Un mio fornitore ha affidato la spedizione di un mio acquisto alla S.r.L.U INPOST: l'origine di tutti i mali!
- 16 ottobre 2025: Ordine effettuato;
- 20 ottobre 2025: INPOST afferma di aver effettuato un tentativo di consegna a domicilio alle ore 20,36 (!?) ma di non aver potuto consegnare il pacco per assenza del destinatario (a quell'ora a casa stavamo iniziando a cenare);
- 21 ottobre 2025: INPOST afferma di aver effettuato un secondo tentativo di consegna a domicilio alle ore 21,19 (!!??) per assenza del destinatario (a quell'ora stiamo finendo di masticare).
Morale della favola: il pacco, voluminoso e pesante, visto che "a casa mia non c’era nessuno", finirà in un punto di ritiro situato entro 5 chilometri (RIPETO: CINQUE CHILOMETRI) dal mio domicilio dove io potrò andare comodamente a ritirare, in quale data ancora non mi è dato sapere.
L'ordine prevedeva la consegna a domicilio, ma evidentemente INPOST la pensava diversamente.
Già dalla primo "millantato" tentativo di consegna mi sono attivato per comunicare a INPOST che il tentativo non era stato effettuato e che ero stato tutto il giorno in casa, come pure prima del "millantato" secondo tentativo, intuendo che sarebbe successa la stessa cosa. Come infatti è avvenuto.
Nei giorni 20 e 21 ottobre non ho lasciato la mia abitazione neanche per un minuto, il citofono funziona regolarmente e in casa nessuno è sordo.
Non ci sono molte altre spiegazioni se non la malafede di chi viene pagato per svolgere un servizio che non svolge, scaricando per di più la responsabilità sul destinatario, che diventa l'ottimo capro espiatorio di un agire vergognoso.
Hanno completamente ignorato le mie mail, nelle quali garantivo la mia presenza e che avrei aspettato la consegna la quale, secondo un'operatrice telefonica della Società, sarebbe potuta avvenire entro max le ore 20,00 e non le 21,10 o le 20,36 , cosa che induce ragionevolmente a pensare che la politica della Ditta sia quella di consegnare nei punti di ritiro: più economico e più veloce, ma deontologicamente molto scorretto.
Per non farla lunga, sto aspettando, dopo otto giorni, che qualcuno si degni di dirmi che fine ha fatto fare al mio pacco, non senza però aver già spedito un paio di PEC al venditore e a INPOST per denunciare le false dichiarazioni e per chiedere i documenti di viaggio che comproverebbero i "tentativi di consegna".