Ho acquistato una Yaris Hybrid c/o la concessionaria Motorcity, sede di Pomezia. Essendo un regalo per lo scorso Natale, avevo scelto un modello tra quelli già assegnati in arrivo, con ovvie restrizioni su scelta di allestimento e colori disponibili. Come spesso accade, l’auto non è riuscita ad essere pronta per tale data, nonostante le rassicurazioni avute, e così ho dovuto attendere ulteriori giorni. Il giorno 29 dicembre, mi viene inviato dalla sede di via della Magliana (Roma), il Buono di Consegna per la data del 9 Gennaio. Amareggiato per questo ulteriore ritardo, ricevo via mail due giorni dopo, il 31 dicembre, il libretto della vettura, che è stata immatricolata, (chiedendomi il perchè..) proprio in tale data, nonostante la consegna 9 giorno dopo.Convinto che in questo non vi sia astuzia ai fini di marketing, attendo il giorno previsto della consegna, concordata a priori in sede di formulazione della proposta di acquisto, sulla sede di Pomezia, ove sono residente.Su questo particolare, è essenziale evidenziare la scarsissima trasparenza commerciale della concessionaria in titolo che vede la sede ufficiale di consegna (non) dichiarata apertamente, in via della Magliana a Roma. Tale aspetto, che mi ha trovato già testimone passivo nelle occasioni scorse di acquisto di vetture in questa sede, ha posto un punto fermo nella trattativa, che non avrei concluso se avessi dovuto procedere verso Roma per il ritiro della vettura. Cronaca della Consegna: due giorni prima, telefono al venditore, per aver conferma dell’appuntamento, fissato al giorno 9 gennaio, concordandolo per le ore 15:00. Mi anticipa che probabilmente sarebbe stato impegnato in una presentazione vetture fuori sede. Dò la mia disponibilità ad anticipare anche l’orario, ma nessuna proposta di cambiamento viene avanzato, salvo eventuale sua telefonata, di circostanza contraria.Il giorno 9 gennaio, mi presento all’orario pattuito, (anche in leggero anticipo) ed attendo nel salottino dedicato agli interventi in officina, l’arrivo (dell'unico) venditore Toyota della sede di Pomezia. Verso le 15:30/40, mentre osservavo la mia vettura parcheggiata sul retro officina, chiedevo al Capo Officina informazioni sulla sorte del venditore. Ignaro, chiamava al cellulare l’interessato, riferendomi che la consegna sarebbe stata formalizzata dal venditore del marchio Seat (!), co-ubicato nella stessa sede, (peraltro già presente dalle ore 15:00) Con evidente imbarazzo da parte sua e fare affannato, mi trova su tutte le furie, per l’assurda attesa sofferta insieme alla mia famiglia, presente per la circostanza. Dopo aver svolto le poche formalità burocratiche, fatto notare la vettura sporca esternamente, residui di lavorazione all'interno (neanche correttamente settata in alcuni parametri basici), ricevo scarsissime informazioni sulle funzionalità della vettura, cosa plausibile, data la non conoscenza del modello non trattato direttamente, lascio la concessionaria. Comincio quindi a cercare immediatamente i contatti di qualche responsabile commerciale della concessionaria, trovandolo. Nella conversazione intercorsa, ancora animato dal rammarico della completa inosservanza di etica commerciale verso la clientela, lo stesso Responsabile vendite, scusandosi per l’accaduto, accenna a qualche “forma di compensazione” riconducendo al venditore l’onere di un successivo contatto.Il giorno successivo, 10 gennaio, ricevo una sterile e-mail dal venditore, che con scuse di circostanza per l’avvenuto, motivate principalmente ad un fraintendimento tra colleghi, si prometteva di chiamarmi per conoscere la mia versione dei fatti, ribadendo di come poter “rimediare” all’accaduto. AD OGGI STO ANCORA ASPETTANDO QUELLA CHIAMATA!Due giorni dopo, ricevo via mail il “questionario di soddisfazione” verso il quale, in assenza di ogni partecipazione da parte della concessionaria, sono stato legittimamente oggettivo e particolarmente severo nel giudizio.A seguito di questa survey, compare telefonicamente il responsabile del Settore Consegne. Spiego le traversie occorse, e lo informo anche di aver trovato il “manuale utente”, non conforme al modello, con una consultazione impossibile degli argomenti. Professionalmente, mi riporta nuovamente le “scuse di circostanza” della concessionaria e la disponibilità a spiegarmi in prima persona il funzionamento della vettura, anch'egli propenso ad una forma di “compensazione”, con onere di comunicazione da parte del venditore/concessionaria. AD OGGI STO ANCORA ASPETTANDO!Arriviamo al giorno 30 gennaio. In transito a Roma, mi presento alla sede di via della Magliana e trovo il Responsabile delle Consegne. Subito si difende, convinto che “qualcuno” mi avrebbe già dovuto contattare, ma lo rassicuro che così non è stato! Mi risolve (almeno) il problema del Manuale di Uso della vettura, realizzando in prima persona le incongruenze rappresentate, e mi spiega frettolosamente, alcuni funzionamenti del sistema ibrido. Tentando una forma di cortesia, mi presenta un set di bulloni antifurto (ma poi ritirato poiché si accorge che non ho i cerchi in lega) e mi congeda, sempre con l’usuale promessa di disponibilità e contatto da parte della concessionaria. AD OGGI STO ANCORA ASPETTANDO!Questa è il risultato di un “giorno di ordinaria disorganizzazione” con mancanza assoluta di attenzione al cliente. Anche le mie aspettative sul modello proposto (sempre con il dubbio esposto in precedenza) sono state disattese. Se avessi ricevuto maggiori dettagli sulle differenze “funzionali” e non solo “estetiche” dei vari allestimenti, avrei scelto sicuramente quello di maggiore livello. Successivamente a quanto sopra narrato, ho inviato 2 PEC ed 1 Raccomandata A/R al Servizio Clienti Toyota, senza ottenere ad oggi, alcun risultato utile. Conosco da anni l’attenzione che la Toyota dà alla clientela. Spero con questo resoconto, di aver fornito serie ragioni di rivedere questo impegno, restando a disposizione per un favorevole confronto.