Consigli

Come si sceglie la saponetta, come si usa e quanto impatta sull'ambiente

Le saponette solide durano a lungo, producono pochi rifiuti e in genere contengono ingredienti più facilmente degradabili, ma sono considerate scomode e poco igieniche. Ecco come si usano e come sceglierle.

  • contributo tecnico di
  • Livia Biardi
  • di
  • Alessandra Maggioni
15 settembre 2023
  • contributo tecnico di
  • Livia Biardi
  • di
  • Alessandra Maggioni
Saponette

Sono tante le domande che ci poniamo quando dobbiamo scegliere quale sapone usare: saponette profumate, particolari, con ingredienti naturali? Com’è fatto un sapone? Meglio liquido o solido? Ecco tutte le risposte ai nostri dubbi, come scegliere la saponetta e come usarla nel modo migliore.

Com'è fatto un sapone

Il sapone nasce dal processo chimico di saponificazione in cui una sostanza grassa (olio vegetale o grasso animale) reagisce con una sostanza basica (soda o cenere). I più noti sono quello di Marsigliafatto con olio di oliva o cocco e quello di Aleppo a base di olio di oliva e alloro.

Il sapone va molto bene per lavare le mani, perché rimuove efficacemente batteri, sporco e cattivi odori, la sua formulazione chimica ingloba lo sporco, in particolare quello grasso come il sebo, all’interno delle sue molecole e, al risciacquo, viene lavato via. Per sua natura chimica ha un pH basico o alcalino (circa 8) che si discosta da quello leggermente acido della pelle (circa 5,5). A causa del pH e della sua capacità di catturare i grassi, il sapone potrebbe seccare la pelle perché intacca il film idrolipidico o creare un indesiderato effetto “unto” perché ha rimosso troppo sebo e il nostro corpo sente la necessità di produrne di più per compensare.

Nella reazione chimica di produzione del sapone si sviluppa anche glicerina vegetale, una sostanza idratante e la parte degli olii che non partecipa alla reazione chimica resta “libera" di esercitare proprietà emollienti. Quindi se un sapone solido è ben formulato, a meno di pelli molto secche o sensibili, può essere adatto anche al corpo e al viso, perché rimuove efficacemente lo sporco senza disidratare.

Solido o liquido?

Le saponette solide erano scomparse per lasciare spazio ai “saponi” liquidi, considerati più pratici da usare e igienici, ma sono ritornate di moda per la sostenibilità ambientale. 

I saponi solidi sono in genere più ecologici, hanno un imballaggio leggero e compatto, durano a lungo, si usano fino alla fine e contengono pochi ingredienti più facilmente degradabili.

Nonostante il nome, i saponi liquidi non sono veri saponi, non vengono cioè dalla reazione di saponificazione, ma sono una miscela di tensioattivi, cioè sostanze lavanti e agenti schiumogeni e regolatori del pH, appositamente formulati per detergere la pelle con un pH simile, cioè leggermente acido. In genere i tensioattivi hanno un impatto ambientale maggiore e questi prodotti contengono anche conservanti perché l’ingrediente principale è l’acqua. Inoltre, hanno l’imballaggio in plastica, seppur riciclabile, ingombrante e pesante anche per la presenza della pompetta.

Anche alcune saponette solide non sono a base di sapone, ma contengono una miscela di tensioattivi molto simile a quelle dei saponi liquidi.  Il termine sapone quindi non si riferisce più al processo produttivo originale di saponificazione, ma alla funzione lavante del prodotto, indicando in generale un prodotto, solido o liquido, in grado di rimuovere lo sporco e i cattivi odori.

Come scegliere la saponetta solida

Per legge, sulla confezione dev’essere riportata la lista di tutti gli ingredienti in ordine decrescente: in questo modo possiamo sapere sia cosa contiene, sia quali siano gli ingredienti più numerosi. Un vero sapone ha pochi ingredienti, ad esempio la ricetta tradizionale di Marsiglia prevede solo 4 ingredienti; olio di oliva o cocco, soda, acqua e sale marino.

Per definizione chimica, un sapone deve contenere una sostanza grassa (ad esempio olivate oil) e la soda (sodium hydroxide) oppure più frequentemente il nome del composto che si è formato dalla reazione di questi 2 ingredienti (es. sodium olivate).

La prima indicazione importante per la scelta del sapone riguarda quale grasso sia stato utilizzato, ecco alcuni esempi:

  • sodium cocoate, sodium olivate: da olii di origine vegetale, più pregiati, cocco e oliva;
  • sodium tallowate: da grassi di origine animale, meno pregiati;
  • sodium palmate, palm kernelate: da olii di origine vegetale, palma e palmisto

Il sapone solido inoltre contiene glicerina (glycerin) e acqua (in piccole quantità di solito si trova a metà della lista ingredienti mentre nei saponi liquidi è il primo ingrediente, circa il 70-80% della formulazione); può essere arricchito anche di altre sostanze emollienti (olio di mandorla, karitè, etc) e profumi (parfum limonene, citronellol, etc). Le formulazioni più elaborate contengono anche regolatori di pH (citric acid), viscosizzanti (Sodium chloride) e sequestranti (Etidronate, Edta). Sia per il pH sia per la bassa presenza di acqua non necessita di conservanti al contrario dei liquidi, a volte si trovano piccole quantità di conservanti non troppo aggressivi come sodium benzoate o potassium sorbate.

Il fatto che si tratti di un sapone solido, non garantisce che le sostanze presenti siano di origine naturale; alcuni saponi solidi contengono ingredienti di origine naturale (ad esempio olio di oliva o di palma), ma altri saponi solidi e tutti i liquidi sono a base di tensioattivi sintetici. Se nella lista ingredienti trovate ingredienti come sulfate, isethionate, phosphate, glucoside, betaine allora siete in presenza di tensioattivi e si tratta di un detergente sintetico solido (anche detto syndet) e non di un sapone; anche se potrebbero contenerne una piccola %, il potere lavante è dato dai tensioattivi.

Come si usa la saponetta solida

Da una recente inchiesta, la maggior parte degli acmakers non usa le saponette solide perché le ritiene scomode e poco igieniche. Noi consigliamo di provarle, ecco alcuni accorgimenti per usarle nel modo corretto:
  • la saponetta va bagnata e passata tra le mani per formare la schiuma da distribuire sul corpo o sul viso per lavarsi, non va passata direttamente sulla pelle, così si evitano anche questioni igieniche e non si usa più sapone del necessario;
  • dopo ogni uso la saponetta va sciacquata sotto l’acqua per rimuovere le tracce di sporco e prevenire la contaminazione, in particolare se le usano più persone;
  • la saponetta va riposta in una zona asciutta, non appoggiata su una superficie piana e umida come il ripiano del lavandino o della doccia, ma in un portasapone con dei buchi o uno scolo che permetta alla saponetta di asciugarsi e sgocciolare, altrimenti se resta in ammollo si spappola e potrebbe deteriorarsi. I contenitori portasapone si trovano facilmente e a basso costo nei negozi di prodotti per la cura della persona e negli ipermercati e supermercati, potete appoggiarli sui ripiani orizzontali del lavandino o della vasca o sono disponibili anche quelli a ventosa o con ganci da appendere alle pareti verticali del box doccia.

Impatto ambientale

Come abbiamo dimostrato con il test degli shampoo solidi, l’impatto ambientale della doccia è dato principalmente dai consumi di acqua ed energia: riducendo i tempi e le temperature possiamo abbassare il nostro peso sull’ambiente.

La scelta del solido in aggiunta può migliorare ancora il nostro contributo, ma anche qualora scegliessimo lo shampoo e il sapone solido più ecologici e non curassimo i comportamenti, il nostro impatto ambientale non cambierebbe di molto. Quindi prima di tutto servono le corrette abitudini e poi ben vengano i prodotti solidi.

I vantaggi sono in termini di imballaggio, sia per la quantità che per la tipologia di rifiuti prodotti: i solidi sono avvolti in leggeri fogli di carta spesso certificata sostenibile o riciclata, al contrario dei liquidi che sono venduti in confezioni di plastica pesanti anche a causa della pompetta dosatrice (anche se i refill e le ricariche riducono leggermente l’impatto perché abbassano la quantità di plastica da produrre e smaltire). I saponi solidi evitano gli sprechi perché si usano fino alla fine e durano a lungo.
Infine, contengono pochi ingredienti e più facilmente degradabili soprattutto perché avendo un ridotto contenuto di acqua, non necessitano di conservanti che per loro natura sono ingredienti aggressivi, possono essere tossici per l’ambiente acquatico e irritanti per la pelle.

Domande frequenti

Rispondiamo alle curiosità più frequenti sul sapone.

Quanto dura la saponetta solida?
Sulla confezione di tutti i prodotti per la cura del corpo è riportato il PAO (period after opening), i mesi per cui si conserva sicuro ed efficace dopo l’apertura, in genere per i saponi solidi mai meno di 12. Se conservati con cura evitando che l'acqua ristagni, durano a lungo e si possono usare fino all’ultimo, senza alcuno spreco di prodotto.
 
Il sapone ha pH neutro?
No, il sapone è basico o alcalino per definizione, ha un pH tra 8 e 10. In ambiente neutro o acido il processo chimico di saponificazione non potrebbe avvenire. I saponi che si definiscono a pH neutro in realtà non sono saponi, ma miscele di sostanze lavanti sintetiche, dette tensioattivi.
Cosa fare con avanzi di sapone?
Non buttare gli avanzi, puoi riunirli insieme per fare una nuova saponetta, deodorare i cassetti, grattugiarli, preparare uno scrub casalingo, etc..