette di fare.E infatti, dopo alcuni giorni di tentativi ho dovuto desistere in quanto il materasso, malgrado il primo veloce test in negozio, si è poi rivelato evidentemente troppo rigido per le mie caratteristiche fisiologiche e mi sono trovato costretto il 2/9/2018 a riportarlo, fiducioso in una pratica veloce e senza intoppi.Purtroppo, una volta giunto sul posto mi veniva contestato che il materasso non risultava “integro” perché presentava un “filo tirato”, e, malgrado le mie ripetute insistenze mi trovavo costretto a riportarlo indietro.Ora, senza voler sindacare sulla definizione di “integro” (vocabolario alla mano, si potrebbe scegliere, a seconda dell’opportunità, quella più congeniale) il materasso (vedi foto allegate) ha meno di una settimana, non ha strappi, macchie e, al di là del fantomatico filo tirato è, da un punto di vista “umano” anche se non letterale “integro”, tanto più che il cosiddetto “danno” è nella parte inferiore, quella non esposta al corpo.Certo, sarebbe stato meglio se non ci fosse stato, e invero è stata una sorpresa anche per noi quando ci è stato fatto notare: forse è derivato dal trasporto, ma la confezione di plastica originale era inutilizzabile perché è praticamente impossibile per due persone normali ri-arrotolare un materasso matrimoniale di quel tipo e naturalmente ricorrere a un trasportatore professionale per una situazione del genere sarebbe ridicolo e assurdo. Infine, comunque, dubito che un qualunque materasso restituito allo scadere dei canonici 90 giorni possa mai essere perfettamente lindo e intatto.Inoltre, la “responsabile” che è stata chiamata dall’addetta in seguito alle nostre insistenze ha mostrato una freddezza e un, mi si passi il termine, “menefreghismo” che non ci si aspetta da un addetto all’assistenza clienti pur quando deve comunicare notizie spiacevoli, e ancora, per suffragare il suo diniego ha tirato fuori discorsi come “non è vendibile” e “è usato”. Sul concetto di “non è vendibile” mi permetto di dissentire invitandovi nuovamente a verificare le foto allegate: certo non è “riciclabile” come nuovo, ma non credo che, esclusi i piccoli oggetti ancora imballati, questo sia possibile per qualunque altro oggetto restituito e, comunque, uscendo dalla veste di consumatore e provando a interpretare quella di imprenditore, credo che rientri nel normale rischio che ci si accolla quando si offre l’ottima politica di reso che penso sia uno dei motivi che, oltre alla qualità dei prodotti e al di là di questi spiacevolissimi incidenti rende Ikea una grande azienda con molti clienti. Sul discorso di “usato” sono invece rimasto sconcertato, perché di fronte al mio allibito controbattere che “certo che è usato [72 ore], come facevo a provarlo altrimenti?” mi è stato risposto: “si può provare in negozio” (!) come se i cinque minuti dedicabili in negozio siano paragonabili ai movimenti, pressioni prolungate nel tempo e variazioni anatomiche di un’intera notte e come voi stessi riconoscete nel vostro sito che forse alcuni dei vostri dipendenti non leggono adeguatamente.


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