Salve! Dopo 39 mesi di contratto con la wind, per motivi personali ho deciso la cessazione del servizio telefonico. La richiesta di cessazione è avvenuta via telefono con il loro servizio clienti a fine giugno ed ovviamente la chiamta è stata registrata. La wind mi ha inviato una fattura di ben 66€ da pagare per ''costo dell'attività di cessazione servizio''. A parte il fatto che chiedere più di due mensilità come costi di disattivazione ritengo sia assurdo, in più non c'è nessuna giustificazione e analisi di questa cifra.La famosa Legge Bersani, ha stabilito dei parametri legislativi che vanno a regolare i contratti per adesione, stipulati ad esempio, con compagnie telefoniche con la possibilità di effettuare la disdetta senza andare incontro ad alcuna penale anche prima della scadenza naturale del contratto. (io ho anche rispetato in pieno il tempo del contratto e qualsiasi vincolo).Questa legge cita testualmente : “I contratti d’adesione.. devono prevedere la facoltà del contraente di recedere dal contratto o di trasferire le utenze presso altro operatore senza vincoli temporali o ritardi non giustificati e senza spese non giustificate da costi dell’operatore e non possono imporre un obbligo di preavviso superiore a trenta giorni”.Infine – ed è forse l’aspetto più importante – la delibera Agcom n. 487/18/CONS, del decreto legge del 31 gennaio 2007, impedisce che vengano applicati dei costi immotivati da parte dell’operatore nel passaggio delle utente a un altro fornitore, secondo un semplice principio: le spese di recesso – quelle che di norma più incidono nella decisione dell’utente di passare o meno a un altro operatore – devono essere eque rispetto ai costi realmente sostenuti dal fornitore del servizio per la dismissione della linea o il trasferimento.In più nell'atricolo 4 della DELIBERA N. 252/16/CONS viene riportato che l’indicazione di un eventuale costo di attivazione e disattivazione/recesso, deve eseere corredato da una sintetica descrizione delle modalità di calcolo degli stessi e di tutti gli elementi che li compongono.I costi relativi al recesso o al trasferimento dell’utenza sono commisurati al valore del contratto e ai costi reali sopportati dall’azienda, e comunque rese note al consumatore in fase di pubblicizzazione dell’offerta e in fase di sottoscrizione del contratto, nonché comunicate in via generale all’Autorità esplicitando analiticamente la composizione di ogni voce e la rispettiva giustificazione economicaIn base allora da quanto riportato alla legge Bersani, Legge numero 40 del 2 aprile del 2007, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 77 del 2 aprile 2007 e alla Delibera n. 252/16/CONS, chiedo la rivalutazione di eventuali costi di disattivazione e la riemissione di una fattura con una cifra giustificata ed analizzata in dettaglio precisando che i costi devono risultare correlati ai costi effettivi che l’operatore sostiene per la cessazione dell'attivita del servizio.