Viaggio a bordo di un’auto elettrica
Mettendoci nei panni di un consumatore che deve decidere se acquistare un’auto elettrica abbiamo cercato di rispondere ad alcune domande: queste auto sono alla portata di tutti? Quanti chilometri si possono fare con un pieno di batteria? Quanto costa e come si fa una ricarica? Quante colonnine ci sono per le strade? Ecco cosa abbiamo scoperto nei nostri viaggi in Italia, Spagna, Portogallo e Belgio.
- di
- Michela Di Mario

Qual è la situazione della mobilità green in alcuni paesi dell’Unione Europea? Per scoprirlo, a ottobre 2020 ci siamo messi in viaggio per tre giorni, dal nord al centro Italia, a bordo di un’auto elettrica: una Kia e-Niro. La stessa cosa hanno fatto i nostri colleghi di Spagna, Portogallo e Belgio. I viaggi fanno parte di un progetto finanziato dall’European Climate Foundation, il cui obiettivo era proprio quello di capire cosa significa mobilità green in questi paesi (uniti nel network internazionale Euroconsumers), quanto è facile e cosa comporta per chi la sceglie.
Le otto richieste dei consumatori
I viaggi con un’auto elettrica nei diversi paesi europei hanno messo in evidenza alcuni punti chiave da migliore se si vuole davvero utilizzare al meglio le potenzialità della mobilità green.
Ecco cosa abbiamo trovato lungo i percorsi in Italia, Spagna, Portogallo e Belgio.
- Ricarica domestica. Il miglior modo di utilizzare un’auto elettrica è caricarla quando è parcheggiata a lungo. Non tutti, però, hanno un box e non sempre è possibile installare colonnine di ricarica in condominio. Bisognerebbe quindi promuovere e semplificare l’installazione di punti di ricarica privati negli edifici esistenti e in quelli nuovi dando, ad esempio, accesso a fondi pubblici per installare colonnine private o condivise negli edifici.
- Più colonnine di ricarica rapida. Per quanto riguarda l’infrastruttura pubblica, la principale criticità è il tempo necessario per la ricarica, che spesso è troppo lungo. Le colonnine di ricarica più comuni impiegano dalle 2 alle 6 volte in più per ricaricare l’auto rispetto alle colonnine ad alta potenza. Queste ultime sono ancora troppo poche: solo il 7% circa delle colonnine hanno una potenza superiore ai 42 kW. Troppo poche, e non equamente distribuite. C’è bisogno di più colonnine di ricarica rapida anche in città.
- Colonnine di ricarica lungo le autostrade. I lunghi viaggi richiedono una infrastruttura adeguata, in termini di disponibilità e velocità di ricarica. Ci aspettavamo di trovare molte colonnine di ricarica lungo le autostrade. Ma la realtà si è rivelata diversa. Le autostrade e le altre strade importanti dovrebbero essere munite di colonnine per ricarica rapida in ogni area di servizio.
- Non più di 50 km tra colonnine di ricarica. Lasciando le strade principali e percorrendo strade secondarie, ci si imbatte spesso in situazioni di scarsa presenza di colonnine. In alcune città, abbiamo trovato solo una colonnina. E c’è sempre la possibilità che sia occupata o non funzionante. I consumatori chiedono che l’infrastruttura sia omogenea e raggiunga ogni Regione e zona in maniera adeguata. Nessuna zona deve essere tagliata fuori e non è accettabile che ci siano più di 50 km fra una colonnina e la successiva.
- Un’unica tessera per tutte le colonnine e i fornitori. I consumatori dovrebbero poter utilizzare l’intera infrastruttura, indipendentemente dal “brand” della colonnina, utilizzando un’unica tessera o applicazione. Invece, nella realtà, i consumatori sono costretti a creare account con due, tre o più fornitori per essere sicuri di poter utilizzare tutte le colonnine che fanno parte dell’infrastruttura nazionale. I pagamenti dovrebbero essere pratici e semplici in ogni Paese d’Europa.
- Sistemi di pagamento. Ad oggi non è possibile utilizzare le colonnine se non ci si è prima registrati con un provider o tramite un’applicazione. Gli utenti che potrebbero dimenticare la tessera o lo smartphone a casa, dovrebbero poter pagare anche con metodi tradizionali, come carte di credito o bancomat, o contanti.
- Tariffe chiare ed eque. Per gli utenti è complicato capire quanto spenderanno per la ricarica. Infatti, le tariffe, anche a parità di colonnina, possono variare a seconda dell’app utilizzata e possono includere costi aggiuntivi in base al tempo, oltre che alla potenza di ricarica. Devono essere garantite informazioni chiare sulle tariffe. Ad oggi, manca una regolamentazione al riguardo.
- Le applicazioni. Le varie app disponibili consentono di trovare le colonnine sulla mappa e di effettuare la ricarica. Ma non sempre le cose sono andate bene: il sistema di pagamento non ha sempre funzionato. Le app sono un grande strumento per rendere le ricariche più accessibili e per aiutare a pianificare il viaggio. Serve però una maggiore interoperabilità, in modo che l’utente non sia costretto a utilizzare più app per poter accedere a informazioni chiare e precise relative a tutte le colonnine presenti sul territorio.
Il viaggio in Italia
Il nostro viaggio a bordo di un’auto elettrica inizia a Milano. In tre giorni siamo arrivati a Roma e siamo tornati indietro. Abbiamo percorso 1400 chilometri di autostrade e strade provinciali, attraverso piccoli paesi e centri abitati. Ecco cosa abbiamo trovato lungo il nostro percorso.
Tutti i dettagli del nostro viaggio li trovi nell'inchiesta completa che verrà pubblicata su Altroconsumo Inchieste di dicembre: ecco un'anteprima.
Prima della partenza
Se si sceglie un’auto elettrica, il viaggio (soprattutto se lungo) inizia prima della partenza. La diffusione non ancora capillare sul nostro territorio delle colonnine per la ricarica (13.700 a gennaio 2020 distribuite soprattutto in aree urbane, con poca copertura lungo le strade statali e quasi assenti nelle autostrade) costringe a programmare il tragitto e decidere in anticipo le soste.
Non tutte le colonnine sono uguali. Ci sono quelle “fast”, che trasferiscono energia elettrica ai veicoli con una potenza superiore a 22 kW (alcune arrivano anche a 150 kW), ma sono una minoranza. E ci sono quelle “standard” con una potenza fino ai 22 kW: sono la maggior parte. Tradotto in pratica, vuol dire che se la batteria è al di sotto del 20% per ricaricarla tutta con una colonnina standard ci si mette dalle 3 alle 5 ore, mentre con una colonnina fast il tempo di ricarica scende a circa un’ora e mezza (o anche meno nel caso di colonnine molto potenti).
Il ruolo delle applicazioni
Un’altra cosa che bisogna sapere prima della partenza è che le colonnine possono essere individuate solo tramite applicazioni scaricabili gratuitamente sul telefono. In Italia le più diffuse sono circa 15 (per il nostro viaggio abbiamo usato le 5 più scaricate). Alcune appartengono agli stessi fornitori degli impianti di ricarica (ad esempio Enel X e BeCharge) altre a soggetti che non possiedono colonnine (ad esempio Nextcharge e Chargemap). Ai fini dell’utente questo vuol dire che app diverse possono mostrare colonnine diverse e che una colonnina può essere attivata con più di una app.
Inoltre, se è vero che si può pagare la ricarica anche tramite una tessera da richiedere e farsi spedire a casa (un po’ come si farebbe con una carta di credito), le app sono utili anche per la ricerca dei prezzi più convenienti. Capire quanto si paga per una ricarica non è così immediato come può esserlo con le normali pompe di benzina. Possiamo dire che, con una ricarica a bassa e media velocità siamo intorno a 40 centesimi per kWh, mentre con una ricarica veloce si può arrivare anche a 79 centesimi per kWh. In generale, il consiglio che possiamo dare è quello di scaricare almeno tre app.
Le applicazioni servono anche per garantire una buona assistenza durante la ricarica. Farla non è particolarmente complicato, ma possono capitare imprevisti (a noi è successo) per i quali è necessario contattare l’assistenza (che ci ha sempre risposto in tempi brevi, fornendoci un supporto fondamentale). E bisogna avere un po’ di dimestichezza con le app e con i sistemi di pagamento digitali.
Facciamo due conti
Quello che possiamo dire alla fine del nostro viaggio è che le infrastrutture devono essere migliorate, che le colonnine veloci sono ancora troppo poche e che non sempre funzionano correttamente. In tre giorni abbiamo percorso 1467 chilometri, consumato 264 kWh (con un consumo medio di 18 kWh ogni 100 km) e pagato un totale di 129 euro di ricarica (in media 8,8 euro ogni 100 km). Con un’auto a benzina di pari categoria avremmo speso circa 10 euro ogni 100 chilometri, mentre con una a diesel il costo sarebbe stato di circa 8 euro ogni 100 chilometri.
Al momento il vero risparmio sulle ricariche c’è soprattutto se l’auto elettrica si usa in città, con pochi viaggi lunghi e con una colonnina privata che riduce sensibilmente i costi.
Leggi anche la nostra inchiesta con il confronto tra i costi di ricarica dell'auto elettrica e il pieno per le auto a benzina e diesel.