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Mancata tutela cliente e dubbia apertura conto corrente

Chiuso Pubblico

Banca Intesa San Paolo

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Tipologia di problema:

Altro

Reclamo

C. C.

A: Banca Intesa San Paolo

17/12/2024

Spettabile Altro consumo, vi scrivo per segnalarvi quanto mi è accaduto e per chiedervi se vi sia qualche possibilità recuperare la somma perduta a causa di una truffa e, qualora non vi fosse, di pubblicare questa mia mail per evitare che altri vengano truffati e che sappiano come alcune banche (nel mio caso Intesa San Paolo e ISYBANK) tutelano i loro clienti. Praticamente, dopo un tentativo di effrazione nel mio alloggio, ho chiesto ad un fabbro un preventivo per l’installazione di grate a protezione dell'alloggio. Il fabbro, dopo il sopralluogo, mi ha inviato, tramite whatsapp, un preventivo chiedendomi, in caso di accettazione, di inviare una mail di conferma ad un indirizzo da lui indicatomi, con i miei dati per la fatturazione e l'accettazione formale del preventivo. Ho ricevuto una mail di risposta con in calce la mia originale, riportante una sintesi dell’intervento da effettuare e contenente in allegato la fattura di acconto con i dati fiscali miei e della ditta, il dettaglio dell'intervento e l'iban a cui effettuare il bonifico. Purtroppo ho letto la mail con il cellulare e poichè, di default, gmail nasconde l'indirizzo mail in favore del nome del mittente, non mi sono accorto subito che l'indirizzo mittente era stato cambiato. Poichè la fattura era, in tutto e per tutto identica all'originale e l'iban (modificato) apparteneva a Isybank, quindi banca italiana e, naturalmente, non conoscendo la banca di appoggio del fornitore, ho effettuato il bonifico per altro per agevolazione fiscale, con importo di poco più di 3000€, inserendo anche, ragione sociale della ditta e partita iva. Da qui è iniziato uno scambio di mail con il truffatore il quale sosteneva di non aver ricevuto il bonifico e che a breve avrebbero effettuato lo storno dopo circa una settimana ho chiamato il fornitore scoprendo, a questo punto, cosa era accaduto: l'account di posta (Fastweb) del fornitore era stato violato, a sua volta lui aveva mandato una mail con la fattura originale ad un indirizzo che credeva essere il mio, l'hacker aveva quindi cambiato solo iban e nome della banca lasciando il resto della fattura invariato. Sia io che il fornitore ci siamo, quindi, recati dai carabinieri (in stazioni diverse) a presentare denuncia. Subito dopo mi sono recato alla mia banca: Intesa San Paolo per chiedere il disconoscimento del bonifico venendo a scoprire tantissime cose che favoriscono le truffe a danno dei clienti ma che quasi tutti ignorano. Anzitutto non è più obbligatorio, sotto i 15 mila euro, da parte della banca, verificare la corrispondenza fra iban e beneficiario anche se è per agevolazione fiscale; la banca mi spiega, inoltre, che, non è presente nessuna forma assicurativa e, quindi, c’è una totale mancanza di tutela su un fenomeno in rapido aumento. Infine, la banca mi comunica che, avendo effettuato io il bonifico, l'unico modo di riottenere il denaro è che il conto destinatario sia ancora attivo e che vi sia abbastanza credito da effettuare lo storno; appare logico che anche il truffatore più ingenuo chiuderebbe il conto subito dopo aver ricevuto l'incasso, quindi mi pare ovvio che per questa via non vi siano possibilità. Ho provato, comunque, il disconoscimento, allegando la denuncia dei carabinieri e le due fatture. Ho chiesto, poi, alla banca di denunciare il titolare del conto, visto che in fondo Isybank è praticamente Intesa San Paolo; a questo punto ho avuto l’ultima rivelazione: potrebbe non essere possibile risalire al titolare perché non è più necessario il riconoscimento della persona in banca e, quindi, i truffatori potrebbero aver utilizzato un documento falso o rubato! È, quasi, considerabile come complicità nella truffa. Sconfortato dalle risposte della banca, ho inviato una mail generica all’indirizzo vero del fornitore, per vedere se il suo account è ancora hackerato, dall’indirizzo del truffatore mi è arrivata una mail dove si scusano e adducono il problema ad un disguido con la loro segreteria chiedendomi, in attesa di ricevere lo storno, di inviare un nuovo bonifico ma ad un’altra banca (banca bilbao). Pensando di poter risolvere tutti i miei problemi, considerando che questo IBAN è appena stato aperto e lo resterà qualche giorno e dato che le due mail di gmail sono reali e attive e, come è noto, Google ha piena consapevolezza di tutte le connessioni effettuate ai loro client, del dispositivo e dell’area e, quindi, incrociando il tutto si dovrebbe riuscire a rintracciarli, mi sono rivolto ancora volta ai carabinieri (scocciati dal fatto che mi fossi presentato con una nuova fattura e che dovessero integrare il verbale) che si sono limitati alla sola registrazione della denuncia senza intervenire in alcun modo e anche alla polizia postale la quale non ha raccolto la denuncia in quanto han dichiarato che non si occupano di queste problematiche. Consigliato da alcuni amici che lavorano nel settore bancario, in attesa del disconoscimento, ho aperto un reclamo a Intesa San Paolo e a ISYBANK, indicando le varie motivazioni e, soprattutto, insistendo con Intesa sulla mancata tutela del cliente e con ISYBANK sulle mancate verifiche; Intesa San Paolo ha risposto che stavano effettuando le verifiche, ISYBANK non ha risposto. Passati diversi giorni ho fatto inviare da un legale un nuovo reclamo alle due banche. In ultimo ho ricevuto l’esito del disconoscimento da parte di Intesa che è stato, ovviamente, negativo, giustificato dal fatto che non si sono verificate anomalie informatiche e che il bonifico è stato ordinato da me. Ultimo elemento, il rapporto con il fornitore: dal punto di vista legale lui ha inviato un preventivo e io l’ho approvato, commissionando, quindi, il lavoro tramite mail al suo indirizzo reale per cui io sono tenuto a pagare il lavoro una volta ultimato e lui è tenuto ad effettuare il lavoro. Io ho versato l’acconto è non è un problema mio il fatto che abbia pagato un altro IBAN in quanto lui avrebbe dovuto vigilare sulla sua sicurezza informatica ed è lui quello a cui hanno rubato l’identità. Tuttavia una causa legale durerebbe anni e potrebbe anche andare in prescrizione, con un evidente esborso inutile di denaro.


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