Con i miei familiari abbiamo richiesto (con raccomandata del 9.1.23) la liquidazione di una polizza vita a suo tempo sottoscritta da mio padre, deceduto 2 anni fa. Con altra raccomandata del 23.3.23 ho inviato - come chiestomi da Poste Vita con email del 14.3.23 (cfr allegato 1) - una dichiarazione sostitutiva mancante (di tale dichiarazione la compagnia non ha peraltro fornito un modello standard a cui attenersi).Più in particolare, ho inviato la DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DI ATTO DI NOTORIETA' CON FIRMA AUTENTICATA, RESA PRESSO L'UFFICIO COMUNALE PREPOSTO, CON L'INDICAZIONE DEGLI UNICI EREDI LEGITTIMI DELL'ASSICURATO ED IL RELATIVO RAPPORTO E GRADO DI PARENTELA (cfr allegato 2) . Il 19 giugno ho chiamato il numero verde per avere notizie circa i motivi del ritardo nella liquidazione della polizza e mi è stato detto di richiamare. Il 3 luglio al numero verde mi è stato risposto che la dichiarazione sostitutiva da me inviata è incompleta in quanto mancano i dati identificativi dell'assicurato (luogo e data di nascita di mio padre...). Ho fatto presente che nella citata dichiarazione sostitutiva è stato indicato anche il CODICE FISCALE di mio padre. L'addetta ha dichiarato che il codice fiscale non era sufficiente. A fronte di mia esplicita richiesta l'addetta non mi ha inviato via email il contenuto di quanto riferitomi al telefono, dicendo di non essere autorizzata a farlo. Mi chiedo se una compagnia assicurativa operante nell'era dell'identità digitale può addurre simili eccezioni. Faccio ovviamente riserva - ove necessario - di inviare un reclamo anche all'IVASS.