Buongiorno, ho comprato un depuratore d’aria della serie 3000i nel periodo del covid e l’ho portato al centro di riparazione ALL SERVICE Milano su vostra indicazione. Poco dopo il centro mi ha richiamato per dirmi che il prodotto non era riparabile per la mancanza di due pezzi di ricambio. Ho trovato in svizzera quei pezzi di ricambio ed allora mi sono fatto insistente con voi per la vostra incapacità organizzativa e perchè fate rientrare nella logica COMPRA-BUTTA-RICOMPRA anche un prodotto semi-professionale del costo di 500/600 €. Logica che è molto in contrasto con la ricerca di una green economy dove i prodotti vengano riaggiustati. Siete intervenuti mandando i pezzi di ricambio al centro assistenza ma poi si è verificato un problema software di incomunicabilità dei nuovi pezzi col resto della macchina, così avete, di vostra iniziativa deciso di mandare in riparazione il mio device al centro di assistenza di Bergamo collegato a quello di Milano. DI TUTTO QUESTO IO SONO VENUTO A CONOSCENZA SENZA UNA VOSTRA BENCHè MINIMA COMUNICAZIONE MA INFORMANDOMI NEI RELATIVI CENTRI ASSISTENZA E CARPENDO QUALCHE DETTAGLIO DA DOMANDE MIRATE NELLA CHAT WHATSUP CHE HO STABILITO FIN DAL 15/6 CON VOI E DELLA QUALE HO TOTALE TRACCIA E BACKUP. È passato un mese e mi domando se Philips come brand sia degno di un qualche rispetto da parte dei consumatori o se non sia l’occasione per portare all’attenzione dei consumatori: 1) la poco difendibile scelta di acquistare dei prodotti professionali o semi professionali che abbiano certi importi da Philips. 2) la scarsa attenzione come servizio clienti che Philips rivolge ai suoi clienti. 3) LA NON ADERENZA DI PHILIPS AI CRITERI DELLA GREEN ECONOMY CHE TRA I SUOI PIEDISTALLI HA LA RIPARABILITÀ DEI PRODOTTI E L’USCITA DAL CIRCOLO VIZIOSO COMPRA-BUTTA-RICOMPRA CHE È LA MODALITÀ CHE È STATA SUGGERITA A ME IN PRIMA BATTUTA. Richiedo assistenza legale ad Altroconsumo perchè il mio “inciampo” possa costituire motivo di azioni più ampie nei confronti di Philips. Distinti saluti