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Le cartelle esattoriali 2025: tutte le novità su pagamenti e rateizzazioni

Le cartelle esattoriali sono un incubo per gli italiani che sperano sempre arrivi un condono o una rottamazione per ridurre la mole delle contestazioni della pubblica amministrazione. Ecco tutto quello che c’è da sapere sulle cartelle esattoriali, gli avvisi di accertamento, gli avvisi bonari e la compliance per i cittadini.

Con il contributo esperto di:
articolo di:
14 febbraio 2025
soldi e calcolatrice e carta intestata agenzia delle entrate

Le cartelle esattoriali (scopri tutte le novità a partire dal 2025) sono da sempre un incubo per gli italiani, che quando si vedono recapitare una busta da Agenzia delle entrate Riscossione, la vecchia Equitalia, non sanno dove sbattere la testa per capire cosa viene loro contestato e soprattutto se sia corretto. Ecco quindi, una guida completa per capire passo passo come muoversi in questa spinosa situazione che, se non affrontata per tempo può portare alle così dette ganasce fiscali, che in gergo si chiamano provvedimenti cautelari o esecutivi di confisca dei beni.

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Come vedere le cartelle esattoriali

Prima di tutto partiamo con un consiglio: verificare periodicamente la propria posizione debitoria e per farlo basta accedere al portale dell’Agenzia delle entrate Riscossione. In questo modo si può verificare la propria situazione a partire dal 2000, ma anche fare pagamenti, richiedere rateizzazioni, sospensioni o appuntamenti presso le sedi dell’Agenzia. Per l’accesso occorrono SPID, la CIE o la CNS.

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Il servizio Se Mi Scordo

L’Agenzia delle entrate Riscossione ha previsto un servizio, attivabile tramite l’area riservata del suo sito, cui si accede con SPID, CIE o CNS, dove è possibile inserire il proprio numero di cellulare o l’email per esser avvisati in caso di nuove cartelle esattoriali in emissione. In pratica, con il servizio Se Mi Scordo è possibile esser avvisati se:

  • all’Agenzia delle entrate Riscossione è stata affidata la riscossione di una somma, prima che venga emessa la cartella esattoriale;
  • si ha un piano di rateazione attivo e non sono state pagate metà del numero massimo di rate che portano alla decadenza della rateazione;
  • in caso di un piano di rateazione in corso, manca una sola rata per decadere dalla rateazione.
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Cartelle esattoriali: cosa sono?

La cartella di pagamento è l’atto con il quale l’Agenzia delle entrate Riscossione richiede al contribuente il pagamento di un debito che ha nei confronti di un ente impositore quale l’Agenzia delle entrate, l’Inps, il Comune

La cartella contiene la descrizione delle somme dovute dal contribuente, i termini entro cui deve pagare, le modalità di pagamento del debito, le informazioni su come richiedere la sospensione o l’annullamento della cartella e la sua rateizzazione. 

  • L’Agenzia delle entrate deve recuperare, a seguito di un controllo sostanziale le imposte non pagate, come l’Irpef ed emette un avviso accertamento esecutivo. In pratica, questo avviso contiene l’intimazione ad adempiere al pagamento degli importi indicati entro i termini previsti e, trascorsi inutilmente 30 giorni dalla scadenza, l’atto diventa esecutivo e viene trasferito all’Agenzia delle entrate Riscossione che dopo 180 giorni dalla data dell’affidamento procede con l’esecuzione forzata, quindi possono partire, previa comunicazione al contribuente, tutti gli atti volgarmente definiti come ganasce fiscali;
  • l’Inps deve recuperare crediti previdenziali ed emette un avviso di addebito Inps. La procedura di fatto è la stessa che abbiamo visto per gli atti dell’Agenzia delle entrate
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La riscossione delle cartelle esattoriali

La riscossione delle cartelle esattoriali è il processo con cui l'Agenzia delle Entrate-Riscossione recupera le somme dovute dai contribuenti per imposte, tasse o contributi non pagati.

Quando un ente creditore, in base ai propri controlli, scopre che il contribuente non ha pagato in tutto o in parte il dovuto, iscrive la somma a ruolo. In pratica il ruolo è l’elenco che l’ente fa dei propri debitori, delle somme dovute e della tipologia di credito che vanta nei confronti di ciascuno di essi.

Il ruolo viene trasmesso all’Agenzia delle entrate Riscossione, che di occupa di predisporre le cartelle esattoriali, inviarle ai debitori e riscuotere il dovuto. Una volta che il debito è stato pagato, l’Agenzia delle entrate Riscossione lo rigira all’ente creditore. Se invece, il debito non viene saldato avvia le procedure cautelari o esecutive per il recupero della somma presso il contribuente.

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Come leggere una cartella esattoriale

La cartella esattoriale è composta da più pagine, nella prima, in alto a sinistra si trova il numero identificativo dell’atto e l’ente creditore, o gli enti creditori, per i quali l’Agenzia delle entrate Riscossione ha emesso la cartella. L’informazione sull’ente è fondamentale per presentare ricorso qualora la richiesta sia errata.

Inoltre, si trova l’indicazione del destinatario della cartella, con l’eventuale aggiunta della parola “coobbligato”, in questo caso significa che il destinatario è tenuto al pagamento della cartella insieme a uno o più altri soggetti che hanno ricevuto la stessa comunicazione. In pratica, se uno solo di questi paga il debito contestato “libera” tutti dall’obbligo.

cartella esattoriale

Sempre nella prima pagina si trova la somma da pagare, che viene indicata in modo distinto a seconda dell’ente creditore. Tra gli importi da versare viene indicato anche quanto spetta all’Agenzia delle entrate riscossione a titolo di diritto di notifica.

enti creditori 

Per avere il dettaglio più preciso degli importi da pagare e l’eventuale presenza di coobbligati al pagamento della cartella si deve passare alle pagine successive.

ruolo 

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Come pagare le cartelle esattoriali

Se controllando la cartella esattoriale ci si accorge che non siamo incappati in uno dei casi di così dette cartelle pazze, purtroppo bisogna rassegnarsi a pagare l’importo contestato.

Per pagare ci sono diverse possibilità, infatti, è possibile utilizzare il bollettino Rav o il modulo pagoPA che sono allegati ai documenti ricevuti, sono già precompilati e riportano la scadenza entro cui fare il versamento.

Come pagare le cartelle esattoriali senza bollettino

Al posto del bollettini Rav è possibile utilizzare il servizio “paga on-line” messo a disposizione dall’Agenzia delle entrate Riscossione oppure utilizzare i canali telematici di banche, Poste e tutti gli enti che aderiscono a PagoPA. Per pagare fisicamente è possibile far riferimento alle banche, alla Posta, ai tabaccai o agli sportelli dell’Agenzia delle entrate Riscossione.

Come pagare parzialmente una cartella esattoriale

Se si riceve una cartella esattoriale che presenta alcuni errori e che quindi non è totalmente da annullare, ma solo una sua parte, è possibile fa ricorso alla richiesta di sgravio parziale. In pratica si chiede all’ente creditore di riemettere il ruolo senza che vi sia al suo interno la parte che non risulta corretta. In questo modo è possibile pagare solo la differenza con interessi e sanzione ricalcolati sul dovuto.

La richiesta da rivolgere all’ente si chiama “autotutela”. Con l’autotutela si chiede all’ente di correggere il proprio errore. Se l’ente annullerà in tutto o in parte il debito invierà ad Agenzia delle entrate-Riscossione lo “sgravio”, cioè l’ordine di annullare il debito, quindi l’Agenzia delle entrate Riscossione cancellerà quel tributo dalla cartella.
Se invece Agenzia delle entrate-Riscossione non riceve dall’ente lo sgravio è obbligata per legge a procedere con la riscossione.

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Pagare in ritardo: gli interessi di mora

La cartella esattoriale contiene i documenti necessari al pagamento e la scadenza entro cui effettuarlo, cioè entro i 60 giorni successivi alla notifica. Se non si paga il debito entro questa data, oltre al dovuto si devono pagare gli interessi di mora calcolati sulle somme richieste. Gli interessi di mora si pagano giornalmente a partire dalla data della notifica della cartella e fino al giorno del pagamento e vengono girati interamente agli enti creditori che hanno iscritto a ruolo il debito del contribuente.

Gli interessi di mora sono fissati con provvedimento dell’Agenzia delle entrate, dal luglio 2019 ammontano al 2,68% annuo. 

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La rateizzazione delle cartelle esattoriali

Se quanto ci viene contestato è inferiore a 120 mila euro, è possibile ottenere la rateizzazione della somma fino a un massimo di 84 rate, cioè 7 anni per gli anni 2025 e 2026, mentre nel 2027 e 2028 sarà possibile ottenere una rateazione fino a 96 rate mensili, che a partire dal 2029 saliranno a 108., In sede di rateazione si può chiedere che le rate siano costanti oppure di importo crescente, con una rata minima di 50 euro.

Per importi da rateizzare superiori ai 120 mila euro o per chiedere una dilazione maggiore (fino a 120 rate) è necessario documentare la propria situazione di difficoltà economica/finanziaria allegando alla domanda il proprio Isee.

Per richiedere la rateazione della cartella occorre compilare il modulo RS con il quale si dichiara la temporanea situazione di obiettiva difficoltà economica che, tuttavia, non va documentata in alcun modo. Il modulo va inviato via Pec a uno degli indirizzi che si trovano all’interno del modulo stesso, relativo alla provincia di emissione della cartella/avviso oppure presso uno degli uffici fisici dell’Agenzia delle entrate Riscossione. In alternativa, è possibile presentare domanda direttamente online con il servizio “Rateizza adesso” che si trova nell’area riservata del sito dell’Agenzia delle entrate Riscossione, per accedere è necessaria la SPID, la CIE o la CNS. Sul modulo RS è presente anche un QR code che rimanda all’area riservata per accedere al servizio “rateizza adesso”.

Dalla presentazione della domanda fino a quando si mantiene il pagamento regolare delle rate del piano stabilito, l’Agenzia delle entrate non avvia nessuna procedura esecutiva e non iscrive nuovi fermi o ipoteche che, se presenti, decadono col pagamento della prima rata.

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Come perdere la rateizzazione

La rateizzazione decade in caso di mancato pagamento di alcune delle rate anche non consecutive del piano di ammortamento o per decesso del richiedente e l’Agente della riscossione può riprendere le azioni di recupero del credito.

Il mancato pagamento, anche non consecutivo di un determinato numero di rate, dipende dalla data in cui è stata presentata la domanda di rateazione:

  • per le rateizzazioni concesse dopo l’8 marzo 2020 e richieste fino al 31 dicembre 2021, la decadenza si concretizza al mancato pagamento di 10 rate anche non consecutive;
  • per le rateizzazioni presentate e concesse successivamente al 1° gennaio 2022, la decadenza si concretizza al mancato pagamento di 5 rate anche non consecutive;
  • per le rateizzazioni presentate dal 16 luglio 2022, la decadenza si concretizza al mancato pagamento di 8 rate anche non consecutive e non è possibile ripresentare domanda di rateazione per gli stessi importi. Invece, per i piani di rateizzazione richiesti prima del 16 luglio 2022 è possibile ottenere una nuova rateizzazione solo dopo aver regolarizzato l’importo delle rate scadute, calcolate alla data di presentazione della nuova richiesta di rateizzazione;

In ogni caso, è bene chiarire che la decadenza dal beneficio della rateizzazione di uno o più cartelle non preclude la possibilità di chiedere la dilazione del pagamento di carichi diversi.

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Piani straordinari e le proroghe della rateizzazione

Se la situazione economico-finanziaria peggiora e non sì è decaduti dalla rateizzazione, è possibile chiedere un prolungamento del piano di pagamento.

Per richiedere la proroga è sempre necessario allegare alla domanda di rateizzazione, da presentare tramite gli indirizzi Pec riportati nel modello RDP la certificazione relativa all’ISEE del nucleo familiare.

Questo, indipendentemente dal fatto che la richiesta di proroga sia riferita ad una precedente rateizzazione semplice o documentata (per importi superiori a 120 mila euro o per rate ulteriori a quelle massime).

In alternativa, nel caso in cui il peggioramento della temporanea situazione di obiettiva difficoltà economico-finanziaria derivi dal fatto che si siano verificati eventi atmosferici, calamità naturali, incendi e, comunque, ogni altro evento eccezionale che abbiano determinato l’inagibilità totale dell’unico immobile, adibito ad uso abitativo, in cui risiedono i componenti del nucleo familiare, o dell’unico immobile adibito a studio professionale o sede dell’impresa, si può allegare la certificazione della inagibilità totale dell’immobile, rilasciata dalla competente autorità comunale non oltre 6 mesi prima della presentazione della richiesta di proroga.

Come verificare la cancellazione delle cartelle esattoriali

Per chi, nel corso del 2023 è stato coinvolto nel così detto condono delle cartelle esattoriali fino a mille euro, che erano state emesse tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015, è possibile verificare l’annullamento automatico del debito accedendo alla propria area personale del sito dell’Agenzia delle entrate Riscossione. In quest’area, infatti, si può consultare la propria posizione debitoria e verificare quindi quali cartelle non si pagano più.

Quando vanno in prescrizione le cartelle esattoriali

La prescrizione delle cartelle esattoriali non è univoca, ma dipende dal contenuto della stessa. Infatti, segue la prescrizione dei tributi contestati e va generalmente da un minimo di 5 a un massimo di 10 anni. In ogni caso, il termine di prescrizione decorre dal sessantunesimo giorno successivo a quello in cui la cartella è stata consegnata.

Quando ci sarà la prossima rottamazione delle cartelle esattoriali 2025?

Nel 2025 non è stata prevista una rottamazione delle cartelle esattoriali o un mini-condono come avvenuto negli scorsi anni. Attualmente, l’unica rottamazione esistente è la rottamazione quater cui però non è più possibile aderire. Se vuoi conoscere tutte le prossime date per i pagamenti delle rate della rottamazione quater puoi consultare la nostra pagina di approfondimento.

Perché una cartella esattoriale risulta sospesa

In alcuni casi particolari previsti dalla legge, è possibile presentare la domanda di sospensione della cartella. In questo modo l’Agenzia entrate Riscossione invia una richiesta di verifica della cartella all’ente creditore che la valuta e informa il contribuente solo se dall’analisi non risultano cause di annullamento.

Si può presentare la domanda di sospensione solo se le somme richieste sono:

  • state pagate prima della formazione del ruolo;
  • state sgravate dall’ente creditore;
  • prescritte prima della data in cui il ruolo è stato reso esecutivo;
  • sottoposte a sospensione amministrativa (dell’ente creditore) o giudiziale;
  • state annullate in tutto o in parte con sentenza emessa in un giudizio al quale Agenzia delle entrate-Riscossione non ha preso parte.

La domanda non è ripetibile e va presentata, a pena di decadenza, entro 60 giorni dalla data in cui Agenzia delle entrate-Riscossione ha notificato la cartella.

Come contestare una cartella esattoriale

Quando arriva una cartella per la quale siamo certi di non esser sanzionabili e abbiamo tutte le prove per dimostrarlo, occorre procedere alla richiesta di “sgravio”, cioè al suo annullamento. La domanda va presentata direttamente all’ente creditore a cui è riferito il tributo.

Per esempio: se il Comune chiede ad Agenzia delle entrate-Riscossione di riscuotere l’Imu ma tu hai le prove di averla pagate correttamente, dovrai chiedere al Comune di annullare la richiesta in tutto o in parte.

La richiesta da rivolgere all’ente si chiama “autotutela”. Con l’autotutela chiedi all’ente di correggere il proprio errore. Se l’ente annullerà in tutto o in parte il debito, invierà ad Agenzia delle entrate-Riscossione lo “sgravio”, cioè l’ordine di annullare il debito che cancellerà quel tributo dalla cartella.

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L’avviso di accertamento

Abbiamo visto che se l’Agenzia delle entrate deve recuperare le imposte sui redditi agisce autonomamente, senza passare dal suo ente riscossore ed emette un avviso di accertamento esecutivo. L’avviso di accertamento è una notifica formale, che nasce dopo un controllo sostanziale della posizione del contribuente.

La differenza tra la cartella esattoriale e l’avviso di accertamento è che quest’ultimo è esecutivo e trascorsi 30 giorni dal termine per il pagamento, l’atto viene affidato all’Agenzia delle entrate Riscossione che avvia le procedure per l’esecuzione forzata, meglio conosciuta come ganasce fiscali.

Al ricevimento di questo atto, se dopo averne controllato l’esattezza ci troviamo d’accordo con quanto contestato, è bene attivarsi subito per il pagamento, beneficiando quindi della riduzione a un terzo delle sanzioni, in gergo tecnico si parla di acquiescenza.

L’avviso di accertamento può esser pagato tutto in una volta o a rate, in questo caso a partire dal giorno successivo al termine per il versamento della prima rata sono dovuti anche gli interessi calcolati sull’importo della rate successive. Per il calcolo della rata è bene rivolgersi alla sede competente che ha emesso l’atto.

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Le comunicazioni di irregolarità

L’avviso bonario o comunicazione di irregolarità, invece, viene inviato dall’Agenzia delle entrate per informare il contribuente su alcune irregolarità che ha riscontrato nella sua dichiarazione dei redditi. Questo tipo di avviso viene mandato prima che venga iscritto a ruolo il debito.

Con questo avviso, che nasce dal controllo automatico o formale delle dichiarazioni dei redditi si danno 30 giorni al contribuente per correggere la sua posizione, pagando una sanzione notevolmente ridotta insieme all’eventuale imposta non versata e agli interessi.

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Il controllo automatico

Le comunicazioni emesse in seguito al controllo automatico (articolo 36-bis Dpr 600/73) evidenziano la correttezza della dichiarazione (comunicazione di regolarità che avviene di solito per il modello Redditi) o l’eventuale presenza di errori (comunicazione di irregolarità). Questo controllo nasce dalla dichiarazione dei redditi presentata dal contribuente e dagli altri dati in possesso dell’Agenzia delle entrate sul contribuente stesso.

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Il controllo formale

Questo controllo (articolo 36-ter Dpr 600/73) consiste nella verifica della corrispondenza dei dati relativi a deduzioni, detrazioni e ritenute indicati in dichiarazione, con la documentazione conservata dal contribuente e i dati ricavati dalle dichiarazioni presentate e dalle informazioni trasmesse da altri soggetti o a quelli forniti da enti esterni come enti previdenziali e assistenziali. Se ci sono differenze fra i dati in possesso dell’Agenzia delle Entrate e quelli dichiarati, il contribuente può essere invitato dall’ufficio a fornire la relativa documentazione.

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Le cartelle esattoriali sul TFR

Questo tipo di avviso non contiene sanzioni. Infatti, nel caso del TFR ma anche di altri redditi che vengono sottoposti a tassazione separata e per i quali sono state versate delle imposte a titolo di acconto, l’Agenzia delle entrate provvede al ricalcolo dell’imposta dovuta in base a criteri differenti a seconda del tipo di reddito e emette una cartella con la quale recupera la parte di ulteriore imposta dovuta senza però applicare sanzioni e interessi. 

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Compliance

Negli ultimi anni l’Agenzia delle Entrate ha introdotto una nuova modalità di comunicazione ai contribuenti, il così detto invito alla compliance. Infatti, vengono inviate ad alcuni contribuenti una serie di lettere nelle quali sono riportate delle anomalie rinvenute nelle loro dichiarazioni dei redditi. In questo modo, prima che l’Agenzia delle entrate notifichi un avviso di accertamento, il destinatario della comunicazione può regolarizzare la sua posizione attraverso il ravvedimento operoso oppure comunicare all’Agenzia delle entrate la correttezza del suo operato inviando eventuali elementi e documenti di cui l’Agenzia non era a conoscenza.

Il contribuente, in questo modo, può regolarizzare la propria posizione mediante la presentazione di una dichiarazione integrativa, il versamento delle maggiori imposte, degli interessi e delle sanzioni ridotte. Infatti, alla lettera vengono allegate le istruzioni per utilizzare il cassetto fiscale, cui si accede con la SPID, la CIE o la CNS nell’area riservata del sito dell’Agenzia delle entrate, dove è possibile trovare tutti i dettagli dei dati contestati e la possibilità di predisporre la dichiarazione dei redditi integrativa.

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