Buongiorno, nella fattura indicata (datata 25/06/2025) mi viene riconosciuto un rimborso (per altro scritto inspiegabilmente in piccolo).
Dato che la società non ha un indirizzo e-mail, ripiego su una scarna chat del loro sito, priva di identificazione dell'operatore presente dall'altra parte, per avere informazioni a riguardo: ricevo indicazione che avrei ricevuto l'assegno del rimborso entro massimo 90 giorni (che sarebbero stati più rapidi se in passato avessi attivato l'addebito automatico in conto. Una inspiegabile diversità di trattamento, se non per loro comodità).
Sono passati 4 mesi, ho provato a contattare Acea tramite Whatsapp (la loro chat non mi permette di avere uno storico delle conversazioni, che sarebbe stato utile per testimoniare la falsa promessa dei 90 giorni), senza successo perché asseriscono che io non sia il titolare della fornitura (ma non mi dicono neanche come provare la mia identità), si veda conversazione whatsapp delle 10.36, con prima risposta mezz'ora dopo. Data 30/09/2025. Operatrice ha rifiutato di identificarsi (particolarmente ironico vista la situazione).
In ogni caso, l'impossibilità di contattare la società, nel mio caso, non dovrebbe neanche essere un problema: non devo fornire dati o chiedere variazioni, devo solo ricevere l'assegno che mi spetta per l'errato addebito ricevuto, al mio indirizzo (quello della fornitura) a mio nome (quello della fornitura).
Chiedo quindi il motivo del ritardo e la base legale per la quale siate soggetti ad interesi di mora sul rimborso.